
Una madre sola, due figlie minori, una delle quali con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge 104/92. È questa la realtà di Roberta, cittadina abruzzese che, dopo una complessa vicenda familiare legata a garanzie prestate dal fratello, rischia di essere sgomberata con la forza pubblica dalla casa in cui vive con le figlie e la madre anziana.
La vicenda è stata sottoposta all’attenzione del Giudice, che ha rigettato la richiesta di sospensione dell’esecuzione forzata, nonostante l’attuale assenza di un’alternativa abitativa per la famiglia e il rischio concreto di interruzione delle terapie domiciliari che la figlia Angelica riceve quattro volte a settimana da operatori ASL accreditati.
“Roberta non contesta la restituzione dell’immobile – afferma Autismo Abruzzo APS – ma chiede solo tempo: un rinvio dell’esecuzione che le consenta di trovare una nuova abitazione e di preparare, in modo graduale e sicuro, la figlia autistica al trasferimento e alla ripresa delle attività terapeutiche nella nuova casa.”
È già stato depositato un nuovo ricorso, in discussione il 29 luglio, ma nel frattempo è stato confermato lo sgombero per il 22 luglio, con l’ausilio della forza pubblica.
“In un Paese in cui le occupazioni abusive protratte per anni restano spesso impunite, ci chiediamo perché lo Stato agisca con tanta inflessibilità verso una madre sola, con due minori, una delle quali gravemente disabile e una persona anziana. Non è una battaglia contro la legalità, ma per una giustizia vera, che tenga conto delle fragilità e dei diritti fondamentali delle persone più vulnerabili”, prosegue l’Associazione.
Autismo Abruzzo APS chiede con forza alle istituzioni – Prefettura, Comune, Servizi sociali, Regione, ASL e Autorità giudiziaria – un gesto di responsabilità e buon senso:
la sospensione dello sgombero fino all’udienza del 29 luglio o fino alla individuazione di una soluzione abitativa adeguata;
il coinvolgimento immediato dei servizi sociali e sanitari per garantire la continuità terapeutica e il benessere psicologico della minore e di tutto il nucleo familiare;
la tutela dei diritti della madre e delle sue figlie, nel rispetto della Costituzione e delle leggi vigenti.
“Roberta non cerca privilegi. Chiede solo tempo, comprensione e rispetto. Lo sgombero previsto rappresenterebbe una ferita profonda non solo per lei, ma per l’intero sistema che dovrebbe proteggere i più fragili. Facciamo appello alla stampa e alla società civile: non lasciamola sola.”