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Teramo

Nuova sede dell’Arpa a Teramo: “Regione contraria al trasferimento in periferia”

A sottolinearlo l'opposizione

“Questa mattina, al di là delle varie posizioni che sono state portate al tavolo della Commissione Vigilanza in Consiglio Regionale, è emersa chiaramente la volontà della Regione Abruzzo di bloccare il trasferimento della sede dell’ARPA di Teramo da piazza Martiri Pennesi, nel cuore della città, in Contrada Saccoccia, zona decisamente più periferica, in attesa di valutare la fattibilità della realizzazione di una nuova sede dell’agenzia presso la zona di via Campo Boario”.

 

A sottolinearlo, in una nota congiunta, il Capogruppo di “Abruzzo Insieme” Giovanni Cavallari, relatore del punto in Commissione, il Presidente della Vigilanza Sandro Mariani, il Capogruppo di “Azione” Enio Pavone e il Consigliere Regionale del Pd Dino Pepe dopo che stamane sono stati auditi in Commissione il Vice-Presidente della Regione Abruzzo Emanuele Imprudente, il Presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo, il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, i responsabili amministrativo e tecnico dell’ARPA e alcune sigle sindacali.

“Comprendiamo alcune preoccupazioni emerse nel corso della Vigilanza, in particolare da parte dei dipendenti che chiedono certezze e temono di dover far fronte ad un doppio trasferimento, e dai vertici dell’ARPA che hanno manifestato le difficoltà nel bloccare un iter già partito, ma è parso lampante come, da parte della politica tutta, ci sia stato un grande atto di responsabilità e disponibilità affinché la nuova sede dell’ARPA di Teramo venga sì delocalizzata, ma realizzata comunque nel cuore della città e non in una location periferica” dichiarano i quattro consiglieri di opposizione. “Ora la palla passa in mano alla politica che dovrà definire i prossimi passaggi con la Commissione Vigilanza che, dopo questo primo incontro, ha deciso di aggiornarsi in seduta straordinaria il prossimo 4 luglio per proseguire l’analisi di questa delicata situazione e studiare la strada migliore in accordo con tutte le parti coinvolte”.

“Le scelte adottate da Arpa Abruzzo per la sede del distretto di Teramo rispondono all’esigenza inderogabile di non perdere il finanziamento di 6,7 milioni di euro dell’Ufficio speciale per la ricostruzione (USR), formalizzato con l’ordinanza commissariale n. 129 del 29 dicembre 2022 e di dotare l’Ente di una sede sicura, efficiente e funzionale. È quanto è emerso con chiarezza nel corso dell’audizione svoltasi stamane in Commissione regionale di Vigilanza, alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali e sindacali: i commissari Giovanni Cavallari, Sandro Mariani, Dino Pepe ed Enio Pavone, promotori della richiesta di convocazione; Emanuele Imprudente, vicepresidente della Regione Abruzzo con delega all’Ambiente; Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo; Camillo D’Angelo, presidente della Provincia di Teramo e i segretari regionali e provinciali delle principali sigle sindacali. Per Arpa Abruzzo erano presenti il direttore di area amministrativa, Marco Cacciagrano, ed il dirigente Marco Giansante, in qualità di Rup del progetto. La relazione tecnica illustrata dai vertici dell’Agenzia ha mostrato come tutte le scelte – dalla valutazione strutturale dell’edificio alla ricerca di un immobile alternativo, dalla stipula del contratto di locazione per la sede provvisoria di via De Benedictis a Sant’Atto all’avvio del trasloco – siano state prese prima che il Comune di Teramo, all’esito dei tavoli tecnici del 5 e 12 maggio e del 5 giugno 2025, optasse formalmente per la delocalizzazione della sede definitiva da piazza Martiri Pennesi alla zona di Campo Boario”.

Il vicepresidente Emanuele Imprudente ha sottolineato che “l’iter tecnico-amministrativo di Arpa per la demolizione e ricostruzione in situ era già stato avviato quando la politica teramana, in una fase successiva, ha scelto di optare per la delocalizzazione, scelta poi condivisa poi da tutte le istituzioni. Pur volendo valutare le istanze di restare nella sede di Piazza Martiri Pennesi fino alla realizzazione della nuova sede – ha aggiunto Imprudente – è importante considerare che l’Agenzia ha agito con perizia, attivando procedure e sostenendo costi per la locazione e l’adeguamento della sede provvisoria. Tornare indietro ora significa valutare attentamente le eventuali conseguenze amministrative e finanziarie oltre che di responsabilità per non mettere in difficoltà un ente – ha concluso – che finora ha operato responsabilmente e nel rispetto delle indicazioni ricevute dall’Ufficio speciale per la ricostruzione”.

La sede di Sant’Atto rappresenta una soluzione provvisoria necessaria al rispetto del cronoprogramma imposto dall’Usr, che prevede l’affidamento dei lavori per la nuova sede entro il 30 giugno 2025. Il contratto d’affitto – per un immobile moderno di circa 1.300 metri quadrati, già dotato di impianti efficienti e spazi adeguati per i laboratori – è stato firmato il 18 febbraio 2025, mentre il trasloco è iniziato ad aprile ed è ormai completato per l’80%. L’Agenzia ha già sostenuto spese per oltre 500 mila euro, tra affitto, lavori di adeguamento e smontaggio delle attrezzature.

Un eventuale dietrofront, con la permanenza nella sede di piazza Martiri, comporterebbe un aggravio economico stimato in oltre 700 mila euro, tra costi già sostenuti, penali, ulteriori traslochi e ripristino degli impianti e dei locali. Senza contare il rischio concreto di vedere revocato o ridimensionato il contributo pubblico assegnato.

I vertici di Arpa hanno ribadito che ogni decisione è stata presa “secondo perizia, rispetto delle norme e lungimiranza operativa”, valutando attentamente le condizioni dell’immobile storico e le scadenze imposte dalla governance post-sisma. Solo un chiaro e tempestivo supporto delle istituzioni, è stato detto in conclusione, potrà consentire eventuali modifiche al percorso già tracciato, evitando che a pagarne le conseguenze sia un ente che ha operato con responsabilità e nel pieno rispetto degli indirizzi ricevuti.

 

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