
“Non ci aspettiamo miracoli ma dopo nove anni abbiamo ancora la speranza che la morte dei nostri cari non venga trattata come un incidente senza responsabilità. Non ce li restituirà nessuno, ma almeno il loro ricordo merita verità e giustizia”.
A dichiararlo all’agenzia di stampa Ansa è stato Marcello Martella, segretario del comitato Vittime di Rigopiano e padre di Cecilia, morta con altri 28 per la valanga che il 18 gennaio del 2017 ha travolto e spazzato via il resort di Farindola.
Lo ha fatto in occasione del processo che si sta svolgendo davanti alla Corte d’Appello di Perugia e avviato alla fase finale. Con le parti civili che nei loro interventi si sono allineate a quelle che sono state le richieste del sostituto procuratore generale, Paolo Barlucchi.
“Siamo ormai alle battute finali di questo ennesimo processo e speriamo che, dopo quasi nove anni, arrivi finalmente un briciolo di giustizia” ha detto ancora Martella che ha ricordato il lungo percorso giudiziario affrontato dai familiari delle vittime.
“Da Pescara a L’Aquila, da Roma fino a Perugia – ha aggiunto -, sono anni che giriamo per l’Italia inseguendo la verità. Abbiamo assistito a sentenze che per noi sono state delle buffonate, ma non abbiamo mai smesso di cercare responsabilità chiare”.
Una novità rilevante del procedimento d’appello è il rientro nel processo dei sei funzionari regionali, nuovamente inseriti nel perimetro accusatorio dopo la decisione della Corte di Cassazione del dicembre scorso. “È importante che siano stati rimessi – ha spiegato Martella – perché in precedenza erano stati esclusi. Ora speriamo che vengano giudicati per ciò che hanno fatto”.
Il Pg Paolo Barlucchi al termine della sua requisitoria ha chiesto alla Corte condanne che ricalcano quelle del primo grado per i due tecnici della Provincia di Pescera, per l’ex sindaco di Farindola e per un tecnico comunale.
La condanna a 3 anni e 10 mesi è stata chiesta invece dal sostituto procuratore generale per sei dipendenti del servizio di Protezione civile regionale dell’Abruzzo.



