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Omicidio del pittore a Lanciano: assolto per incapacità di intendere

Sayonara Tortoreto

E’stato assolto per l’incapacità di intendere e parzialmente di volere, quindi non imputabile, Amleto Petrosemolo, 71 anni, di Lanciano, accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi nei confronti dell’ex imbianchino, artista, pittore e chitarrista Francesco De Florio De Grandis, 72 anni, sempre di Lanciano, noto come Ciccillo.

 

La decisione è stata presa dalla Corte d’ Assise di Lanciano al termine del dibattimento.
La stessa Corte, presidente Giovanni Nappi, giudice a latere Maria Teresa Pesca, più i giudici popolari, ha inoltre disposto per l’imputato la misura di sicurezza 10 anni da trascorrere in una Rems per essere curato.
Il fatto risale al 13 febbraio 2022.

De Grandis è stato ucciso sotto casa, in via Cipollone a Lanciano. Petrosemolo gli ha scaricato alle spalle 13 colpi di pistola, quattro dei quali lo hanno colpito; letale il colpo alla cervicale.
Alla decisione di assolvere l’imputato si è giunti dopo le conclusioni del collegio peritale nominato dalla Corte d’ Assise, composto dai professori universitari associati dell’Università La Sapienza di Roma, Stefano Ferracuti, Maurizio Marasca e Gabriele Braccini. Dopo la requisitoria è stata lo stesso pm Mirvana Di Serio a chiedere l’assoluzione di Petrosemolo, cui si sono associati il difensore Domenico Cianfrone e Fabio Palermo patrocinante i familiari, moglie e tre figli, che si sono costituiti come parte civile.

Nelle conclusioni tratte dai periti Petrosemolo soffre di un disturbo delirante continuo, cronico e non criticato, che era già presente all’epoca dei fatti. Tale quadro clinico, è stato detto, intaccava globalmente la capacità intendere e quella di volere grandemente scemata. Per la gravità del quadro clinico l’imputato è da ritenersi soggetto socialmente pericoloso con necessità di internamento in Rems e di terapia psicofarmacologica. L’imputato è stato considerato capace processualmente. Per il risarcimento le parti civili ricorreranno in sede civile.
La Corte d’ Assise ha disposto la confisca di due pistole e munizioni che l’uomo aveva il giorno del delitto e ha revocato la custodia in carcere per provvedere al trasferimento immediato in una Rems.

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