Autorizzazione ambientale ok, il progetto del biodigestore di Teramo può partire FOTO VIDEO
L'associazione Ambiente e Sicurezza prova a presenziare e volano parole grosse

Con il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), essenziale per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto di biodigestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani di contrada Carapollo,Teramo Ambiente e Comune di Teramo avviano l’iter di approvazione ed esecuzione progettuale per la costruzione dell’impianto, forti di un consolidato sostegno non solo sul piano autorizzativo istituzionale ma anche su quello giudiziario-amministrativo.
In ben due occasioni, infatti, i giudici del tribunale amministrativo regionale hanno respinto altrettanti ricorsi contro la realizzazione dell’infrastruttura.
L’amministrazione comunale e la società in house dell’igiene ambientale cittadina – attraverso una collaudata sinergia tra TeAm, gli assessorati all’Ambiente e al PNRR – sono adesso pronti per avviare la realizzazione dell’opera, partendo dalla fase più importante ed epocale per la città sotto il profilo della salvaguardia ambientale: l’abbattimento ed eliminazione dell’inceneritore, dismesso dal 1987, ma che costituisce purtroppo, ancora oggi, un detrattore ecologico ad alto rischio.
Entro la fine dell’anno si procederà alla gara, all’approvazione in consiglio comunale del progetto del biodigestore e alla demolizione dell’inceneritore, con conseguente bonifica dell’area
Finanziato con fondi PNRR per un importo complessivo di circa 30 milioni di euro, sarà una delle pietre miliari sul percorso della realizzazione della cittadella del riciclo.
Oltre a quelle più strettamente tecniche – relative agli scarichi, alle emissioni in atmosfera e alla gestione dei rifiuti – è importante sottolinearne alcune in particolare, che rafforzano il progetto di Teramo Ambiente e costituiscono fondamentali elementi di rigenerazione del territorio: la realizzazione di ‘living walls’ (‘pareti viventi’ o ‘boschi verticali’) sulle pareti del biodigestore, con quinte arboree di essenze autoctone e ripariali del fiume Tordino, che si associano all’installazione di ampie vetrate trasparenti, finalizzate a rendere visibile l’attività interna anche a futuri fini didattici; la costruzione di una rete di raccolta delle acque, che assieme alla realizzazione di una struttura impermeabilizzata, porterà alla realizzazione di un sistema di drenaggio dei calanchi limitrofi, a stabilizzazione del fronte idrogeologico locale; l’implementazione di un sistema di video sorveglianza e di un impianto antincendio, che associati al servizio di vigilanza attivo sull’intera area di Carapollo, consentiranno anche la messa in sicurezza di una zona della città spesso bersaglio di atti vandalici e dei piromani.
Alcuni esponenti dell’associazione Ambiente e Sicurezza, che nei mesi scorsi hanno presentato ricorsi contro l’opera poi rigettati, hanno tentato di assistere alla conferenza aperta solo alla stampa e, respinti, gli animi si sono scaldati con parole grosse che sarebbero volate all’indirizzo di Saccomandi.