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Pescara

Aeroporto Pescara: “Meno voli, ricadute negative su economia”

Sayonara Tortoreto

Pescara. “L’Abruzzo non può permettersi né la stasi né tantomeno il ridimensionamento del suo aeroporto, la cui efficienza è condizione indispensabile per la promozione turistica del territorio e di tutte le attività imprenditoriali. Efficienza cui certo non giova l’assetto precario della sua governance, con la figura del direttore generale che manca da oltre un anno: ed è per questo che la Regione deve avviare subito tutte le azioni necessarie a ricercare una soluzione dei problemi sul tappeto, coinvolgendo le forze economiche e sociali del nostro territorio”.

Sono le parole del direttore di Cna Abruzzo Graziano Di Costanzo secondo il quale “l’annunciato e già praticato ridimensionamento dei collegamenti da e per Pescara, da parte delle compagnie aeree Ita Airways e Ryanair, determinerà come prima conseguenza una caduta dei numeri del traffico passeggeri del nostro scalo, ora positivi e in crescita rispetto agli anni passati. Tutto questo con esiti negativi per diversi settori produttivi, turismo in testa. E si invertirà una tendenza che tra gennaio e luglio di quest’anno ha portato a superare in termini di movimento anche i numeri degli anni pre-Covid”.

“Alla soluzione dei diversi problemi – aggiunge il presidente di Cna Abruzzo Savino Saraceni – non giova poi certo la precarietà dell’assetto gestionale dello scalo, visto che da oltre un anno è assente la figura del direttore generale. Figura insostituibile soprattutto nel rapporto con le compagnie aeree, colossi abituati spesso a dettare le condizioni e fare il bello e il cattivo tempo, ma che non può certo essere improvvisata dai componenti l’organismo di gestione dello scalo, la Saga: a loro spettano altri compiti e funzioni. Il fatto poi che più bandi per il reclutamento di questa figura siano andati sin qui deserti non depone a favore della soluzione positiva e rapida della vicenda”..

“Adesso tocca dunque alla Regione Abruzzo, nelle vesti di unico azionista dello scalo – conclude il Di Costanzo – assumere sulle proprie spalle la soluzione del problema: evitando che i danni aumentino”.

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