Delfico, Papa e Mistichelli: “Provincia in ritardo, dal sindaco meno superficialità”
Bacchettate in "famiglia" sull'istanza di dissequestro

“Con umiltà, ma anche con la forza di chi ha sempre difeso la verità e l’interesse pubblico, torniamo sull’argomento Delfico perché ciò che abbiamo denunciato sin da subito era palese a tutti i teramani, tranne a chi – per convenienza politica o personale – ha preferito ignorare o procrastinare il problema. Avevamo ragione noi? Dopo le numerosissime interviste e le infondate promesse e rassicurazioni che si sono succedute per tutto l’ultimo anno da parte del presidente della Provincia, sembrerebbe di sì”.
A dirlo i I consiglieri comunali di maggioranza, Valentina Papa (nella foto con Lanfranco Lancione) e Simone Mistichelli
“Ancora una volta emerge un chiaro errore di comunicazione e di programmazione, di modi e tempi, da parte di una politica improvvisata e inadeguata, a discapito dei cittadini che aspettavano e aspettano risposte e certezze. Più sostanzialmente, sono ravvisabili – a nostro avviso – imperdonabili responsabilità politiche e amministrative. Infatti, la Provincia avrebbe dovuto incaricare i tecnici, sin dall’ottobre scorso, delle perizie che invece sono state affidate con grande ritardo e giungono solo oggi; avrebbe dovuto quindi procedere subito alla richiesta di dissequestro e ai necessari lavori provvisori. Il Comune avrebbe dovuto svolgere la funzione del “cane mastino” nei confronti della Provincia perché questa agisse responsabilmente e celermente. Era quello che avevamo chiesto subito, attirandoci vari strali polemici. Se invece le nostre richieste fossero state ascoltate per tempo e serenamente, oggi non saremmo qui a parlare di “riapertura parziale” dopo quasi un anno di ritardi; anzi molti problemi sarebbero già risolti! Ci aspetta invece verosimilmente ancora un lungo tempo di disagi, sia per la popolazione studentesca che per gli operatori economici e per tutto il tessuto sociale della città. Il Prof. Braga lo aveva evidenziato chiaramente: se alle perizie iniziali fossero state affiancate subito quelle integrative, gli studenti sarebbero potuti rientrare quasi immediatamente”.
E ancora: “Invece no. Per mancanza di volontà o per diversa volontà politica di enti sovraordinati al Comune, si è perso tempo. Tempo prezioso, durante il quale centinaia di ragazze e ragazzi sono stati costretti a vivere mesi di disagi, trasferimenti e incertezze. Ora, solo perché costretti dall’evidenza, dalle difficoltà logistiche e dai ritardi già accumulati anche per i M.U.S.P., si promette finalmente di riaprire la scuola a scaglioni. Riapertura del Delfico – torniamo a ribadire – che avrebbe potuto (e dovuto) essere piena e tempestiva, e quindi oggi sarebbe già in atto da mesi, se chi doveva decidere avesse scelto la strada del coraggio e non quella della comoda inerzia. Confidiamo ora che gli organi di giustizia, a seguito dell’integrazione della perizia, e ai successivi atti consequenziali (che ci auguriamo siano stati già programmati con serietà) di competenza dell’Ente Provincia, si pronuncino presto e favorevolmente sull’istanza di dissequestro. Teramo merita di più: una riapertura totale e sicura del Liceo “Delfico”, sino all’inizio dei lavori, senza ulteriori rinvii o compromessi e poi la programmazione degli stessi lavori per blocchi al fine di consentire l’utilizzo anche parziale della struttura; un piano chiaro per garantire che nessun’altra scuola venga abbandonata nello stesso modo. Noi non abbiamo mai smesso di batterci, e oggi arriva la prova che la nostra battaglia era giusta, bastava crederci di più”.
E infine: “Ebbene, oggi ci aspettiamo che lo stesso sindaco che ci aveva “bacchettati” possa riconoscere il valore politico e civile del lavoro che abbiamo svolto da consiglieri e non da yes men, e possa per il futuro ascoltare, con minore superficialità, i rappresentanti dei cittadini. Nonostante tutto e tutti, continueremo come sempre a vigilare e a fornire i nostri stimoli e suggerimenti a coloro che hanno la responsabilità di prendere le decisioni migliori per la nostra Città. In fondo, noi abbiamo messo in discussione solo una cosa, l’inerzia, e a testa alta continueremo a farlo perché la politica deve servire la città, non sé stessa”.