
“In quelle due ore è stato come rivivere la tragedia del terremoto dell’Aquila del 2009”.
Queste le parole con cui Stefania Lepidi, la ricercatrice abruzzese rimasta coinvolta nell’incidente di Lisbona, racconta all’ANSA le ore di attesa sotto le macerie.
C’è stato il botto della cabina che si è schiantata dietro di noi, quindi il terrore e in un attimo lo slittamento della anche nostra cabina e il fortissimo urto – ricorda -. Sono rimasta per due lunghissime ore stesa a terra, sul sangue, durante le quali non potevo fare a meno di vedere tutto il dramma che avevo davanti: persone ferite, corpi che i soccorritori cercavano di estrarre, vigili che passavano davanti a me con tenaglie, barelle, coperte”.