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Champagne, le novità del Natale 2023. La rivincita del Vigneron Independant

Sayonara Tortoreto

E’ da diversi anni che diversi champagne artigianali della categoria “RECOLTANT MANIPULANT” riescono a varcare il confine d’oltralpe conferendo nei nostri calici una ventata di novità, genuinità, particolarità fino a farci dubitare della qualità di quelli (arrivati tramite il canale commerciale della grande distribuzione) bevuti fino ad ora.

 

Negli champagne artigianali troviamo il terroir (sintesi tra suolo/sottosuolo ed agenti atmosferici di un luogo) da cui provengono, il modo d’interpretarlo (la famosa mano) fondato dall’enorme conoscenza del luogo (ci sono maison alla quattordicesima generazione). In 15 ci siamo ritrovati nella “carboneria del vino” a porte rigorosamente chiuse per testare alcune novità appena importate armati di sana curiosità e spirito critico. Iniziamo con il “Contraste” di Paul Launois, 100% meunier della vallèe de L’ Ardre (zona ufficialmente facente parte dell’alta vallèe de la marne ma che considero un terroir a parte al confine con la montaigne de Reims e solcata dal fiume Ardre).

Infatti, se osservate la Champagne, ogni zona vitivinicola è solcata e/o delimitata da un fiume che apporta umidità, vita e “colore”! Abbiamo il Vesle nella montaigne de Reims , l’Ardre nella vallèe de l’Ardre , la Marna nella vallèe de la Marne, il Grand Morin a Sezanne (Cote des Blancs), la Senna e l’Aube nella Cote des Bar. Un capolavoro della natura. Iniziamo con il “Contraste” di Paul Launois, un 100% Meunier il cui vino base ha subito una fermentazione spontanea metà in acciaio e metà in botte e dosato con soli 3g. per litro di zuccheri; è “lo champagne nudo e crudo”, autentica espressione del suo terroir quindi delicato ma sapido e lungo con una beva che non stanca mai. Si abbina a tutti i piatti e costa 55 euro in enoteca onesta.

Passiamo al successivo cercando di seguire un iter gustativo crescente ed infatti rimaniamo sul 100% meunier proveniente dalla zona limitrofa del precedente: il Massif de Saint Thierry (comunemente denominata petit montaigne de reims) che, con il “suo fiume” Vesle ne delimita i confini. Lo champagne Ullens L.P.M. 100% meunier dosato a 2,48 grammi per litro proviene da un vero e proprio ecosistema fondato sulla biodiversità; 32 ettari di boschi e vigne dove è stata reintrodotta l’ape nera rustica francese, una specie di “sentinella” che ostacola l’accesso nell’area agli insetti “pericolosi” per la vigna. Questa bottiglia, acquistabile ad 80 euro in enoteca, ha evidenziato un vino più potente del precedente ma meno sapido; inoltre, il “piacere” c’è ma dev’essere cercato e scovato con un’attenta degustazione e ciò rappresenta una eccellente “palestra ” per crescere come degustatori! Passiamo al terzo champagne andando nel cuore della Vallèe de la Marne/riva nord esattamente a Trelou sur Marne dove Tristan Hyest produce un nature in triplice uvaggio (33% pinot noir/33%meunier/33%chardonnay) in sole 5oo bottiglie! Les Cotes Calcaires si presenta nel calice giallo dorato quasi carico esprimendo tutta la sua potenza in modo limpido (senza dosaggio) e con una sapidità finale meno potente di altri ma più elegante.

L’eleganza nella sapidità è merce rara ed acquistarla a soli 50 euro è quasi un miracolo. Con il prossimo champagne si va nel campo della beva da meditazione quindi potenza e sapidità lasciano il posto alla complessità, eleganza e lunghezza gustativa; si apprezza innanzitutto il grande vino (spesso frutto di assemblaggi di diverse annate sequenziali quindi solera e/o di vini perpetui) e la bolla spesso infinitesimale, diventa un ottimo “corredo”, nulla di più! Il William Saintot Blanc de Noirs Premier Cru 100% pinot nero dosato a 3 grammi per litro e proveniente dalla Val d’Or (estremo sud-est della vallèe de la marne) è tutto ciò; il suo colore ramato chiaro fa comprendere l’enorme complessità derivante dall’assemblaggio di 6 annate consecutive (2015-2020) . La sua beva non stanca mai ed ha bisogno di un bel corteggiamento (ossigenazione) per “donarsi”. Il costo? Lo pagherei anche 100 euro se lo raffrontassi a riserve di maison blasonate ma il suo costo in enoteca è di soli 45 euro. La speculazione non ha mai trovato posto presso l’Enoteca Saraullo dove la deontologia professionale regna sovrana! Ultimo champagne della serata lo chardonnay nature di Vincent Brochet, artisan vigneron dal 1721 alla quattordicesima generazione. Vi chiederete “un vitigno a bacca bianca dopo tutti quelli a bacca rossa?” Quando hai a che fare con uno champagne potente, selvatico e secchissimo, si può fare. Le vigne sono ad Ecueil, splendida zona della Vallèe de l’Ardre ed è un premier cru in mini solera (2014-2015) con un colore giallo dorato brillante ed i suoi 52 mesi di presa di spuma; è una bottiglia da buttare in cantina per tirarla fuori fra diversi anni con “sorprese evolutive”. Ossigenazione obbligatoria e costo di 65 euro.

A fine serata si torna a casa con la consapevolezza che per acquistare uno champagne che esprima al meglio il proprio terroir e quindi si differenzi dagli altri (in champagne abbiamo 5 zone ognuna delle quali può arrivare ad avere 6 sottozone) non sia necessario sborsare cifre esorbitanti ma tra i 37 ed i 55 c’è un’ampia scelta. Le eccellenze possono arrivare ad 80 euro. Oltre, bisogna verificare attentamente che non si tratti di “modus” o speculazione. Il mio desiderio è avere in un prossimo futuro, un consumatore “evoluto” , che cerchi uno champagne non per “l’etichetta” o la moda ma per il terroir o comunque le caratteristiche gustative o, top del top, per i LIEUX DITS (i luoghi detti) che i monaci delle abbazie dal 900 in poi selezionarono basandosi sulla “Naturalis historia” di Plinio il vecchio. Ci vuole “sapere”, passione e perseveranza.

Stefano Grilli – ENOTECA SARAULLO ANNO DOMINI 1966 – TORTORETO

 

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