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Teramo

Riserva del Borsacchio: il Consiglio regionale conferma il perimetro “provvisorio” ridotto a 24,7 ettari

Roseto. Il 16 dicembre il Consiglio regionale dell’Abruzzo è tornato a discutere della perimetrazione della Riserva naturale regionale del Borsacchio, chiamato ad approvare l’ennesima modifica alla legge istitutiva del 2005.

Nonostante la comunicazione della seduta sia arrivata con appena tre giorni di anticipo, ieri ancora una volta, attivisti e volontari del WWF Abruzzo e delle Guide del Borsacchio, insieme a rappresentanti di Italia Nostra e Pro Natura si sono riuniti davanti al palazzo del Consiglio regionale a L’Aquila per un sit-in di protesta.
Una delegazione è stata anche ricevuta nella commissione dei capigruppo alla presenza del Presidente del Consiglio Sospiri. È stata l’ennesima occasione per ripetere ai consiglieri le ragioni che sono dietro alla protesta contro la cancellazione della Riserva regionale del Borsacchio. Ma è stato tutto inutile: la maggioranza di centrodestra del consiglio regionale è andata avanti come sempre e ha confermato definendolo “provvisorio” il perimetro della riserva a 24,7 ettari.

Uno schiaffo non solo alla natura e alla biodiversità, ma anche al buon senso, alla partecipazione democratica, alla credibilità delle istituzioni regionali e anche a tutti coloro che pagano le tasse in Abruzzo: con la conferma di questo perimetro ridicolo, i 250.000 euro di denaro pubblico spesi dalla Regione Abruzzo per la redazione del Piano di Assetto Naturalistico vengono di fatto gettati al vento poiché la riduzione della Riserva renderebbe necessario riscriverlo.

Da vent’anni la Riserva del Borsacchio sopravvive esclusivamente grazie all’impegno dei volontari, mentre la Regione continua a rinviare l’unica soluzione logica e immediata: ripristinare il perimetro originario, approvare il Piano di Assetto Naturalistico già definito e avviare finalmente una gestione ordinaria della Riserva. Invece, si persevera in un accanimento normativo che paralizza la tutela ambientale, alimenta l’incertezza e lascia il territorio esposto a pressioni e speculazioni.

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