Chieti, partiti i lavori di riqualificazione del complesso San Raffaele
L’Amministrazione: “Riprenderà vita un edificio importante per il quartiere Trivigliano, parte di una rigenerazione da 15 milioni di euro”. Sporintendenza: “Azione connessa con il recupero della Caserma Pierantoni del Palazzo De Pasquale”

Chieti. Avviati i lavori di riqualificazione anche dell’ex conservatorio San Raffaele, nel cuore del quartiere Trivigliano e parte del progetto di rigenerazione urbana “La via dei conventi” finanziata con fondi Pinqua e PNRR per da 15 milioni di euro. Nell’edificio in via degli Agostiniani, stamane la conferenza di presentazione dei lavori affidati alla ditta Giulisa di Afragola, in presenza del sindaco Diego Ferrara, dell’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Rispoli, della funzionaria della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Pasaggio, Emanuela Criber con lo storico dell’arte Federico Giannini, del progettista e direttore dei Lavori Lorenzo Leombroni, della ditta esecutrice.
“La città di Chieti in questo quartiere ha perso in dieci anni ben 15.000 residenti, attraverso la riqualificazione messa in atto da questa Amministrazione recuperiamo luoghi storici e identitari, spazi da mettere a disposizione per servizi, la possibilità di tornare a crescere – così il sindaco Diego Ferrara – voglio ringraziare tutti coloro che hanno operato e che stanno operando per questo traguardo che ci consentirà di riavere anche questa palazzina, che nel passato è stata cuore di molte attività e vocazioni e che tornerà a servizio della comunità per finalità sociali e culturali”.
“L’edificio dell’ex conservatorio sarà destinato ad alloggi per studenti e giovani coppie – precisa l’assessore Stefano Rispoli – questo intervento fa parte del progetto PNRR La via dei Conventi che insieme all’ex Addolorata e al parcheggio di piazza Garibaldi rifunzionalizzerà e riqualificherà una parte considerevole del tessuto urbano del centro storico. L’obiettivo è quello di far rivivere questa parte di città, in modo che possa tornare pienamente fruibile per la comunità. Lieti di essere come sempre supportati dalla Soprintendenza in questo intento, che ci consente anche di tenere conto della vita e del passato di questi luoghi perché il recupero ne tenga conto e lo racconti anche con la sua nuova funzione”.
“L’intervento previsto sul palazzo si inserisce all’interno di un progetto di rigenerazione del Quartiere Trivigliano e si connette, funzionalmente, agli altri interventi in corso in questo brano di città e in particolare alla realizzazione della residenza per studenti all’interno della Caserma Pierantoni, ad opera della Regione Abruzzo, e al restauro del palazzo De Pasquale, che mira a diventare un punto centrale per la rivitalizzazione del quartiere – spiega la funzionaria della Soprintendenza Emanuela Criber a nome della Soprintendente Chiara Delpino- . A seguito del restauro il conservatorio tornerà ad essere una struttura di tipo sociale, reinterpretando con esigenze più contemporanee l’uso che ne è stato fatto in passato. L’edificio, infatti, era sede del Monte di Pietà, che tra i suoi scopi aveva quello di offrire supporto alle orfane della città; tale funzione è stata più volte riconfigurata fino ad essere in anni recenti anche sede di un collegio”.
“Questo palazzo conserverà la funzione che aveva fino a 12 anni fa, lo abbiamo trovato nello stato di abbandono, perché non era più fruibile – dice Lorenzo Leombroni progettista e direttore dei lavori – . Ci saranno dei mini appartamenti e alloggi per ceto svantaggiato e spazi comuni come lavanderia, stireria, co-working e spazi per la città. I lavori interesseranno la parte strutturale, con il miglioramento sismico, le coperture sostituite e rinforzate come gli apparati murari e l’impresa si è resa disponibile ad arrivare alla consegna fra un anno, visto anche il fatto che i lavori sono iniziati già da una decina di giorni”.
NOTE TECNICHE a cura dello storico dell’arte Federico Giannini
Il Conservatorio San Raffaele Arcangelo si colloca all’angolo tra Via degli Agostiniani e Via delle Orfane a Chieti. Si tratta di una zona del centro storico che anticamente era inserita nel Rione Trivigliano. Questo, sviluppatosi già in epoca longobarda e divenuto sotto i Normanni centro fortificato attorno all’importante bastione di Porta Pescara, dal Rinascimento in poi si trasformò nel quartiere dei palazzi gentilizi di alcune delle famiglie più insigni della città: dai Toppi, la cui presenza nel rione è attestata a partire dal secolo XV, fino ai Del Monaco, cui si deve nel primo Settecento la costruzione dell’attuale Palazzo Zambra.
Anche il palazzo sede del Conservatorio ha un’origine gentilizia. Era difatti fino al 1625 proprietà del nobile teatino Giovanni Andrea Scarcia, che lo lasciò alla cittadinanza di Chieti purché vi fosse edificata a fianco una chiesa dedicata a Santa Maria della Pietà (G. Nicolino, Historia della Città di Chieti, 1657, p. 260). Questa sorse prima del palazzo, istituito con atto notarile del 30 ottobre 1664 quale Monte di Pietà del rione. La fondazione doveva assicurare i proventi per la dote di due giovani orfane, le quali abitavano nella via che prende nome dalla loro condizione sociale. Il Monte di Pietà, i cui statuti vennero confermati dal Regno d’Italia nel 1875, restò operativo in questa sede fino al 1954.
Fra i primi benefattori della chiesa della Pietà – oggi San Raffaele – vi era Santa Spinelli, facoltoso mercante di granaglie trasferitosi da Bergamo a Chieti nei primi anni del Seicento. Tale circostanza ha portato talvolta la critica a ritenere che la tela con la Deposizione, oggi collocata sull’altar maggiore della chiesa, sia opera giovanile del figlio di Sante, Giovan Battista Spinelli (Chieti 1613 – Ortona 1658), che diventerà uno dei protagonisti della pittura in Abruzzo e in tutto il Vicereame spagnolo nella prima metà del XVII secolo. In realtà le alterazioni procurate alla tela da improvvidi interventi di restauro non permettono di risalire con certezza alla paternità della prima stesura dell’opera. Dal punto di vista architettonico sia il palazzo del Conservatorio che la chiesa, oggi dedicati entrambi a San Raffaele, portano i segni di ingenti interventi di ripristino avvenuti nel corso del XIX secolo, che ne hanno modificato sia la pianta che l’alzato. Il palazzo in particolare ha una struttura che oggi è molto funzionale quale luogo di accoglienza, e come tale è stato usato in occasione di alcuni eventi culturali della città.