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Teramo

Atri: bufera disavanzo

Le repliche alle dichiarazioni del Sindaco. La minoranza chiede rispetto per la comunità

Atri. A cercare di mettere un punto alle polemiche sorte in merito al disavanzo di bilancio, approvato nell’ultimo consiglio comunale di Atri, che ammonta a 12 milioni di euro, è il sindaco della città ducale Piergiorgio Ferretti, il quale ha spiegato che le ragioni del deficit risiederebbero “nella mancata riscossione dei crediti e non negli sperperi da parte dell’amministrazione”.

 

Ma l’opposizione non ci sta.

 

Prospettiva Atri (Pd Atri, Atri in Azione, MoVimento 5 Stelle Atri, Officina Atriana) annuncia una conferenza stampa pubblica, aperta anche ai cittadini. “Non sarà una passerella: sarà un momento di verità, argomentando e non rimanendo nel vago come ha fatto il prof Ferretti nella sua seduta privata, senza contraddittorio e senza nemmeno il supporto e sostegno della sua giunta. Solo. Lo facciamo perché il Sindaco continua a raccontare una versione fumosa dei fatti, tentando di mascherare una crisi finanziaria gravissima con un linguaggio tecnico e rassicurante. Noi, componenti di Prospettiva Atri riteniamo doveroso ristabilire i fatti: Atri è sull’orlo del dissesto. E non per colpa dei cittadini”.

Sui crediti, aggiungono: “Il disavanzo complessivo dichiarato ammonta a 12,5 milioni di euro. Di questi, una gran parte sono crediti difficilmente o per nulla esigibili – da TARI, IMU, multe, affitti – mantenuti artificiosamente in bilancio. Non per “equità fiscale”, ma per non dover ammettere l’insostenibilità della situazione nascondendo la verità agli elettori e mentendo sui palchi!”.

E sugli tagli: “Il Sindaco dice: “Non ci sono stati sprechi”. Ma se per oltre dieci anni si sono accumulati crediti mai incassati, se non si è riorganizzata la macchina della riscossione, se si è speso senza adeguata copertura, allora la domanda è semplice: Chi doveva intervenire? E perché non lo ha fatto prima?. Il Comune risponde a questa crisi con tagli ai servizi essenziali, aumenti nascosti, più tasse locali e meno opportunità per tutti. È una strategia politica, non una necessità contabile”.

Prospettiva Atri passa in rassegna tutti i punti: “Trasporto scolastico: Ferretti lo chiama “razionalizzazione”. In realtà, sta eliminando altri pulmini, accorpando zone e riducendo l’accesso per bambini e famiglie nelle aree più fragili. Una misura imposta per ripianare un disavanzo che lo stesso professore Ferretti ha contribuito a generare. Trasporto urbano: Definito “inutile”, è stato tagliato. Ma lo era solo per chi guarda ai bilanci, non alle persone: disabili e anziani su tutti. Si colpisce la mobilità sociale e si crea una città diseguale. Mense e personale: accorpamenti e licenziamenti. Non solo calo della qualità: famiglie resteranno senza lavoro solo per coprire gli errori del passato. Nessuna solidarietà, nessun piano alternativo. Parcheggi a pagamento. L’ampliamento degli stalli blu è una tassa camuffata. Deciso senza coinvolgimento di cittadini o commercianti, serve solo ad aumentare le entrate, scaricando il costo della crisi su chi lavora e vive ad Atri”.

“Razionalizzazione è un’elegante mistificazione. Quando si taglia il trasporto scolastico, si tolgono servizi ai più piccoli. Quando si chiude un pulmino o una cucina scolastica, si tocca la vita quotidiana di una famiglia. Quando si aumentano i costi per parcheggiare o per mangiare a scuola, si penalizzano i più deboli. Non sono i cittadini a dover pagare gli errori di chi governa. Ferretti invoca oggi l’“equità fiscale” per giustificare migliaia di cartelle esattoriali. Ma per anni quei crediti sono rimasti lì, congelati, ignorati, lasciati marcire. Non esiste equità senza efficienza. Non esiste giustizia fiscale senza trasparenza.

La proposta di Prospettiva Atri:

1. Verifica pubblica e indipendente dell’esigibilità dei crediti

2. Piano trasparente e monitorabile di rilancio della riscossione

3. Un patto vero con le associazioni e la rete civica, non una penalizzazione.

4. Gestione partecipata delle scelte, con cittadini e categorie sociali

“Atri merita di più. E da oggi, lo pretendiamo. Vi aspettiamo numerosi in conferenza stampa. La partecipazione é fondamentale. L’informazione é libertà”, conclude il gruppo di Prospettiva Atri.

SINISTRA ITALIANA: ATRI NON È UN FOGLIO EXCEL 

“Il sindaco ha parlato in una conferenza stampa solitaria e autoassolutoria. Ha detto che il disavanzo da oltre 12 milioni e mezzo non è colpa sua. Il Covid, il commissariamento, le elezioni e perfino gli uffici comunali hanno contribuito alla situazione. Ha parlato di razionalizzazioni, di parcheggi a pagamento, di utenze da scaricare sulle associazioni. Ma non ha chiesto scusa. E, soprattutto, non si è assunto alcuna responsabilità politica per una gestione che dura da 16 anni.

È grave che un sindaco scarichi la colpa sui dipendenti comunali senza interrogarsi sulle proprie scelte: chi ha deciso come organizzare gli uffici? I dipendenti fanno quello che possono con gli strumenti e le indicazioni che ricevono. Ed è grazie a loro che si è arrivati ad un ottimo livello di riscossione. Chi ha rinviato per anni la riscossione? Chi ha scelto di non affrontare il problema fino a quando è esploso? La responsabilità, quando si guida una città, è sempre di chi amministra.

Intanto, mentre lui rassicura che “non finirà il mondo”, la città cambierà. In peggio. Lo vedranno le famiglie alle prese con nuove tariffe e parcheggi a pagamento anche davanti all’ospedale e alle scuole. Lo vivranno le associazioni, costrette a sostenere nuove spese. Lo subiranno le persone che tengono insieme la città ogni giorno, spesso senza visibilità, ma con dedizione. Lo dovrà affrontare il personale docente e non docente che ogni giorno viene a prestare servizio ad Atri o il personale medico dell’Ospedale. Quanti utenti potrà perdere l’Ospedale? E l’INPS? E gli altri servizi? E, se le prestazioni caleranno, quali saranno le conseguenze su questi servizi pubblici?

Lo porteranno come un macigno sulle spalle i fragili, gli ultimi. Su chi credete che cadrà il peso del fallimento suo, anzi del loro, fallimento? Su chi si abbatterà la famelica azione delle riscossioni? Su chi, in silenzio e con dignità, ha continuato a pagare, anche dilazionando in piccole rate, il proprio debito pur di non venir meno ai propri doveri.

E la cosa che fa davvero rabbrividire è scaricare su di loro le colpe. Vessati, sacrificati, abbandonati e incolpati.

Atri è una città che ha scelto i servizi, la scuola pubblica, la cultura, la sanità, lo sport. Una città viva, fatta di relazioni, impegno, volontariato. Oggi tutto questo è a rischio, sacrificato sull’altare di un piano che chiamano “di riequilibrio”, ma che assomiglia sempre più a un arretramento sociale. Atri non è un bilancio da pareggiare. È una comunità che merita rispetto ed è da qui che bisogna ricominciare”.

 

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