
Pescara. Non c’è pace per il carcere di Pescara dove, dopo le recenti e ripetute aggressioni ai danni degli agenti di polizia penitenziaria, è stata sventata una nuova possibile rivolta.
All’interno del carcere di San Donato già a febbraio scorso si era verificato un episodio simile: ora, a evitare il peggio, è stato l’intervento di un agente che ha scoperto 4 detenuti intenti a organizzare e pianificare l’azione.
Lo ha reso noto il segretario nazionale del Cnpp-Spp, Mauro Nardella, al termine di una visita ispettiva (in foto) dopo le recenti aggressioni nel penitenziario assieme a Gianluca Capitano, segretario locale Spp, e a Matteo Di Muzio, vice segretario locale dello stesso sindacato: “Quello che abbiamo trovato a Pescara – ha aggiunto Nardella – è una struttura carceraria non in linea con i tempi né con gli standard di sicurezza previsti. È un istituto che presenta gravi criticità strutturali e che non riesce a impedire l’ingresso di droga e telefoni cellulari, un mix micidiale per la sicurezza interna”.
Il sindacato chiede da tempo la costruzione di un nuovo istituto “dotato di tutte le caratteristiche necessarie per garantire sicurezza e applicazione delle regole trattamentali”.
Nardella ha inoltre ricordato che è in corso di definizione un progetto per la realizzazione di un centro unico regionale per i ricoveri ospedalieri dei detenuti. “Il sito individuato è a Teramo – ha spiegato – e ora si attende la formalizzazione del protocollo tra Asl e amministrazione penitenziaria”.
Sul fronte del personale, la situazione resta critica. “A Pescara mancano almeno trenta agenti, oltre a sei unità per i comparti ispettori e sovrintendenti – ha precisato Nardella – e l’organico non è completo neppure per quanto riguarda i comandi”.