
Un brano inedito che sembra antico. Zurle è la nuova composizione popolare di Enrico Melozzi, con testo di E. S. Serpentini e G. Serafini Blasiotti, commissionata da Carlo Spinelli. Un’opera che affonda le radici nella tradizione orale d’Abruzzo e allo stesso tempo la rilancia con forza nel presente, creando un immaginario familiare e nuovo, dove il passato torna vivo, sonoro, abitato.
Le zurle sono i giochi urlati dei bambini, le sfide improvvisate tra chi corre, chi ride, chi inventa barche di carta e mari impossibili. Un’epopea quotidiana che il brano restituisce con precisione sensoriale e con un linguaggio poetico che non imita il folklore, lo ricrea.
Il risultato è un canto popolare contemporaneo, pensato per durare, riconoscibile come tradizione e allo stesso tempo privo di polvere, vivo, respirante.
Il videoclip è firmato da Stefano De Angelis. Ispirato a dipinti rurali di fine Ottocento, li anima e li rimette in movimento: bambini che cantano, corrono nei campi, scompaiono tra le lucciole, riempiono l’aria di gioco. Non un quadro nostalgico, ma un ritorno
necessario. Un Abruzzo arcaico che non svanisce, si trasforma e riaffiora attraverso la musica.
Zurle nasce per essere tramandata, cantata, risuonata nelle piazze, nelle scuole, nelle case. Un nuovo tassello della tradizione popolare che si aggiunge al repertorio contemporaneo e lo espande.
Crediti:
Musica: Enrico Melozzi
Testo: E. S. Serpentini, G. Serafini Blasiotti
Commissione: Carlo Spinelli
Videoclip: regia di Stefano De Angelis
Enrico Melozzi, voce solista
Testo di Elso Simone Serpentini e Gabriella Serafini Blasiotti
Musica di Enrico Melozzi
Video di Stefano De Angelis
Zurle è un nuovo brano della tradizione popolare abruzzese, inventato oggi ma con la forza di qualcosa che sembra arrivare da molto prima. Le zurle, quei giochi urlati, furbi, caotici, pieni di risate, burle e piccole epifanie dell’infanzia, diventano materia viva nel testo di E. S. Serpentini e G. Serafini Blasiotti. La musica di Enrico Melozzi apre un varco temporale e fa riaffiorare un Abruzzo che pare fermo da cent’anni, ma che continua a
respirare nei pomeriggi dei ragazzi che corrono, strillano, si travestono, inventano mari e barche di carta. Il videoclip di Stefano De Angelis porta questa idea oltre: quadri rurali di fine Ottocento, animati come se riemergessero da un sogno, mostrano bambini che cantano Zurle e custodiscono un mondo che credevamo perduto. Non è nostalgia, è un ritorno. Un immaginario che rinasce attraverso una canzone nuova e già parte di una tradizione che si sta riscrivendo. Musiche di Enrico Melozzi, testo di E. S. Serpentini e G.
Serafini Blasiotti, regia di Stefano De Angelis.
[STROFA 1]
Ugne jurne na sfide
tra chi cante chi gride
tra chi corre e chi urle
mo’ è ore de zurle.
Te’ la facce ‘ncantate
chi se fa na resate
chi abballa chi sone,
sembre che se n’addone
se ce sta cacchedune
pronte sott’a la lune
‘mbite che s’annasconne,
tra ciattè se cunfonne,
à capite la burle,
ca è solo pe’ zurle.
[RITORNELLO]
E zurle zurle e zurle, li bardisce mmonte su lu colle.
E volle volle e volle, la votte è piene e tattavolle.
[STROFA 2]
Chi s’abbuffe a la mense,
d’esse furbe se pense,
nuce, cice castagne,
jotte, tutte se magne.
Te’ nu belle mantelle
e se sente rebelle.
Chi se crede mahare,
ca ‘mmentate lu mare.
fa na barche de carte
pu’ la spigne che parte,
Chi ce crede ce sale
ma se pente e ne cale,
à capite la burle,
ca è solo pe’ zurle.
[RITORNELLO]
E zurle zurle e zurle, li bardisce mmonte su lu colle.
E volle volle e volle, la votte è piene e tattavolle.
Traduzione Inglese
[Verse 1]
Every day a little challenge
between those who sing and those who shout,
between those who run and those who yell,
now it’s time for zurle.
The one who bursts into laughter
has an enchanted face,
someone dances, someone plays,
and it seems they notice
if there’s someone around,
waiting under the moon,
standing there, half-hidden,
blending with the fireflies,
understanding the prank,
that it’s all just zurle.
[CHORUS]
And zurle, zurle, zurle, the kids up on the hill.
And bubbling, bubbling, bubbling, the barrel is full and boiling.
[Verse 2]
The one who stuffs himself at the table
thinks he’s being clever,
nuts, chickpeas, chestnuts,
he eats everything greedily.
He puts on a fine mantle
and feels like a rebel,
believing, perhaps,
he has invented the sea.
He builds a paper boat
and pushes it so it sails.
Someone climbs aboard,
then regrets it and climbs down,
understanding the prank,
that it’s all just zurle.
[CHORUS]
And zurle, zurle, zurle, the kids up on the hill.
And bubbling, bubbling, bubbling, the barrel is full and boiling.
TRADUZIONE ITALIANO
[STROFA 1]
Ogni giorno una sfida
tra chi canta chi grida,
tra chi corre e chi urla,
adesso è ora di zurle.
Ha la faccia incantata
chi si fa una risata,
chi balla, chi suona,
sembra che se ne accorga
se ci sta qualcuno,
pronto sotto alla luna,
in piedi che si nasconde,
tra le lucciole si confonde,
ha capito la burla,
che è solo per zurle.
[RITORNELLO]
E zurle, zurle, zurle, i ragazzi in cima al colle.
E bolle, bolle, e bolle, la botte è piena e ribolle.
[STROFA 2]
Chi si abbuffa a la mensa,
di essere furbo pensa,
noci, ceci, castagne,
ghiotto tutto si mangia.
Indossa un bel mantello
e si sente ribelle
chi si crede magari
di aver inventato il mare.
Fa una barca di carta
poi la spinge che parta.
Chi ci crede ci sale,
ma si pente e ne scende,
ha capito la burla,
che è solo per zurla.
[RITORNELLO]
E zurle, zurle, zurle, i ragazzi in cima al colle.
E bolle, bolle, e bolle, la botte è piena e ribolle.



