
Ma davvero vista da Roma in lontananza quella della Sanità in Abruzzo è una questione di nome da cambiare? Davvero chi oggi governa, male, la Regione Abruzzo pensa di poter trattare irrispettosamente tutti gli abruzzesi come dei gran beoni pronti a bersi quella che è una vera e propria rimozione forzata di un dirigente scomodo come un semplice avvicendamento tra una figura apicale e l’altra, Odio al posto della Grimaldi, in un settore tanto strategico e oggi attaccato dal virus della cattiva gestione?
La realtà è ben più grave e il centrodestra anziché trovare il vaccino per debellare la malattia, somministra ai cittadini un’aspirina per abbassare la febbre, che fra un giorno tornerà a salire attaccando un sistema immunitario già compromesso, e il 19 agosto una chiacchierata a due, uno spostamento zuccherato del Capo Dipartimento Sanità viene trattato come un affare per Enrico Melozzi applaudito a ragione e risparmiosamente.
In principio si è pensato che Claudio D’Amario fosse da sublimare per risolvere i problemi della domanda di salute in Abruzzo. Poi si è scritto a matita rumorosamente di commissariare in bianco e nero il Dipartimento ingegnando la figura della dottoressa Valenza, discussa, quasi difesa, deglutita ma nel contempo pensata anche come capo di una struttura di missione.
Poi è arrivata la dottoressa Emanuela Grimaldi, pur facendo credere nei corridoi che in seconda fila c’era la vera prima fila, perché nasconderanno i buchi pur di non andare a ripetizione di gestione dei dati, dei doveri e dei diritti della Sanità.
Adesso arriva l’ingegnere Odio come destinatario di un bombardamento di richieste ulteriori che in parte servono per negare la realtà dei fatti della Sanità e per la parte restante per ingannare i cittadini che tutto si aggiusterà con il cambio delle stagioni e dei cognomi dei Dipartimenti. Ma una operazione verità non viene in mente a nessuno?
Come si pensa sia possibile rendere accettabile che una staffetta a 4 sia la risoluzione a quel dramma che si sta consumando tra gli uffici assolati di via Conte di Ruvo e le sedi di quelle Direzioni sanitarie in cui si taglia a chi vive in corsia, e si elargisce a chi governa le carte in perfetta sintonia con la politica?
Intanto il debito aumenta, la Sanità reale cala e quella percepita peggio ancora. Si può sapere come si ritiene di reggere una Sanità cadente, una tassazione crescente e un debito consolidato fuori controllo così come i suoi fattori di deficit ormai strutturali?
Ma soprattutto attendiamo di capire, ma senza restare fermi alla finestra, come il sempre appropriato ingegnere Odio intenda coniugare e pacificare la sbandierata e pretesissima politica degli ospedali annunciati aperti, ma dalle prestazioni chiuse e discusse, dei reparti intronati ad arte e dirigenzializzati con vizio, ma dai letti superassenti, dei pronto soccorso ingigantiti per stupire, ma soprattutto dalle attese infinite.
L’Ingegnere Camillo Odio prima di accettare di versare l’inchiostro sulle carte taroccate, pretenda di installare una Web Cam che registri le pretese assurde che da quasi 80 mesi corrono prepotenti sulle linee telefoniche della regione contro l’autonomia di Asl e dipartimento Sanità di Via Conte di Ruvo. L’autonomia decisionale è una grande risorsa che anche il Tavolo di Monitoraggio (MEF – Salute – Regione) richiede per non ripetere i misfatti dei lunghi anni 2000 patiti soprattutto dagli abruzzesi.