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Aggrediti per la divisa dell’Ascoli: brutta avventura per due giovanissimi di Martinsicuro

Episodio accaduto a Porto d'Ascoli

Un calciatore dell’Under 15 dell’Ascoli Calcio e suo fratello di 12 anni, che vivono a Martinsicuro, sono stati aggrediti nella giornata di ieri, 23 novembre, a San Benedetto del Tronto, vicino all’attività commerciale della madre dei due ragazzi.

 

Entrambi sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale rivierasco per accertamenti e l’aggressore sarebbe già stato individuato.

A rendere nota agli organi di informazione la vicenda, probabilmente legata alla rivalità calcistica fra ascolani e sambenedettesi, è stata la zia, presente ai fatti insieme al nonno. Ha riferito che il 15enne, in abbigliamento dell’Ascoli Calcio, era sceso dall’auto per salutare la madre quando un ragazzo sui 23 anni lo ha afferrato per il giubbotto, pretendendo che glielo consegnasse, così come il cappello: gli indumenti recavano simboli dell’Ascoli calcio, essendo parte dell’abbigliamento ufficiale.
La donna inizialmente ha pensato a uno scherzo, finché la situazione è degenerata: “l’aggressore ha colpito con un calcio proprio il ginocchio già infortunato di mio nipote, che non riusciva più a muovere la gamba dal dolore. Ho telefonato al 112 e ho cercato di farlo desistere; lui invece ha continuato col suo atteggiamento e ha colpito sotto lo sterno anche il fratello di 12 anni”.

I due ragazzini sono stati trasportati al Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto per accertamenti. Durante i momenti concitati, i familiari sono riusciti a prendere il numero di targa dell’auto con cui l’aggressore si è allontanato, probabilmente dopo aver notato una pattuglia dei carabinieri in avvicinamento. “L’abbiamo comunicata alla pattuglia dei carabinieri intervenuta e credo abbiano già individuato il soggetto” riferisce ancora la donna ascolana. La famiglia ha annunciato l’intenzione di sporgere denuncia. Anche la dirigenza dell’Ascoli Calcio, informata dell’accaduto, sta seguendo la vicenda accaduta a San Benedetto del Tronto al giovanissimo tesserato dell’Under 15 e al fratello.

L’Ascoli calcio condanna l’aggressione a baby tesserato
L’Ascoli Calcio ha espresso in serata la “massima solidarietà” al proprio giovane tesserato, che questo pomeriggio a San Benedetto del Tronto nella frazione di Porto D’Ascoli, di ritorno da una partita disputata con la squadra e con indosso ancora la tuta bianconera, è stato vittima di una “vile aggressione”. Il Club, che condanna apertamente e in maniera decisa simili atti di violenza, che niente hanno a che vedere con quel calcio che l’Ascoli promuove e in cui crede, ha fatto sapere che il ragazzo è sotto osservazione presso l’ospedale di San Benedetto per essere sottoposto ad accertamenti più dettagliati.

L’Ascoli Calcio, a disposizione della famiglia e del ragazzo, al quale augura di riprendersi il prima possibile, è in contatto con gli organi predisposti, già all’opera per individuare i colpevoli. “Accadimenti come questi non possono essere considerati parte del tifo calcistico, ma esclusivamente episodi di ignoranza e violenza pura”.

Sono stati dimessi nella notte dall’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) i due fratelli di 15 e 12 anni vittime nel pomeriggio di ieri di un’aggressione nella frazione di Porto d’Ascoli dove la loro madre gestisce un esercizio commerciale.

Un episodio scatenato dal fatto che il più grande dei due fratelli indossava un giubbino e un cappello con i marchi dell’Ascoli calcio, facenti parte della divisa dell’Under 15 dove il ragazzino gioca.
Il 15enne era infortunato ad un ginocchio e ieri non ha potuto giocare coi compagni nella partita col Pontedera; è proprio in quel punto che è stato colpito con un calcio dall’aggressore.

Il più piccolo, anche lui colpito, ha avuto una leggera lesione ad una costola. Entrambi dovranno sottoporsi ad ulteriori accertamenti, ma ora sono a casa.
“Quello che è successo è assurdo, mio figlio è stato aggredito perché indossava capi di abbigliamento dell’Ascoli, dove gioca. Per altro – racconta all’ANSA la madre – viviamo a Martinsicuro, ha giocato e ha amici a San Benedetto, simpatizza sia per l’Ascoli che per la Sambenedettese. Lo ha detto pure all’aggressore che, mentre saliva in macchina con la zia, ha aperto la portiera intimandogli di togliersi quei vestiti. Mio figlio ha provato a spiegargli che abbiamo un’attività a Porto d’Ascoli, ma lui gli ha detto che non gliene fregava niente. ‘così in giro non ci vai quaggiù’, gli ha detto alludendo al giubbino e al cappellino dell’Ascoli .Mio figlio ha paura: teme che possa succedere di nuovo. E’ assurdo che non si possa girare con un giubbino o un cappellino di una squadra di calcio”. I carabinieri hanno poi identificato l’aggressore, riferisce la madre, e la famiglia ha sporto denuncia.

 

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