Risparmi magri: gli abruzzesi fanno fatica a mettere i soldi da parte
I dati Unioncamere e del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne,

Abruzzo. Gli abruzzesi risparmiano poco. Secondo noi, è una ulteriore spia di una grave difficoltà economica, complice il caro-vita, su cui nei prossimi mesi si abbatteranno anche gli effetti delle stangate decise dalla giunta regionale, come l’aumento dell’addizionale Irpef. Chi governa non può ignorare gli indicatori complessivi della situazione socio-economica degli abruzzesi”.
E’ il campanello d’allarme che suona Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana, alla luce dell’analisi realizzata da Unioncamere e dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, che quantifica il risparmio delle famiglie consumatrici e la relativa propensione al risparmio, su dati del 2023 in raffronto al pre-Covid.
“Gli abruzzesi fanno fatica ad accantonare una quota delle proprie entrate – precisa Licheri -: la media nazionale della propensione al risparmio è dell’8,27%, in Abruzzo siamo al 5,8%, posizionandoci al 15esimo posto su 20 regioni italiane, incidendo sul totale solo per l’1,3%. Chieti al 75esimo posto, con una propensione al risparmio al 6,9%, perde 9 posizioni rispetto al 2019 nella classifica delle 107 province d’Italia; Pescara è addirittura al 91esimo posto con una propensione al risparmio al 6,3% e – 2posizioni rispetto al 2019, Teramo al 97esimo posto, con una propensione al risparmio al 6,1% perde 6 posizioni rispetto al 2019. L’Aquila sembra in posizione migliore, al 41esimo posto, con una propensione al risparmio dell’8,5%, ma due considerazioni: perde 6 posizioni rispetto al 2019 e figura tra le province con una propensione al risparmio superiore alla media nazionale ma un reddito disponibile procapite ben inferiore alla media nazionale”.
“Come sosteniamo anche a livello nazionale, è urgente restituire liquidità agli italiani e agli abruzzesi: serve il salario minimo e servono interventi strutturali per liberare il potere d’acquisto”, conclude Licheri.