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Sicurezza sul lavoro: infortuni e morti in aumento, servono più ispettori e prevenzione

Il Dipartimento salute, sicurezza e ambiente della Uil Abruzzo, analizzando i dati contenuti nel bollettino trimestrale INAIL relativi al periodo gennaio-marzo 2025, esprime forte preoccupazione per l’andamento negativo che riguarda l’Abruzzo.

 

I dati sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa dal coordinatore del Dipartimento regionale Salute Sicurezza e Ambiente Uil, Valerio Camplone, e dal segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo.

Secondo quanto rilevato, rispetto allo stesso periodo del 2024, in Abruzzo: gli infortuni sul lavoro totali sono aumentati da 1.954 a 1.997 (+2,30%); le malattie professionali denunciate sono salite da 1.871 a 2.222 (+18,76%); gli infortuni mortali nel primo trimestre sono triplicati, passando da 2 a 6 casi (+200%), numero a cui si aggiunge il recente incidente che ha fatalmente coinvolto un operaio di appena 30 anni in provincia di Teramo, nella giornata di martedì 6 maggio. Un quadro drammatico che si inserisce in un contesto nazionale allarmante: nel 2024 si contano 1090 morti, 589.571 infortuni e 88.499 denunce di malattia professionale (+21,6%).

Valerio Camplone, coordinatore del Dipartimento salute sicurezza e ambiente UIL Abruzzo, sottolinea: «La percentuale delle malattie professionali, che in Abruzzo ha registrato un + 40% rispetto all’anno precedente superando la media nazionale, continua a salire nel 2025. Questo è un campanello d’allarme chiaro: molte patologie emergono dopo anni, e questo evidenzia lacune soprattutto nella valutazione dei rischi da parte delle aziende. Serve rafforzare i Dipartimenti di prevenzione delle ASL, la medicina del lavoro ed il monitoraggio nei settori a rischio in un piano regionale efficace e lungimirante, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali».

Oltre ai numeri allarmanti, a destare ulteriore preoccupazione è la scarsità di risorse impiegate per contrastare il fenomeno. In Abruzzo la forza ispettiva in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro conta appena 176 unità per oltre 41.850 aziende con almeno un dipendente del settore privato, agricolo ed enti pubblici. Un team ispettivo insufficiente, che va potenziato con urgenza attraverso investimenti che non devono necessariamente dipendere dalle scelte politiche nazionali. Anche sul lato della prevenzione, i dati parlano chiaro: la Regione Abruzzo, a fronte di un bilancio regionale superiore ai 2 miliardi di euro, investe solo lo 0,4% nei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (SPSAL). Una cifra inadeguata secondo la Uil Abruzzo.

“Non possiamo continuare a contare solo le vittime e gli infortuni – dichiara Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo –. È il momento di agire con decisione: servono investimenti mirati nella prevenzione e nel rafforzamento delle ispezioni. La sicurezza dei lavoratori non è un costo, fare prevenzione è l’unico modo per non dover continuare a piangere tragedie che si potevano evitare. Questa è una sfida che non riguarda solo il governo nazionale, ma anche scelte strategiche e di prospettiva per la destinazione di risorse a livello regionale”.

A tal proposito, la Uil Abruzzo richiama l’attenzione sul Comitato regionale ex art. 7 del D.Lgs. 81/2008, organismo che prevede il coinvolgimento degli organi ispettivi, di vigilanza e delle parti sociali e sul fatto che, sebbene l’amministrazione regionale ne abbia formalmente avviato l’attività, mantenendo il numero minimo di convocazioni annue previsto dalla normativa (due, come stabilito dalle modifiche introdotte dal Decreto-legge 146/2021), ad oggi il Comitato non ha ancora promosso iniziative concrete in grado di incidere realmente sull’organizzazione del lavoro e sulla cultura della sicurezza nel sistema produttivo abruzzese. La Uil Abruzzo chiede un piano regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro, che metta al centro la formazione di qualità, il potenziamento dei controlli e la cooperazione tra organi di vigilanza, organismi paritetici e parti sociali. “È necessario agire in modo coeso e tempestivo – ribadisce il sindacato – assicurando strumenti e risorse regionali adeguati a porre fine ad una strage silenziosa che continua a crescere”.

 

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