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Tour della Champagne: seconda tappa

Sayonara Tortoreto

Per la seconda tappa del Tour della Champagne andiamo nella Vallèe de la Marne situata nella parte mediana della regione, versante ovest; è una valle che si sviluppa in “orizzontale”, attraversata dal fiume Marna che quindi delimita la sponda nord e quella sud. I comuni “vitati” sono 98 con ben 11.600 ettari di vigne; le zone grand cru sono 2 mentre le premier cru 3 con un sottosuolo argilloso-calcareo a tendenza marnosa tranne all’estremo est della zona in cui diventa gessoso.

 

Il meunier è il vitigno dominante (63%) ma c’è anche del pinot noir interessante all’estremo est verso la zona confinante con la montagna di Reims. I 4 champagne scelti per la serata provengono tutti dalla sponda nord della Marna in quanto sottozona più interessante quindi iniziamo con un villaggio premier cru dove “tutto ebbe inizio”…..nel 1600 in un vigneto di Hautvillers (parte centrale della zona a nord di Epernay) creato da un “certo” abate Dom Pérignon! Infatti, il 30% del pinot noir del primo champagne in assaggio proviene da quella vigna, ovviamente in chiave perpetua (è un vino di molti anni che ogni anno viene rigenerato con vino nuovo dopo averne prelevato una parte) per una maison con sede proprio ad Hautvillers.

Il Louis Nicaise premier cru brut è un assemblaggio di chardonnay (40%) , meunier (30%) e pinot noir perpetuelle (30%) dal costo di 48 euro in enoteca; non è un mostro di potenza, fa della complessità e della bollicina “piccola” ben integrata nel vino i suoi punti di forza ma, se si presta attenzione, possiede anche una certa lunghezza gustativa. Il voto ricevuto dai degustatori, lo ricordo alla cieca, è stato di 7,29.

Passiamo al secondo champagne spostandoci verso ovest, a Trelou sur Marne dove la maison Mètèjer (vigneron indèpendant) produce l’Exclusif, un 100%%meunier nature con (voluta) breve lavorazione sui lieviti in modo da evidenziare il varietale del meunier; al naso si avverte un sentore strano non certo di floreale ma che in bocca viene “metabolizzato” trasformandosi in sentore vinoso con un “amaricante” stile rabarbaro oltre ad una secchezza marcata. L’obiettivo era mettere in evidenza il meunier nel suo aspetto più franco e ricco di acidità (secchezza) senza mezzi termini ed è stato centrato poi, la soggettività farà capire a chi è destinato; prezzo di 50 euro e voto di 7,26.

Con il terzo champagne ci spostiamo all’estremo est della vallèe de la Marne, decisamente più “gessosa” e più ricca di pinot noir, esattamente a Tour sur Marne dove la Maison Brisson-Lahaye produce La Passionnèe, un 50% meunier e 50% pinot noir frutto di 2 annate consecutive assemblate (2020-2021) con dosaggio di 6 grammi per litro di zuccheri; color buccia di cipolla chiaro, decisamente più sapido dei precedenti ed anche bello secco ha i requisiti dello champagne ricco d’identità zonale ma anche adatto a tutti gli abbinamenti appunto per il “trinomio” secchezza-complessità vinosa-sapidità ad un prezzo di 45 euro! Ragazzi, questi sono VERI prodotti artigianali e costano la metà di quelli commerciali o comunque di ND (negociant distributor cioè commercianti non produttori). Il voto è stato di 7,44 ma io gli avrei dato un bel 9!

Stappiamo l’ultimo champagne della serata rimanendo in zona est della Vallèe de la Marne esattamente nel villaggio Premier Cru di Avenay (Val D’Or) dove William Saintot (vigneron indèpendant e stessa maison che si è affermata nella serata champagne rosé di cui ultima recensione) produce un blanc de noirs 100% pinot noir con 3 grammi/litro di zuccheri residui; cos’ha di particolare? E’ frutto di un assemblaggio di 6 (avete letto bene) vendemmie consecutive (2015-2020)! Color buccia di cipolla marcato, bello da vedere anzi da ammirare, in bocca rivela una complessità che ti “stropiccia i sensi” ed una lunghezza gustativa infinita; sembra uno champagne da “meditazione” ma il dosaggio basso lo rende più versatile come abbinamenti (ma non come il precedente). Il costo? Alla cieca, lo pagherei 80-90 euro non foss’altro per quei vini che ti “raccontano” tramite “l’alfabeto dei sensi” 6 anni di vendemmie invece costa solamente 45 euro in enoteca onesta e carbonara!

Un meritato 8,21 di punteggio lo ha elevato sopra gli “altri” ma come rapporto prezzo-qualità ne vale 10! Vittoria netta del Saintot che rappresenterà la Vallèe de la Marne alla finale delle 4+1 zone. Inoltre il punteggio medio della zona è risultato 7,55 che pone la Vallèe de la Marne in testa alla classifica provvisoria per zone. Ma, ci sarà anche la classifica delle zone per il miglior “rapporto prezzo-qualità”.

 

Stefano Grilli l’enotecario

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