Ciarrocchi condannato, “mi vergogno che nessuno chieda dimissioni”
Dopo la sentenza di primo grado per violenza sessuale

“Per anni, in parte, ho accettato di essere politicamente corretta ed evitare di esprimermi su situazioni che esulavano dal mero ruolo politico. Oggi voglio essere politicamente scorretta ma eticamente corretta e voglio invitare la cittadinanza ad una riflessione sulle ultime notizie apprese dai giornali in merito al sindaco e al vice”.
A dirlo la consigliera comunale Alessia Nori, in merito alla sentenza di condanna a cinque anni in primo grado al ginecologo e assessore Francesco Ciarrocchi per violenza sessuale, con 20mila euro di risarcimento per la vittima liquidati in via definitiva e in merito al polo scolastico.
“Altitonante e il comandante sono stati portati in questura per l’identificazione mentre Ciarrocchi è stato condannato per violenza sessuale, sessuale, ci tengo a scriverlo due volte perché pare che le persone non lo abbiano compreso considerando il gran livello di minimizzazione che si evince sui social, luogo ormai senza etica e rispetto ma di mero tifo da stadio che pullula di gente che non sa fare una banale comprensione del testo e ha dimenticato etica, morale e rispetto. Il nostro ente nel giro di pochi giorni è stato sbattuto sui giornali non per motivi che riguardano fatti legati ai ruoli politici bensì alle vite personali e questo, signori, non è accettabile”.
E ancora: “Come non è accettabile che alla vigilia del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il sindaco rilasci una dichiarazione dove sminuisce la sentenza che riguarda il suo vice e anzi sottoscrive che manterrà il suo ruolo. Oggi mi spiace ma non si può più fare silenzio e non ho più intenzione di restare zitta di fronte ai troppi commenti letti sui social dove si scredita una ragazza giovanissima per dar manforte alla minimizzazione di un fatto aberrante. Pensare che nel 2025 si debba aver paura di denunciare perché si può, ben presto, passare per l’opinione pubblica da vittima a falsificatrice di fatti non è accettabile. Oggi mi vergogno profondamente per il nostro ente e mi vergogno profondamente sapendo che all’interno della nostra amministrazione nessuno abbia chiesto a gran voce le sue dimissioni. Ho chiesto di convocare la Commissione Pari Opportunità perché oggi, più che mai, è chiaro che abbiamo bisogno di un’alfabetizzazione dei valori all’interno della nostra comunità”.
Per la procura, con tesi sposata dai giudici di primo grado, la presunta violenza sessuale si sarebbe consumata nel corso di una visita, quando il medico avrebbe praticato una manovra senza consenso della ragazza, all’epoca dei fatti 19enne. Altre due donne avrebbero subito la stessa cosa negli anni scorsi, fornendo la loro testimonianza.



