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Pescara

In vendita la “casa di Dante in Abruzzo” a Torre de’ Passeri, Italia Nostra: “Salvaguardare bene culturale”

Torre de’ Passeri. E’ la sezione Italia Nostra di Pescara ad esprimere “forte preoccupazione per le sorti del Castello Gizzi di Torre de’ Passeri, conosciuto anche come Castelluccio” e ancor più come Casa di Dante in Abruzzo”

Al Castello, edificato nel 1719 sui resti di un vecchio maniero del XII secolo che era preposto a torre di difesa della vicinissima Abbazia di San Clemente, il Professor Corrado Gizzi – divenuto nel 1967 proprietario dell’immobile – dedicò le proprie energie facendone dal 1980 in poi un luogo di cultura dantesca internazionalmente conosciuto e riconosciuto. Splendide le mostre che esponevano, anno per anno, le opere di grandi artisti ispirate a Dante, così come le monografie che ogni volta compendiavano l’operazione culturale.

“Il Castello, vincolato proprio su iniziativa dal professo Gizzi, ottenne all’epoca i contributi pubblici necessari per il suo recupero, con la dichiarata finalità di una destinazione museale ed espositiva. Recentemente, poi, è stato oggetto di interventi che hanno riparato i danni derivanti dal terremoto del 2009 e da alcune criticità idrogeologiche, grazie a cospicui finanziamenti erogati dallo Stato per il pieno recupero della struttura e per la sua restituzione alla piena usufruibilità”, spiega Massimo Palladini, presidente di Italia Nostra Pescara.

“La nostra preoccupazione”, prosegue Palladini, “è sorta dopo aver appreso in rete, sui siti web di varie agenzie immobiliari, che il Castello Gizzi, sottoposto a vincolo da parte del Ministero dei Beni Culturali, è stato messo in vendita. Dalle immagini allegate ai suddetti annunci si possono notare alcuni interventi architettonici realizzati al suo interno che appaiono molto invasivi e dissonanti con le strutture originarie; esprimiamo pertanto stupore se la competente Sovrintendenza ABAP per le Provincie di Chieti e Pescara li ha autorizzati. Ma, soprattutto, c’è da temere che la struttura messa in vendita cambi destinazione d’uso, privando un intero territorio di un servizio d’ eccellenza culturale”.

“Sia chiaro che non è nostro compito né nostra volontà entrare nel merito delle motivazioni e delle modalità che hanno determinato la messa in vendita”, precisa Palladini, “Intendiamo però porre una riflessione che ci pare importante condividere pubblicamente: laddove la compravendita di un bene culturale che ha beneficiato a più riprese di ingenti contributi pubblici contemplasse ipotesi di cambio di destinazione d’uso dell’immobile, allora la faccenda ci riguarderebbe tutti e non sarebbe più classificabile semplicisticamente come operazione privata. Infatti in un caso del genere, la cui legittima percorribilità andrebbe comunque verificata da chi di dovere, si perderebbe irrimediabilmente un benemerito presidio culturale e si impoverirebbe ancor più il territorio che invece ne ha estrema necessità per l’equilibrio dell’intera vallata del Pescara, oggetto di svariati venti di crisi”.

“Facciamo pertanto appello a tutte le Istituzioni, dall’Amministrazione Comunale all’Ente Regione, alle Fondazioni ed alle Associazioni socioculturali affinché si faccia fronte comune, ciascuno con le proprie competenze e attribuzioni, per scongiurare una tale eventualità e rilanciare un Centro di cultura che tanto ha dato e può dare al territorio”, conclude.

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