
Oltre 10,8 milioni di ore erogate a sostegno degli ammortizzatori sociali, questo emerge dal primo semestre 2025 in Abruzzo, un numero spaventoso che registra un incremento del 163,3 % rispetto allo stesso periodo del 2024.
La Uil Abruzzo ha condotto un’analisi regionale sui dati INPS che ha evidenziato come la nostra regione segna il terzo dato più allarmante d’Italia, dopo Molise e Basilicata, passando da 4,1 milioni di ore autorizzate nel primo semestre 2024 alle 10,8 milioni di ore autorizzate nello stesso periodo 2025.
Seppur sono in aumento le ore erogate di Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo), il vero dato preoccupante riguarda la Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs), segnando un incremento del 361,4%.
Ben 7,1 milioni di ore a sostegno di crisi aziendali, riorganizzazioni, contratti di solidarietà e cessazioni di attività, un dato che lascia più di qualche interpretazione.
Pescara (+253,3%) e Chieti (+242,5%) sono tra le 5 province in Italia con l’incremento più alto in termini di utilizzo di ammortizzatori sociali. A incidere maggiormente sono le aziende che si occupano di automotive e componentistica, dove la crisi industriale è più cogente e pesa la mancanza di una strategia di rilancio del mercato dell’auto e dei veicoli commerciali.
“Un segnale drammatico – dichiara Michele Lombardo, segretario generale della Uil Abruzzo – questi numeri parlano di milioni di ore di sospensione delle attività produttive, di ore non lavorate a fronte di crisi che non sono temporanee, ma frutto di mancanza di politiche industriali. La Cassa Integrazione Straordinaria, era una volta l’eccezione, adesso è la regola. In un territorio fragile come quello abruzzese, rischiamo la desertificazione industriale e non possiamo permettercelo.”
La Uil Abruzzo chiede un piano straordinario di politiche industriali ed occupazionali, attraverso investimenti pubblici mirati al sostegno del tessuto produttivo regionale, per il potenziamento ed il sostentamento delle infrastrutture strategiche e per accompagnare le transizioni in corso, la riqualificazione dei lavoratori e la formazione.
“La politica regionale e nazionale non può restare in attesa solo delle politiche europee – prosegue Lombardo – occorrono interventi urgenti per evitare che gli ammortizzatori sociali si traducano in licenziamenti, perdita di reddito, competenze e decremento del PIL regionale.”