
“La decisione del Comune di Teramo di procedere al riconoscimento ufficiale di un bambino nato da una coppia di donne rappresenta l’ennesimo atto ideologico che stravolge la realtà naturale della famiglia e i diritti fondamentali dei minori”.
Lo sottolinea Carola Profeta, responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega Abruzzo.
“Come già accaduto a Genova, – sottolinea Profeta – anche a Teramo si dà attuazione ad una sentenza della Corte costituzionale. Solleva tuttavia interrogativi profondi sul piano sociale, culturale ed etico. Nessuna sentenza può cambiare la realtà dei fatti: un bambino nasce da un uomo e da una donna. Ogni tentativo di legittimare nuovi modelli familiari, spesso frutto di pratiche come l’utero in affitto o la procreazione medicalmente assistita all’estero, è un attacco all’infanzia”.
E ancora: “A pagare il prezzo di questa deriva è proprio il bambino, che si vede negare il diritto a crescere con una madre e un padre, in nome di un’ideologia che nulla ha a che fare con la sua tutela. Serve un cambio di rotta, anche in sede europea, – prosegue Profeta – per fermare tutto questo. Stiamo assistendo a una società che procede al contrario, piegando la natura e il buonsenso a logiche ideologiche. La Lega continuerà a battersi per difendere la famiglia naturale e i diritti dei più piccoli”, conclude.