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Abruzzo

Caccia al cervo: le reazioni e gli sviluppi futuri dopo la sentenza

Reazioni politiche e delle associazioni

lOCATELLI

“La regione Abruzzo era completamente inadempiente da anni sull’obbligatorio monitoraggio del proprio Piano faunistico venatorio nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come avevo evidenziato grazie anche ad un accesso agli atti che avevo attivato e le cui risultanze erano poi finite nel ricorso delle associazioni come argomento principe tra le censure rivolte alla decisione della regione.

 

La Regione nel 2020 si era auto-vincolata, come d’altro lato prevede la norma europea sulla VAS, a monitorare l’applicazione del Piano faunistico attraverso la raccolta dei dati di decine di indicatori, tra cui lo stato delle popolazioni delle specie particolarmente protette come orso bruno, camoscio, lupo, aquila reale ecc ” così Augusto De Sanctis commenta la decisione del Consiglio di Stato sui cervi.

Scrivono infatti nell’ordinanza i giudici del Consiglio di Stato che le motivazioni del ricorso “meritano adeguato approfondimento specie con riferimento alla questione dell’omesso monitoraggio;”.

Altro schiaffo sonoro rivolto dai giudici riguarda la questione della mancanza di prevenzione per gli incidenti stradali: nella Regione dei parchi abbiamo n.ZERO ecodotti!

“Da un lato sono contento di aver dato un contributo ma dall’altro vi è da rimanere basiti su come viene gestita la fauna selvatica nel nostro paese, visto che anche alcuni tecnici di ISPRA, come Genovesi e Riga, quest’ultimo che pure aveva scritto il Piano Faunistico regionale, avevano dato parere favorevole alla strage senza censurare il macroscopico buco nero che la Regione Abruzzo aveva nella raccolta dei dati ritenuti fondamentali proprio dall’istituto. Una figuraccia anche per ISPRA, insomma. Fa specie pensare che la Regione Abruzzo abbia investito soldi e tempo degli uffici per fare sparare i cervi quando non si censisce l’Orso bruno dal 2014. La regione avrebbe dovuto monitorare anche le azioni di prevenzione del bracconaggio, il disturbo alla fauna derivante dall’attività venatoria e tanto altro. Questa ordinanza è importante anche sul monitoraggio di tante altre questioni ambientali, dai rifiuti alle coste, dall’acqua alle bonifiche. Il monitoraggio è fondamentale per decidere correttamente e non è un orpello”.

 

“È un’ulteriore conferma che avevano ragione le associazioni ambientaliste e Alleanza Verdi-Sinistra che da subito in Consiglio Regionale ha contestato questa inutile mattanza dei cervi”. Così Daniele Licheri, Segretario Regionale di Sinistra Italiana ed Enrico Perilli, membro della segreteria regionale di Sinistra Italiana con delega ad aree interne e parchi, commentano la sospensiva del Consiglio di Stato sulla delibera dei cervi.

“E’ la seconda volta che il vicepresidente della Regione, Imprudente, viene bocciato: era già accaduto con la riperimetrazione del Parco Sirente Velino. Questo ennesimo fallimento della giunta regionale conferma la sciatteria e superficialità nelle procedure amministrative, oltre che una totale mancanza di visione politica rispetto alla gestione del nostro territorio. Tutta l’impalcatura non stava in piedi dall’inizio. Continuiamo a chiedere che vengano messe in campo soluzioni alternative, come in altre regioni e che lo stesso Consiglio di Stato in questa ordinanza richiama: recinzioni, attraversamenti sicuri. Noi ribadiamo la richiesta di queste soluzioni alternative e di un vero censimento fatto da tecnici e non da cacciatori”.

 

Il Partito Democratico plaude alla decisione del Consiglio di Stato e ringrazia le associazioni ambientaliste che si sono battute strenuamente per giungere a questo risultato. La protervia della Regione Abruzzo targata centrodestra – che ha voluto fortissimamente questo provvedimento – è stata battuta in punta di diritto, come già era accaduto per i confini del parco Velino-Sirente.

La giunta Marsilio non ha voluto valutare alternative incruente al massacro dei cervi, mostrandosi
sorda a tutti i richiami che pure sono arrivati sia dagli abruzzesi che da residenti in altre regioni,
oltre che da maggior parte della comunità scientifica. E’ un modo autoritario e arrogante di
governare il territorio, chiusi in una torre d’avorio.
Continueremo a seguire questa vicenda fino in fondo e ci auguriamo che il Tar riconosca finalmente
le ragioni del fronte ambientalista.

La posizione di Marsilio e Imprudente. “In merito alla recente ordinanza del Consiglio di Stato, prendiamo atto del pronunciamento con serenità e fiducia nei confronti dell’autorità giudiziaria, così come non abbiamo prodotto alcuna euforica considerazione in occasione della precedente ordinanza del TAR che non ha accolto la richiesta di sospensiva, argomentando la legittimità della procedura amministrativa. Restiamo fiduciosi in attesa del giudizio di merito, per il quale sarà fissata un’apposita udienza. Sarà infatti il TAR a valutare nel dettaglio i contenuti della deliberazione adottata dalla giunta regionale in merito al contenimento dei cervi.” Lo dichiarano in una nota il presidente della giunta regionale Marco Marsilio e il vicepresidente ed assessore all’agricoltura, alla caccia e all’ambiente Emanuele Imprudente.

“È importante precisare che il piano è stato predisposto attraverso una struttura tecnica qualificata, composta da esperti che operano in ambito nazionale sia per enti regionali sia per associazioni ambientali, e che ha inoltre ottenuto il parere favorevole di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Durante la discussione di merito, ogni documento e aspetto tecnico-scientifico potrà essere approfondito e analizzato nel dettaglio, garantendo così una valutazione completa sui dati, sui censimenti e sui danni. Abbiamo chiarito in ogni occasione che l’azione intrapresa dalla giunta regionale nasce dalla necessità di procedere ad un riequilibrio ambientale: un obiettivo prioritario che ha guidato fin dall’inizio l’azione di governo e che è in linea con quanto si attua in altre regioni d’Italia, nonché in numerose aree a livello internazionale. Sui temi della prevenzione dai danni da fauna selvatica la Regione è sempre stata recettiva e proattiva, basti considerare le specifiche misure di sostegno approvate per la realizzazione di recinzioni per un importo totale di oltre 4 milioni di euro, a valere su PSR e CSR Abruzzo. La Regione ha sempre recepito proposte concrete, ma attuabili e compatibili, valutando secondo le necessità tecniche e i costi di sostenibilità, nonché mantenendo un approccio pragmatico e basato su evidenze scientifiche. Crediamo che, anche dinanzi a un tema così complesso, sia essenziale operare con serenità e senza pregiudizi, garantendo una valutazione oggettiva e mirata delle possibili soluzioni”.
“Ipotizzare altri addebiti a nostro carico da parte di chi non ha mai avuto la responsabilità di mettere una firma su un atto amministrativo – concludono Marsilio e Imprudente – rispecchia l’attendibilità politica di chi oggi sta strumentalizzando la questione”.

 

Leal, Leidaa e Oipa esprimono soddisfazione per l’ordinanza del Consiglio di Stato che oggi ha sospeso la delibera della Giunta della Regione Abruzzo che prevedeva l’abbattimento di 469 cervi. Le tre associazioni erano intervenute ad adiuvandum sul ricorso presentato da Lav, Lndc Animal Protection e Wwf.

I giudici di secondo grado hanno ribaltato l’ordinanza del Tar Abruzzo che aveva rigettato il ricorso delle associazioni. Sarà proprio il Tar, ora, che dovrà pronunciarsi di nuovo nel merito, come stabilito nell’ordinanza del Consiglio di Stato del 7 novembre.

Il Consiglio di Stato rileva, tra le altre cose, che la Regione può comunque valutare, nel frattempo, l’adozione di misure idonee a prevenire incidenti stradali come la costituzione di attraversamenti faunistici e l’installazione di recinzioni.

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