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Abruzzo

Violenza che aumenta sul metaverso: le preoccupazioni della Commissione pari opportunità

La Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo esprime una profonda preoccupazione rispetto ai fenomeni emergenti di violenza di genere nei contesti virtuali, in particolare all’interno delle piattaforme di realtà aumentata e metaverso.

Si tratta di ambienti digitali sempre più diffusi tra giovani e adulti, in cui le esperienze immersive sono vissute con forte impatto psicosociale, ma che ad oggi sfuggono a ogni normativa reale di tutela, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali delle donne e delle persone più vulnerabili.

Nei mondi virtuali, come documentato recentemente da dettagliate inchieste, numerose donne sono vittime di molestie sessuali, aggressioni simulate, adescamenti e atti di violenza verbale e psicologica che si verificano con allarmante frequenza. Il fenomeno non è episodico: secondo fonti internazionali, su alcune piattaforme si verifica una forma di molestia sessuale ogni sette minuti.

La natura immersiva di queste tecnologie, che coinvolgono il corpo attraverso visori, audio tridimensionale e stimolazioni sensoriali, rende l’impatto psicologico delle aggressioni estremamente concreto. Molte donne parlano di “violenza senza contatto fisico”, ma con le stesse conseguenze sul piano emotivo e neurobiologico.

La risposta delle piattaforme digitali, ad oggi, appare gravemente inadeguata: la responsabilità viene frequentemente scaricata sulle vittime, con raccomandazioni come “blocca l’utente”, “abbandona la sessione” o “attiva la tua zona sicura”. Una logica che ricalca meccanismi ben noti d victim blaming, che da decenni combattiamo nella realtà fisica e che non possiamo accettare anche in quella virtuale.

La Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo ritiene urgente intervenire su più livelli e la presidente Rosa Pestilli è già impegnata su questo fronte. Infatti, nel mese di aprile, è intervenuta durante la conferenza “Nuove sfide per l’umanità tra mondo reale e dimensione cyber” alla Camera dei Deputati relazionando sul tema i diritti delle generazioni future: un impegno di oggi per il mondo di domani.

Sul piano normativo è necessario colmare il vuoto legislativo che attualmente non riconosce e non sanziona le forme di violenza di genere nei mondi virtuali e nel metaverso. Servono strumenti giuridici specifici, aggiornati e trasversali.

Sul piano culturale e formativo è fondamentale inserire nei programmi scolastici e universitari un’educazione digitale ed emotiva con prospettiva di genere, affinché le nuove generazioni sviluppino consapevolezza critica rispetto a questi spazi e alle dinamiche di potere che li attraversano. Sul piano tecnologico e progettuale:la progettazione dei mondi digitali deve coinvolgere competenze sociologiche, etiche e femminili. Gli sviluppatori e i gestori delle piattaforme devono ricevere una formazione adeguata su temi di violenza, inclusione, prevenzione dei traumi, sicurezza. Sul piano politico e istituzionale: le donne devono essere presenti nei luoghi dove si decide il futuro del digitale. Senza una reale inclusione di soggetti con competenze relazionali, educative e di genere, continueremo a costruire mondi inospitali e ingiusti.

“La violenza non si limita più ai luoghi fisici. Si sposta, si trasforma, ma continua a colpire le stesse categorie: donne, ragazze, persone vulnerabili. Il digitale non è uno spazio neutro, e non lo sarà mai finché non verrà regolato e responsabilizzato” ha sottolineato la sociologa Sabrina Prioli, componente attiva della CPO.

Come Commissione, esprimiamo solidarietà alle donne che hanno subito violenza digitale e ribadiamo il nostro impegno attivo per una cultura dei diritti e del rispetto anche nei contesti emergenti della tecnologia. Crediamo sia nostro dovere agire ora, prima che questi spazi diventino definitivamente ostili e incontrollabili. Il futuro digitale non può prescindere dai principi di giustizia, equità e sicurezza. Costruire ambienti virtuali sicuri per le donne non è un compito secondario: è una responsabilità democratica e civile.

 

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