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Teramo

Civitella del Tronto, respinta la mozione della minoranza sul reparto di ostetricia e ginecologia

Il capogruppo di minoranza Sbranchella punta l'indice sulla posizione assunta dal Pd

Civitella del Tronto. Respinta la mozione del gruppo di minoranza sul tema dell’ospedale Val Vibrata.

Nel consiglio comunale di giovedì 12 giugno, durato oltre due ore e caratterizzato da un confronto
acceso e approfondito, la maggioranza ha respinto la mozione presentata dai consiglieri di Uniti
per Civitella, con cui si chiedeva al Sindaco di impegnarsi formalmente alla Asl per la revoca
della delibera n. 1985/2024, che ha soppresso la UOC di Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale di
Sant’Omero, declassandola a semplice UOS dipendente dalla sede di Teramo.

La mozione ha ottenuto 3 voti favorevoli – quelli dei consiglieri firmatari Andrea Sbranchella, Nicoletta Vattilana e Vincenzino Di Luigi – e il voto contrario della maggioranza, compresi i consiglieri Gabriele Marcellini e Mario Tulini, esponenti del Partito Democratico.

Pur essendoci stato il tentativo di etichettare come “tardiva” l’iniziativa del comitato cittadino e della mozione consiliare, il gruppo Uniti per Civitella ha respinto con fermezza questa lettura, ribadendo che un’amministrazione comunale ha il dovere di intervenire ogni volta che un presidio sanitario venga messo in discussione, senza farsi condizionare dal calendario delle decisioni già assunte altrove.

I consiglieri di minoranza hanno evidenziato “un’evidente contraddizione: se oggi si ritiene fondamentale salvaguardare altri reparti come Chirurgia, non si comprende perché si debba accettare senza reazione il declassamento della UOC di Ginecologia”.
“Non è mai troppo tardi per difendere il proprio ospedale. La mozione non rappresentava un gesto tardivo, ma un’azione concreta e ancora praticabile, come dimostra l’iniziativa di altri enti che hanno già chiesto la revoca della delibera ASL n. 1985/2024.

Rinunciare a questa possibilità, per il gruppo di minoranza, significa sottrarsi a una responsabilità verso i cittadini, che da settimane esprimono preoccupazione per l’indebolimento di un reparto fondamentale e chiedono ascolto e tutela concreta.

“Sconcerta il comportamento dei consiglieri Marcellini e Tulini, che, pur militando nel Partito
Democratico – forza politica che a livello provinciale e regionale si è schierata con chiarezza contro
la delibera ASL – hanno votato contro la mozione, scegliendo di seguire ciecamente le indicazioni
della Sindaca e abbandonando di fatto la linea politica del loro stesso partito”, sottolinea il capogruppo Andrea Sbranchella.
“Una scelta che solleva domande politiche serie: esistono forse due Partiti Democratici, con due
visioni opposte sulla sanità pubblica in Val Vibrata?
Oppure si tratta di una prova di fedeltà personale, più che politica, verso la Sindaca, anche a costo
di contraddire il proprio mandato e tradire le battaglie portate avanti dal PD in altri comuni e livelli
istituzionali?
Un atto che dimostra timidezza istituzionale nel difendere la sanità pubblica. Un voto che ha
contribuito a far saltare un’occasione importante di coesione politica e di pressione congiunta sul
piano sanitario territoriale.
Marcellini e Tulini, più che portavoce dei cittadini, sono apparsi come due consiglieri al guinzaglio,
privi di autonomia, costretti a piegarsi a una linea imposta, in evidente contrasto con quella
sostenuta dal loro stesso partito a livello provinciale.
Durante il dibattito, il capogruppo di minoranza Andrea Sbranchella ha dichiarato con fermezza:
“Non posso, non voglio e non devo sostituirmi al Sindaco. Tuttavia, se mi fossi trovato al suo posto, avrei senz’altro approvato questa mozione, poiché essa dà voce a un’istanza che non proviene soltanto dai consiglieri di minoranza, ma si leva corale da un’intera comunità della Val Vibrata, profondamente legata alla dignità e al futuro del proprio presidio ospedaliero”.

 

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