
Come noto, da qualche giorno, la Corte di Appello ha accolto la richiesta di sospensiva della sentenza di primo grado che, a maggio, aveva restituito gli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva alla Provincia di Teramo.
“Fino al 16 settembre, giorno della discussione del giudizio di appello, oggi più che mai torniamo ad invitare, come gruppo di Minoranza, il presidente della Provincia e la sua maggioranza ad essere più prudenti nella gestione della questione degli impianti, ormai fermi da troppo tempo. Anche per evitare le inutili le poco edificanti gaffes che, subito dopo la sentenza di maggio, il presidente della Provincia ha fatto, lanciandosi in facili entusiasmi e disinvolti proclami, puntualmente smentiti dallo stato delle cose”, a dirlo La Forza del Territorio.
“Il termine promesso da D’Angelo del 5 luglio, pontificato come giorno di ripartenza del sistema, infatti è stato ampiamente smentito dalla giustizia, tanto quanto, sotto il profilo politico, la nomina dei tre liquidatori della GST, di fatto, ad oggi, depauperata di ogni rilievo. Nell’attesa del pronunciamento definitivo, pertanto, la Forza del Territorio, come forza di rappresentanza numericamente più importante dell’intera Provincia di Teramo, non può esimersi dal ricordare che, in ogni caso, il nostro ente e’ tenuto alla manutenzione degli impianti. Manutenzione, in primis, imposta nella convenzione tra ente proprietario e gestore. Manutenzione, inoltre, che deve essere svolta anche nell’ottica di dover-una volta per tutte-conciliare, al di là delle beghe giudiziarie, la valorizzazione del turismo con la sicurezza degli impianti stessi. Ed a proposito di sicurezza e’ d’obbligo ricordare al nostro Presidente che l’ amministrazione precedente il suo mandato ha lasciato in bilancio tutte le risorse finanziare necessarie per l’allocazione degli o’belix. Questi strumenti, sono da tempo a disposizione della Provincia, in attesa di essere posizionati a presidio di potenziali smottamenti nel periodo invernale. E la Provincia non può e non deve più sottrarsi da questo suo compito”.
E concludono: “Che questi 90 gg circa, dall’udienza, pertanto, siano di ricerca della definitiva risoluzione della vicenda, tenendo conto di tutte le istanze e gli enti coinvolti, in primis dell’interesse dei cittadini dell’intera provincia teramana di poter beneficiare dello straordinario patrimonio montano, di cui, da troppo tempo, sono stati privati. Per quanto ci ruguarda, se coinvolti nelle valutazione delle scelte migliori per la nostra montagna, come sempre non ci sottrarremmo dall’essere parte attiva in questo, auspicabile, processo di restituzione”.