Sicurezza a Teramo, giro di vite contro attività che diventano basi di delinquenza
Le parole del sindaco D'Alberto dopo l'episodio di ieri sera

“Oggi tutte le città vivono fenomeni di microcriminalità rispetto i quali servono interventi coordinati, con una risposta decisa da parte delle istituzioni. Chi delinque deve essere punito a prescindere dalla nazionalità e dalla provenienza”.
Così il sindaco Gianguido D’Alberto, che anche a fronte dei due episodi che si sono verificati ieri in città, il primo a piazza Garibaldi e il secondo a piazza Martiri, interviene per chiarirne la reale portata e per evidenziare l’impegno dell’Amministrazione sul tema della sicurezza urbana, ribadendo la necessità di un intervento da parte delle istituzioni sovraordinate, in particolare del Governo, per fornire ai Sindaci strumenti e risorse per azioni efficaci, sempre nel rispetto dei ruoli e in maniera coordinata con le forze dell’ordine, competenti in termine di sicurezza ed ordine pubblico.
“La sicurezza ha sempre rappresentato una priorità per questa amministrazione, che nel confronto quotidiano con la Prefettura e le forze dell’ordine ha messo in campo in questi anni diversi interventi che vanno dall’implementazione della videosorveglianza al miglioramento della pubblica illuminazione nelle zone più sensibili della città, a cominciare dalla villa comunale. Comprendiamo come in particolare l’episodio di ieri sera, che ha visto l’immediato intervento delle forze dell’ordine e che si è fortunatamente risolto senza conseguenze, possa aver destato preoccupazione e come questo incida sul senso di insicurezza dei cittadini, e siamo impegnati, nel confronto con il questore e il prefetto, a mettere in campo tutte le iniziative necessarie a garantire la sicurezza e la vivibilità del territorio”.
“In merito all’episodio di ieri sera e dalla ricostruzione effettuata dalle forze dell’ordine, che ho sentito personalmente, non vi sarebbero al momento elementi che farebbero pensare ad episodi legati allo spaccio ma si tratterebbe di un alterco legato al fatto che il ragazzo di origini straniere, che poi è scappato, fosse ubriaco – spiega il primo cittadino – In ogni caso, anche a fronte di situazioni legate all’abuso di alcool, tra le attività che porteremo avanti e che già svolgiamo, effettueremo come amministrazione tutti i controlli e le verifiche sulla regolarità di tutte le attività commerciali. In alcuni casi, infatti, alcune attività di vendita diventano ricettacolo di situazioni di scarso decoro e di delinquenza e questo è inaccettabile. Al riguardo ho già sentito questa mattina il questore, con il quale abbiamo condiviso la necessità di un’azione integrata. Un altro aspetto inaccettabile, e anche su questo ci siamo confrontati più volte con le forze dell’ordine, è che ci siano situazioni, che si verificano in tutte le città italiane, dove persone che più volte hanno violato la legge, nonostante siano oggetto di denunce ed altre attività, non subiscono conseguenze giuridiche dai loro atteggiamenti e quindi tornano continuamente e nuovamente all’interno della comunità favorendo il senso di insicurezza dei cittadini”.
Il sindaco evidenzia poi come il tema della sicurezza sia un tema che spesso viene strumentalizzato, anche a fronte della confusione che in molte situazioni si ingenera tra il concetto di sicurezza urbana, all’interno della quale i Comuni hanno proprie competenze e che è legata, come da normativa, alla vivibilità e al decoro della città, e il concetto di ordine e sicurezza pubblici, che sono invece di esclusiva competenza delle forze dell’ordine.
“I Ssndaci e le amministrazioni oggi, in molti casi, non hanno strumenti adeguati per intervenire rispetto a tutta una serie di situazioni – prosegue il primo cittadino – e per questo, come ANCI, nel confronto con il Ministero dell’Interno, abbiamo chiesto risorse adeguate, politiche di sicurezza urbana integrata e l’aumento delle risorse finanziarie ed umane assegnate ai Comuni in materia di sicurezza urbana. Oggi, come ha evidenziato l’ANCI in un documento presentato al Ministro Piantedosi, i Comuni affrontano costi sempre maggiori in tema di polizia locale, emergenze sociali, educazione e servizi urbani. E questo senza fondi stabili per promuovere la sicurezza urbana integrata. Da qui la necessità di un nuovo e vero Patto per la sicurezza urbana che metta insieme tutti gli attori e dell’istituzione di un fondo per la sicurezza urbana integrata che ci consentirebbe di potenziare quei percorsi volti a contrastare il disagio giovanile, a prevenire la tossicodipendenza, a poter investire maggiori risorse sui sistemi di sorveglianza del territorio. Questo, a mio avviso, anche alla luce dell’evidente fallimento, già alle prime prove, del decreto sicurezza”.
Il sindaco conclude poi evidenziando la necessità di non confondere immigrazione e delinquenza, sottolineando come “tutti i cittadini che delinquono, siano essi italiani e stranieri, vanno puniti. Ma non si può nemmeno calpestare la dignità umana e strumentalizzare chi, una volta arrivato nel nostro paese, vive una situazione di difficoltà a causa di un vuoto normativo nella gestione della primissima accoglienza. In Italia abbiamo un sistema di accoglienza e integrazione, di cui i Comuni sono parte attiva con il SAI, che funziona e che rappresenta un’opportunità per tutti. Quella che crea situazioni problematiche è quella parte di immigrazione che ancora oggi non viene adeguatamente gestita e che sfugge alle attività degli enti locali, che intervengono come possono per affrontare disagi e situazioni di decoro e che spesso diventano il parafulmine di situazioni sulle quali non hanno competenze”.
D’Alberto richiama tutte le istituzioni a lavorare insieme, con l’obiettivo condiviso di rispondere efficacemente a quei fenomeni che creano allarme sociale.
“Tutte le istituzioni devono sentirsi chiamate in causa, a partire dalla Regione dove siedono quelle stesse forze politiche di centrodestra che a Teramo strumentalizzano quotidianamente il tema della sicurezza – conclude il primo cittadino – mentre in Regione hanno bocciato un presentato dal consigliere Sandro Mariani, in occasione del bilancio di previsione 2025/2027, che proponeva l’istituzione di un contributo straordinario di 300mila euro per il 2025 per i quattro capoluoghi di provincia, con l’obiettivo di promuovere progetti volti al potenziamento dell’organico della polizia locale e allo sviluppo di progetti sperimentali di sicurezza urbana integrata, attraverso il supporto di operatori di sicurezza privata per lo svolgimento di attività sussidiaria aggiuntiva, non sostituiva, a quelle ordinarie della polizia locale”.