
“L’aumento dei casi di violenza sui minori è un fenomeno grave e complesso che richiede una riflessione collettiva. La protezione dei diritti di bambini e adolescenti deve tornare al centro dell’attenzione della società, delle istituzioni e delle famiglie.
La perdita di valori fondamentali come rispetto, empatia e solidarietà hanno contribuito all’incremento delle violenze, spesso consumate tra le mura domestiche. La paura di denunciare, il timore di ritorsioni, la vergogna e il rischio di rotture familiari o sociali mantengono le vittime intrappolate in un circolo di sottomissione e silenzio. È urgente intervenire educando i ragazzi al dialogo e al confronto, sostenendoli nella costruzione dell’autostima e incoraggiandoli a segnalare abusi senza paura.
È fondamentale attivare progetti di sensibilizzazione nelle scuole, laboratori sulla gentilezza e sul rispetto, fornire supporto psicologico costante alle vittime mediante sportelli d’ascolto psicopedagocico permanenti in ogni istituto scolastico con figure professionali stabili, formare i docenti sul riconoscimento precoce di segnali di abuso, predisporre protocolli di gestione dei casi che prevedano la collaborazione tra docenti, istituzioni, famiglie e Polizia Postale. Inoltre, campagne rivolte alla comunità possono incentivare la segnalazione e il sostegno attivo.
Ed ancora, sulle violenze commesse da minori su altri minori, è opportuno interrogarsi sull’opportunità o meno di abbassare l’età della responsabilità di questi reati. I ragazzi oggi sono adultizzati, a 14 anni possono conseguire la patente AM e guidare la microcar, a 14 anni ricevono la carta dello studente con cui effettuare liberamente pagamenti e acquisti online, sono sempre più liberi e autonomi, escono di sera per rincasare la notte tardi. I ragazzi vanno responsabilizzati e la punibilità potrebbe rappresentare un deterrente efficace. Negli ultimi giorni, l’Abruzzo è stato scosso da fatti di cronaca che mai avremmo voluto ascoltare. Le indagini della magistratura seguiranno il loro corso, ma nel frattempo è nostro dovere prevenire nuovi episodi e proteggere i più fragili. Nessun bambino, adolescente o minore deve sentirsi solo o colpevole per le violenze subite. Solo unendo e coordinando le forze – tra famiglia, scuola, istituzioni, forze dell’ordine, sanità e terzo settore – possiamo fermare questa spirale e restituire ai nostri figli un futuro più sicuro”.
Avv. Alessandra De Febis
Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza – Regione Abruzzo