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Teramo

Alba Adriatica, fondi e tempi di realizzazione delle opere anti-erosione: la riflessione

Il vicesindaco Simone Pulcini analizza alcune questioni

Sayonara Tortoreto

Alba Adriatica. Tre riflessioni, lontane comunque da evidenze di natura polemica, utili per aprire comunque un confronto dialettico sulle opere anti-erosione pianificate sul litorale che va da Villa Rosa e fino alla foce del Salinello.

Simone Pulcini, vicesindaco del Comune di Alba Adriatica, affida ad un lungo post sui social per analizzare una delle notizie che in questi ultimi giorni hanno prefigurato scenari importanti, e probabilmente risolutivi, per affrontare l’emergenza erosione.
La Regione, attraverso i fondi della Protezione civile, come esternato dal sottosegretario Umberto D’Annuntiis, ha stanziato 6,5 milioni di euro per realizzare le barriere rigide che partiranno dalle zone più erose, da Villa Rosa e Alba Adriatica.
“Dopo decenni di tendenziale frammentazione sull’argomento, i portatori di interesse pare abbiano finalmente trovato una tendenziale comunione di vedute rispetto alla necessità di procedere velocemente con le opere in questione”, sottolinea Pulcini. “Per molto tempo, infatti, le contrapposizioni territoriali sull’argomento, non hanno fatto altro che immobilizzare la politica regionale ritardando l’adozione di misure a carattere strutturale.
Nonostante la fiducia che ho la volontà di riporre nel futuro, evito di affermare certezze sul grado di coesione attuale rinviando la valutazione all’imminente prova dei fatti in cui la Regione Abruzzo dovrà giocare, ancora una volta, un ruolo cruciale”.

Le riflessioni.

Progettazione unitaria. “In passato è mancanza coesione sugli interventi da eseguire”, chiosa il vicesindaco Pulcini.
Attualmente, invece, esiste un Piano di Difesa della Costa (pur avendo già fallito due dei tre appuntamenti previsti) ma manca una progettazione tecnica dell’intervento in grado di dare esecuzione ai lavori. Senza alcuna vena polemica ma con la speranza di proporre una riflessione utile alla causa, c’è da riconoscere che questa mancanza resta ancora oggi un dato di realtà”.

Cronoprogramma. “Conoscere i tempi di esecuzione delle opere”, prosegue Pulcini, “è fondamentale per le nostre comunità e ha effetti diretti sulla stessa coesione territoriale oltre che sul sostegno locale alla strategia di intervento.
All’interno dell’Unità Fisiografica 1, intatti, si è sempre “legittimamente” temuto che la natura parziale degli interventi, aggravata dall’assenza di un calendario ben definito, potesse creare danni ulteriori ai tratti di arenile posti sottoflutto (e quindi alle realtà limitrofe) estendendo il pregiudizio sul complesso costiero. Timore evidentemente più che fondato.
Allo stato attuale, mancando il progetto tecnico, manca di conseguenza, anche il relativo cronoprogramma”.

Il finanziamento. Attorno alla questione dei costi (ora quantificati in 22 milioni di euro fino al Salinello e analoga cifra fino al porto di Giulianova) ruotano tante considerazioni attorno anche alle forme di finanziamento.
“Nonostante l’opera potesse essere finanziata interamente attraverso risorse del Bilancio regionale, l’Emiciclo ha sempre detto di voler attingere dai Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021/2027. Nel momento in cui si scrive, ciò resta niente di più che una comprensibile, ma non del tutto condivisibile, intenzione da parte della Regione Abruzzo poiché la stessa non è ancora riuscita ad intercettare tali finanziamenti.
Di fronte a questo ulteriore punto interrogativo, la giunta ha quindi deciso di iscrivere in Bilancio il 25% del budget necessario alla realizzazione dell’opera attraverso risorse proprie -vale a dire, proprio quei 6,5 milioni con la promessa di integrare tale finanziamento, in una seconda fase non meglio definita, con ulteriori dotazioni (provenienti appunto dai Fondi Strutturali).
Questa strategia finanziaria è di fatto insufficiente ma la Giunta Regionale la ritiene congrua per l’avvio dei lavori.
Tutto lascerebbe pensare, quindi, che la Regione possa avere l’intenzione di agire attraverso “stralci funzionali”. In altre parole, sezionando il tratto di costa in più porzioni e attivando con questa dotazione iniziale il primo stralcio per poi proseguire con i successivi solo a Fondi Strutturali ottenuti.

Fin qui poco male, se non fosse che, ad oggi, non risultano certezze temporali non solo rispetto all’inizio ed alla fine dell’eventuale primo stralcio ma nemmeno riguardo le l’iscrizione degli FSC nel bilancio Regionale”.
Per Pulcini le attuali incertezze possono poi riproporre nelle comunità locali gli spettri di un passato ancora troppo vicino e riflettere sull’esecuzione della stessa opera.
“La politica regionale, intatti, rischia di ritrovarsi di nuovo in preda ad un mare in tempesta alimentato dalla forza concentrica di correnti diverse generate dalla contrapposizione dei differenti interessi in gioco. Comunità e operatori in balia delle onde in cerca di una scialuppa di salvataggio che, verosimilmente, individueranno nell’interesse particolare piuttosto che in quello generale.
𝗣𝗲𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗼, 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗽𝘂𝗿 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗼𝗹𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 fiducia nella conclusione positiva della vicenda, chiedo alla politica regionale la più ampia concretezza e celerità sui tempi di evitare di anteporre le logiche di una campagna elettorale oramai alle porte agli interessi improcrastinabili delle nostre comunità”.

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