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Teramo

Movida Alba Adriatica: serve un patto comune con le cittadine della costa

Intervento del circolo di Fratelli d'Italia

“Alba Adriatica per decenni faro acceso sul mare dell’estate adriatica, oggi si ritrova a navigare nel buio di una notte che non finisce mai. E mentre le istituzioni si affannano a rincorrere le parole, la realtà scivola via come sabbia tra le dita”.

A sottolinearlo, in una nota, è Rosita Schiavi, coordinatrice del circolo di Alba Adriatica di Fratelli d’Italia.

“I comunicati si susseguono, le dichiarazioni si moltiplicano, ma la città resta lì, ferma, ferita, con il volto segnato da un’estate che non sa più contenere. Non è più tempo di rassicurazioni di facciata. Non è più tempo di narrazioni accomodanti. È tempo di guardare in faccia la verità: Alba Adriatica non è più la città che si racconta, ma quella che si subisce.

“Il turismo giovanile non è un’invasione recente, né un’anomalia da correggere. È la radice stessa di questa città, la sua vocazione storica, il suo battito più autentico. Ma quando una vocazione non viene governata, si trasforma in deriva. E ciò che un tempo era vitalità, oggi è disordine. Ciò che era festa, oggi è frastuono. Non per colpa dei giovani, ma per colpa di chi ha smesso di ascoltare, di pianificare, di presidiare.

È inutile continuare a vendere un’immagine da dépliant, fatta di famiglie serene e passeggiate al tramonto, quando la realtà racconta di notti senza regole, di strade abbandonate, di cittadini che cambiano percorso per non incrociare il caos. La propaganda non illumina le strade buie. La programmazione sì.
E allora diciamolo chiaramente: non si può più navigare a vista. Non si può più affidare la sicurezza pubblica a ordinanze estive e controlli sporadici. Serve una visione. Serve una strategia. Serve una città che non rincorra i problemi, ma li anticipi. Che non si limiti a reagire, ma che sappia prevenire, proteggere, costruire.

E soprattutto, serve un patto costiero. Un’alleanza vera, concreta, operativa, tra Alba Adriatica, Tortoreto, Martinsicuro, Giulianova. Un fronte comune che coinvolga Prefettura, Questura, Regione. Perché il disordine non conosce confini amministrativi, e la sicurezza non può essere un privilegio a macchia di leopardo. O si agisce insieme, o si fallisce da soli.
Non è più tempo di rimpalli politici, né di proclami autoassolutori. È tempo di responsabilità. Di coraggio. Di scelte. Perché una città che ha paura di sé stessa è una città che ha già perso. Ma una città che si guarda dentro, che riconosce i propri limiti e decide di cambiare rotta, può ancora tornare a brillare”.

 

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