
Abruzzo. Giovani in fuga e bassi stipendi danno la temperatura di una regione in forte crisi sociale ed economica. Serve una svolta sociale, basta propaganda da parte della giunta regionale”. A suonare la sveglia è Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana alla luce dei dati BesT 2025 diffusi dall’Istat, relativamente al Benessere equo e sostenibile dei territori.
Su 60 indicatori analizzati, l’Abruzzo registra 27 situazioni di svantaggio significativamente inferiori rispetto alla media nazionale.
L’Abruzzo va malissimo negli indicatori relativi al benessere economico e all’innovazione e ricerca. “Un quadro che certifica il crescente arretramento sociale ed economico della nostra regione: famiglie più povere, salari più bassi, precarietà”, continua Licheri.
L’Abruzzo registra retribuzioni annue di oltre 4mila euro più basse rispetto alla media nazionale, prestiti bancari in sofferenza, pensioni mediamente più basse, segno di carriere lavorative povere e frammentate. “E’ il segnale che le famiglie abruzzesi si stanno impoverendo e il lavoro non garantisce più sicurezza né dignità. Infatti, la fotografia che emerge dai giovani è altrettanto preoccupante: c’è un aumento dei giovani Neet (17,2%) e c’è una fuga dei giovani”.
L’indicatore di mobilità dei laureati (25-39 anni) registra un saldo fortemente negativo con una perdita nell’anno di 17,9 giovani laureati ogni mille residenti di pari età e livello di istruzione.
“L’Abruzzo sta perdendo una generazione: senza una politica industriale e formativa moderna i giovani continueranno a emigrare”, avverte Licheri.
“Basta annunci: la Regione intervenga seriamente con investimenti diretti e indiretti sul lavoro e sui welfare territoriali. Serve inoltre il salario minimo regionale, incentivi alla stabilizzazione, mentre per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie portiamo avanti come Alleanza Verdi e Sinistra la campagna dello SbloccaStipendi, per adeguare gli stipendi all’inflazione reale”, dice infine Licheri.



