
Pescara. Diventa omicidio volontario il reato contestato alle 3 persone indagate per la morte di RIccardo Zappone, il 30enne morto a Pescara dopo una rissa e l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale.
Rissa avvenuta nell’officina di via comunale Piana, di proprietà di Paolo De Luca, 60 anni, il fratello Paolo di 55 e dove martedì mattina si trovava anche il genero del proprietario, il 36enne Daniele Giorgini.
Come riporta il quotidiano Il Centro, se inizialmente il pm Gennaro Varone aveva ipotizzato per loro il reato di lesioni aggravate, ora la loro posizione si aggrava, anche dopo l’autopsia che ha escluso tra le cause di morte l’uso del teaser da parte delle due pattuglie di polizia che hanno arrestato Zappone, poi deceduto a causa di un malore accusato in questura.
Secondo l’accusa, i 3 indagati avrebbero aggredito Zappone “con violenti calci e pugni sino a cagionargli un trauma toracico chiuso”, botte che avrebbero causato l’emorragia che ha portato il trentenne a morire “in breve tempo”, presumibilmente a causa di un “conflitto pregresso”.
Sulle motivazioni del conflitto, ora, procederanno le indagini: droga e soldi le ipotesi più probabili. Droga, perché dall’esame tossicologico risulta che Zappone aveva assunto cocaina; soldi, perché gli investigatori della squadra Mobile hanno accertato che Zappone, nella prima mattinata di martedì, aveva prelevato dal proprio conto 200 euro, ma in tasca al momento dell’arresto aveva solo 30 euro. Unendo le due cose, la Procura ipotizzerebbe che i soldi spesi potrebbero essere stati usati per acquistare la droga.
Da accertare, ancora, se l’ipotetico acquisto possa essere riconducibile agli indagati, con Paolo De Luca già gravato da precedenti penali. Le indagini analizzeranno anche i telefonini dei tre personaggi, già sequestrati, oltre a verificare l’ipotesi del pm per la connessione tra l’aggressione e l’emorragia fatale. Sulla dinamica saranno utili anche le analisi delle videocamere di sorveglianza presenti in zona.
Uno dei filmati, preso in causa da Varone, mostrerebbe che Zappone “poco prima del malore, sintomo di patologia che ne ha causato il decesso, è stato percosso con violenza, anche mediante uso di un bastone di legno, sino a subire ferite sanguinanti”.
Un altro filmato, memorizzato sul telefono di uno degli indagati, mostrerebbe, invece, il 30enne già steso pancia a terra, mentre i poliziotti tentano di ammanettarlo per poi caricarlo in auto.