Tagli ai dipendenti del consiglio regionale per il disavanzo delle Asl. L’accusa di Patto per l’Abruzzo

Abruzzo. I dipendenti del Consiglio regionale saranno colpiti dai tagli imposti dalla giunta per sanare i disavanzi delle Asl. Il bilancio del Consiglio regionale, infatti, subirà un taglio di 1.400.000,00 sulle spese correnti e 1.800.000,00 per le spese di investimento. È quanto si evince dalle audizioni delle rappresentanze sindacali chiamate ad analizzare il Bilancio di previsione finanziario 2026-2028 nel corso della prima commissione di ieri.
“La destra introduce il taglio alle risorse destinate al Consiglio regionale, nonostante il bilancio dell’Assemblea legislativa abruzzese sia già stato approvato prima dall’Ufficio di Presidenza e poi dal Consiglio regionale e sia fondato su obblighi certi e non rinviabili. Una decisione che produce effetti concreti e negativi sul funzionamento del Consiglio e, soprattutto, sul personale che garantisce ogni giorno l’attività legislativa e amministrativa” affermano i Consiglieri regionali di opposizione del Patto per l’Abruzzo, che continuano “L’art. 16 della proposta di legge di bilancio indica le somme delle spese correnti e delle spese di investimento del bilancio del Consiglio regionale, obbligando lo stesso a riadeguare tagliando il proprio bilancio, nella prima occasione utile dopo l’approvazione del bilancio della Regione Abruzzo. Ma il bilancio del Consiglio regionale è stato già approvato nei termini e costituisce un atto preliminare al bilancio della Giunta. Questo ci interroga sulla correttezza della procedura e ci incuriosisce rispetto al parere che dovranno fornire i Revisori dei conti. Il taglio dei trasferimenti incide direttamente sulle spese obbligatorie, colpendo sia la parte corrente sia quella degli investimenti.
In questo contesto diventano fragili le coperture finanziarie relative al salario dei dipendenti del Consiglio regionale, a partire dalle risorse necessarie per coprire le indennità di vacanza contrattuale e per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale 2022/2024, per il quale, tra l’altro, è già stata sottoscritta una preintesa. Mancherebbero infatti 670.000,00 a copertura di queste voci.
Non è accettabile che tali oneri vengano scaricati su lavoratrici e lavoratori, che non possono subire le conseguenze di scelte politiche discutibili. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di una gestione poco lungimirante della destra alla guida della Regione Abruzzo, che interviene con tagli lineari e penalizzanti anziché garantire una programmazione coerente e responsabile, assumendosi pienamente la responsabilità delle proprie decisioni.
Ridurre le risorse destinate al Consiglio regionale significa inoltre indebolire la capacità amministrativa dell’Ente, mettendo a rischio spese correnti essenziali, manutenzioni ordinarie e servizi indispensabili per il regolare svolgimento delle attività istituzionali.
A tutto questo si aggiunge un ulteriore effetto collaterale, tutt’altro che secondario: la contrazione delle risorse rischia di riflettersi anche sul finanziamento di leggi e misure di grande impatto sociale, come ad esempio gli interventi a sostegno del trasporto pubblico e gli sconti per gli studenti pendolari delle aree interne, che rappresentano uno strumento concreto contro disuguaglianze territoriali, ma anche sui servizi che le sedi del Consiglio regionale forniscono a L’Aquila e a Pescara. Per l’Aquila, per esempio, si prospetta il taglio dell’utilizzo della sala Ipogea, servizio molto apprezzato e di apertura alla città; per Pescara è certo che se si dovesse confermare il taglio di 1.800.000,00 € sugli investimenti, dovrà essere fermata la riqualificazione dell’auditorium De Cecco di Piazza Unione, chiuso e atteso dalla città da anni.
Per queste ragioni è indispensabile che la Giunta riveda radicalmente l’impostazione proposta, eliminando i tagli al bilancio del Consiglio regionale e ripristinando risorse coerenti con gli obblighi contrattuali, istituzionali e sociali già assunti.
Ma c’è una ragione in più per cui questo taglio va sanato: è in gioco l’autonomia del Consiglio regionale di cui alla legge regionale n. 18/2001. Per queste ragioni il Patto per l’Abruzzo già nelle prossime sedute attende di capire come la destra intenda porre rimedio a questa discrasia tra i due strumenti finanziari. Siamo pronti in assenza di un ripensamento a intervenire direttamente in aula” concludono.



