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Teramo

Nereto, asilo nido e contenziosi: ecco come stanno le cose

Nereto. Non è una scelta casuale, ma un intervento mirato, utile per agire con responsabilità e garantire sostenibilità ai servizi.

Lo aveva sottolineato durante l’assemblea pubblica, e anche in consiglio comunale, ora la questione legata all’esternalizzazione dell’asilo nido comunale viene spiegata, nei particolari, dal sindaco Daniele Laurenzi.

“La rimodulazione della gestione dell’asilo nido comunale è una decisione maturata a seguito della sentenza del TAR di fine aprile 2025 che condanna il Comune al pagamento di 835.000,00 euro alla società ricorrente che aveva messo in mora l’Ente nel 2015 con atto di citazione del 2017.
Anche questa sentenza è connessa alle vicende della nuova zona produttiva e all’orrore dei contenziosi ereditati”.

Le precisazioni del sindaco, oltre al provvedimento adottato, si legano anche alle esternazioni veicolate dal gruppo di minoranza.

“In questi anni non è stata aumentata la pressione tributaria nonostante la catastrofe dei contenziosi ereditati e la drastica riduzione dei trasferimenti statali con l’aumento invece del costo dei servizi, soprattutto la spesa energetica e la spesa sociale.

Abbiamo utilizzato le limitate risorse a disposizione per le cose necessarie e sostenibili, nell’ottica del contenimento della spesa, con la gestione oculata e responsabile del bilancio pubblico, con la corretta verifica delle entrate e con la messa in atto delle procedure di alienazione dei beni immobili, il tutto per accantonare molti soldi alla voce fondo contenzioso.

Il bilancio sulla parte corrente è in equilibrio ed è frutto della responsabilità, ciò nonostante l’evoluzione di alcuni contenziosi ci preoccupa e ci impone la massima attenzione nel continuare a tenere i conti in ordine, non rinunciando ad attuare il programma elettorale e dando ancor più slancio al nostro impegno per contrastare l’evasione tributaria per una comunità più equa”,

Adeguamenti. Il sindaco ricorda che nel 2024 sono state adeguate le quote di compartecipazione di alcuni servizi pubblici in maniera proporzionale per fasce di reddito ISEE raggiungendo una compartecipazione minima a carico delle famiglie 36%, così come prescrive la Corte dei Conti e in conformità al dettato normativo di riferimento, per una corretta e trasparente gestione del bilancio.

Asilo nido. “La scelta di esternalizzare la gestione dell’asilo nido è una scelta necessaria, corretta e responsabile per garantire la continuità del servizio, la stabilità dei conti pubblici e la trasparenza nella gestione dei capitoli di entrata e di spesa del bilancio pubblico”, si legge nel post apparso sui social.

Le entrate annue legate all’asilo nido, tra rette e contributi, si attestano intorno ai 130.000 euro cifra che poi si discosta notevolmente dalle entrate effettive a causa dei ritardi nei pagamenti delle rette e per le morosità. A fronte di ciò, le uscite nel 2026 — in conseguenza del pensionamento delle educatrici comunali — aumenteranno significativamente: si passerà da circa 230.000 a 300.000 euro, importo necessario per il pagamento della cooperativa esterna che dovrà gestire il personale educativo e ausiliario.

La concessione dell’asilo sul triennio comporta un risparmio di almeno 300 mila euro, economie che saranno necessariamente ed esclusivamente destinate al fondo contenzioso, al riconoscimento dei debiti fuori bilancio e concorrono, con altri correttivi e tagli alle spese, all’accantonamento obbligatorio previsto dalla legge per gli enti con queste criticità.

L’attuale modello di gestione dell’asilo nido, così strutturato, non è più sostenibile a lungo termine. Intervenire ora significa evitare squilibri futuri e razionalizzare le risorse, garantendo così equilibrio finanziario e tutela degli interessi della collettività.

Per il servizio dell’asilo nido non abbiamo più la possibilità, nell’ambito dell’autonomia finanziaria degli enti locali e nel rispetto degli equilibri di bilancio, nonché nel rispetto della clausola di invarianza della spesa, di provvedere alla copertura finanziaria del servizio con risorse comunali nel rispetto del principio di ragionevolezza. Perché proprio questo correttivo? Perché non è consentito l’utilizzo di mutui (tranne nel caso di spese di investimento) per finanziare debiti fuori bilancio di questa natura, inoltre le entrate con destinazione specifica per legge non possono essere utilizzate per finanziare questi debiti fuori bilancio.

La concessione dell’asilo nido comporta l’aumento delle rette, si tratta di una scelta difficile ma necessaria e doverosa, presa con la massima trasparenza, nell’interesse della collettività e della stabilità economica del comune e quindi della legalità e della buona amministrazione.

Il nostro impegno resta quello di non far venir meno il servizio educativo, mantenendone la qualità e tutelando le famiglie, ma adottando un modello di gestione più efficiente, sostenibile e flessibile. Per questo stiamo verificando le condizioni per destinare fondi al sostegno del pagamento delle rette per le situazioni reddituali più basse, provvedimento che si potrebbe aggiungere al bonus Inps a sostegno del pagamento delle rette”.

 

I contenziosi. Ma torniamo alla sentenza del TAR di fine aprile e alla società ricorrente, ora in liquidazione che lamenta danni per oltre 5 milioni di euro per la mancata realizzazione di una strada, i cui lavori di urbanizzazione sul tratto b-c si sono fermati a causa di problematiche di natura tecnica e legale, che hanno coinvolto la proprietà dei terreni che insistono nelle aree espropriate e allora occupate ed oggetto dei lavori di urbanizzazione.

Ebbene, da un lato della stessa medaglia il Comune ha ancora pendenti i ricorsi presentati dalla proprietà di questi terreni (a mio avviso legittimi) e dall’altro lato della medaglia questa società, già facente parte del Consorzio industriale, anch’esso in liquidazione e che doveva completare i lavori, cita il comune che prende schiaffi a destra e a manca.

Questo ennesimo contenzioso riguarda vecchie dinamiche amministrative, urbanistiche e politiche, per meglio dire la commistione di ruoli, funzioni e interessi che, di certo, di pubblico hanno avuto ben poco per non dire niente. Un viluppo di delibere pasticciate e l’intreccio di documenti presto dimenticati, spesso omessi, peggio scomparsi. Un groviglio di lavori parzialmente realizzati, l’intrico di convenzioni urbanistiche disattese, di opere pubbliche invece queste sì realizzate, ma da altri Enti e con ingenti risorse pubbliche, al fine di rimediare all’orrore della pianificazione, o se vi aggrada di più, della “progettazione”, della nuova zona produttiva che adesso qualcosa produce grazie proprio anche all’impegno e al pragmatismo del sottoscritto.

A breve e nella sede preposta del Consiglio Comunale avrò modo di spiegare meglio com’è stato possibile da parte del comune riprendere delle strade senza tappetini stradali e senza il tratto b-c, con lo svincolo delle polizze fideiussorie, e come sempre paleranno, al disopra di tutto e di tutti, le carte.

Dunque nelle more del ricorso in Consiglio di Stato e/o di una definizione bonaria della vicenda, alla luce degli altri contenziosi e debiti ereditati, dobbiamo accantonare alla voce fondo contenzioso ulteriori ingenti risorse di bilancio e senza questa ultima sentenza, è bene chiarire, non ci sarebbe stata la necessità di rimodulare la gestione dell’asilo nido.

In questi 7 anni abbiamo già riconosciuto 900 mila euro di debiti fuori bilancio e abbiamo incessantemente gestito i contenziosi prediligendo sempre, laddove possibile e sostenibile per il bilancio pubblico, le composizioni bonarie con rateizzazioni accordate da tutti i creditori che in questi anni non hanno comportato aumenti e balzelli per la cittadinanza grazie per l’appunto alla collaborazione e sensibilità delle controparti.

Tutti debiti riconducibili a precedenti gestioni e dinamiche amministrative disastrose.

Tutti debiti riguardanti l’orrore delle vicende della zona produttiva e della gestione illegittima dell’ex personale a tempo determinato; 900 mila euro sottratti alle manutenzioni, agli asfalti, alle riqualificazioni, al sociale, allo sport, ai giovani e agli anziani, fondi sottratti all’ulteriore crescita e sviluppo della nostra comunità e per i servizi ai nostri concittadini. Crescita che in ogni caso c’è stata in questi 7 anni grazie alla mole di finanziamenti che questa amministrazione è stata capace di intercettare, numeri certificati dalla Corte dei Conti: progetti pari a oltre euro 9 milioni di euro, che non riguardano soltanto la pianificazione di opere pubbliche strategiche, in primis che garantiscono la permanenza dei bambini in strutture adatte all’attività scolastica e sportiva, salubri, sicure e con gli impianti funzionanti, ma anche la digitalizzazione e l’innovazione nella PA.

La sfida della risoluzione dei contenziosi ereditati che abbiamo sempre palesato, a differenza del passato, mai nascosto nei cassetti o ancor peggio sono state talune mancate costituzioni in giudizio che hanno condannato pesantemente contumace il comune.

Il contenzioso ereditato è un punto del nostro programma e tocca a noi cercare di appianarlo definitivamente.

La presenza di molti contenziosi rappresenta un serio pericolo per l’equilibrio di bilancio e non è vero come sostiene qualcuno che i bilanci si possono comunque sempre aggiustare, se fosse così non si capisce come altri enti versino in situazioni di squilibrio e disavanzo, predissesto e dissesto finanziario, con conseguenze gravi in termini di tagli ai servizi e responsabilità accertate dalla Corte dei Conti in capo agli organi amministrativi.

Di fronte all’entità di alcune sentenze i numeri sono freddi, non si possono interpretare, ma solo osservare e, eventualmente, commentare.

Chi sostiene che le risorse strutturali da destinare al fondo contenzioso si possono trovare altrove dovrebbe fare proposte concrete e non populismo spicciolo, chi come al solito cerca la ribalda e la rivalsa politica, strumentalizzando anche il problema della gestione del contenzioso, con spregiudicate considerazioni volte a cavalcare l’onda e inseguire il consenso, versa in una grave confusione amministrativa – giuridica e palesa ignoranza contabile”.

Vicenda Paola Matatesta. . Il sindaco esprime vicinanza e quella di tutta l’amministrazione comunale alla consigliera Paola Malatesta oggetto di attacchi miserevoli da parte di un ex consigliere comunale, per il solo fatto di aver fatto parte di una precedente amministrazione. Tralasciando le eventuali responsabilità dei precedenti organi comunali, tutte ancora da accertare, occorre chiarire che la consigliera Paola Malatesta non ha mai fatto parte di determinate giunte comunali che hanno invece votato atti amministrativi e assunto provvedimenti, pertanto la stessa consigliera è estranea e non ha alcuna responsabilità amministrativa”.

 

 

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