Sede Arpa a Teramo, Ugl Salute: “Scelte da fare con prudenza”
Il commento del segretario Matteucci dopo l'audizione in commissione vigilanza

Il segretario di Ugl Salute Abruzzo Stefano Matteucci si reputa soddisfatto dell’audizione in commissione vigilanza sulla sede Arta/Arpa di Teramo.
“Siamo soddisfatti per quanto emerso nella giornata di ieri in Commissione di Vigilanza e desideriamo innanzitutto ringraziare i Consiglieri regionali teramani per l’attenzione e il sostegno concreto alle istanze che da tempo portiamo avanti, in attesa della seduta di approfondimento del prossimo 4 Luglio”, esordisce Matteucci.
“Tuttavia, alla luce delle dichiarazioni rese dall’Assessore Imprudente e dalla direzione di ARPA, riteniamo doveroso fare piena luce su una vicenda che continua a sollevare dubbi legittimi. Forse l’Assessore farebbe bene a pretendere maggiore trasparenza e chiarezza dai vertici di ARPA, anche a tutela della propria figura istituzionale. Non è infatti la prima volta che è chiamato a riferire in Consiglio regionale sull’operato dell’Agenzia. Il nodo della questione è tanto semplice quanto grave: ARPA ha stipulato un contratto di affitto, avviato un trasloco e iniziato lavori di adeguamento nella struttura Infosat di Sant’Atto senza che il Comune di Teramo abbia rilasciato il Permesso di Costruire per l’attuale sede di Piazza Martiri Pennesi. In pratica, si è avviato un trasferimento senza alcuna certezza sulla possibilità di demolire e ricostruire l’ex Palazzo della Sanità. Un comportamento che ricorda molto quello di chi si mette alla guida senza aver conseguito la patente”.
“Non si può giustificare una simile decisione con l’urgenza di rispettare un cronoprogramma che – va precisato – abbiamo formalmente richiesto ma non ci è mai stato consegnato. Inoltre, il cronoprogramma indicato nelle Ordinanze del Commissario Straordinario per la Ricostruzione (n. 109 del 23/12/2020 e n. 129 del 13/12/2022) non è vincolante: per le varie fasi è possibile indicare date presunte in mancanza di una scadenza certa. Basti ricordare che il cronoprogramma per la sede ARPA dell’Aquila ha subito anni di ritardo”.
E ancora: “Quanto poi all’urgenza, più volte sbandierata, di affidare i lavori entro il 30 giugno 2025, facciamo notare che a fine maggio non era ancora stato pubblicato nemmeno il bando di gara. Di quale urgenza stiamo parlando? Sul piano economico, l’Assessore Imprudente e ARPA parlano di un costo stimato in 800.000 euro per bloccare il trasferimento a Sant’Atto. Ma i numeri raccontano un’altra storia. Secondo la Determina Dirigenziale n. 711 del 14/04/2025, l’ing. Marco Giansante ha disposto l’affidamento diretto del trasloco per un importo di 100.397 euro. A oggi, il trasloco è stato completato solo al 60%. Ne consegue che riportare indietro quanto già trasferito (documenti, qualche cappa e alcuni banconi) comporterebbe un costo molto inferiore. A questa somma va aggiunto il canone per il preavviso di 6 mesi in caso di rescissione del contratto d’affitto, pari a circa 80.000 euro, che comunque andrebbe versato anche in caso di conferma del trasferimento. In totale, quindi, l’annullamento dell’operazione comporterebbe una spesa poco superiore ai 100.000 euro, a fronte di un affitto che – secondo contratto – costerà 1.200.000 euro in 6 anni, fino a un massimo di 2.400.000 euro in 12 anni. Infine, ma non certo per importanza, è bene ricordare che negli ultimi tre anni sono stati eseguiti interventi nella sede di Piazza Martiri Pennesi per un valore complessivo di circa 400.000 euro”.
“Si è trattato di lavori non strutturali, ma finalizzati a migliorare il benessere lavorativo dei dipendenti. Proprio per questo, riteniamo opportuno continuare a utilizzare tale struttura finché sarà possibile, almeno fino alla costruzione della nuova sede.
Per tutte queste ragioni, chiediamo ad ARPA di tornare sui propri passi, ispirandosi al principio del buon padre di famiglia.
Stiamo parlando della cosa pubblica: ogni scelta deve essere improntata a prudenza, trasparenza e responsabilità. Chiediamo inoltre alle forze politiche regionali, in particolare a quelle teramane, di continuare a sostenerci. È in gioco il benessere dei lavoratori, il futuro dell’Agenzia e la centralità della città di Teramo”, conclude Matteucci.