
La prossima seduta del Consiglio regionale dell’Abruzzo è convocata per giovedì 19 giugno, alle ore 15.30, nell’aula consiliare “Sandro Spagnoli” di Palazzo dell’Emiciclo, all’Aquila. All’esame dell’Assemblea la proposta di legge di iniziativa dei Consiglieri, Sospiri e Di Matteo, “Disposizioni di modifica di leggi regionali e di carattere urgente”, che interessa materie di competenza regionale, quali politiche sociali, cultura, strutture sportive, servizi aeroportuali e gestione del territorio.
L’assise proseguirà i lavori con il progetto di legge, “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito (…)”. La proposta di iniziativa popolare è stata iscritta all’ordine del giorno con “procedura d’urgenza”, secondo quanto previsto dalla legge regionale che detta, per la Regione Abruzzo, le regole sul referendum abrogativo, consultivo e l’iniziativa legislativa. Il testo, infatti, era arrivato in Consiglio, per la prima volta, il 26 giugno 2024, ma in quell’occasione non si arrivò al voto. Da quella data sono scattati i 12 mesi concessi dalla normativa regionale per la pronuncia definitiva dell’Aula sul progetto di legge.
Associazione Luca Coscioni, coordinatore campagna LIberi Subito
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Caro Presidente del Consiglio Regionale Marco Marsilio,
Caro Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri,
Cari Consiglieri,
Cari cittadini,
il 19 giugno 2025 alle ore 15:30 è stato convocato il Consiglio regionale per deliberare sulla legge sul fine vita. Un percorso iniziato due anni fa, che ha visto per la prima volta utilizzare lo strumento della legge d’iniziativa popolare nella nostra regione, l’Abruzzo. Un percorso fatto di raccolta firme, di ricerca degli autenticatori, di richiesta dei certificati presso i comuni. E poi il deposito in Consiglio, l’approvazione, il parere favorevole del Collegio di garanzia statutaria, le audizioni in V Commissione e ora la discussione.
Questa lettera aperta a tutti voi è per ringraziarvi, innanzitutto.
Un ringraziamento sentito al Presidente Marco Marsilio, per aver posto la Sua attenzione sul tema in campagna elettorale, durante un dibattito televisivo con il candidato Presidente Luciano D’Amico. Le sue parole sono state importanti per noi, perché ci hanno confermato quanto questo tema sia trasversale e non abbia bisogno di schieramenti: ognuno è libero di fare le proprie scelte, in scienza e coscienza, purché non limiti le libertà altrui.
Ci tenevamo a ringraziare i consiglieri regionali che si sono spesi in questi due anni nelle discussioni in V Commissione: abbiamo seguito diversi incontri di varie regioni e mai abbiamo riscontrato un clima di attenzione, ascolto e partecipazione come in Abruzzo. Un monito che conferma la maturità della nostra regione, nel corpo civile e istituzionale.
Un particolare ringraziamento ai cittadini: a chi si è speso nel raccogliere le firme e organizzare incontri e tavoli. Sappiamo che non è cosa semplice e che tutti abbiamo dovuto sacrificare tempo, soldi agli impegni che ogni giorno dobbiamo affrontare. Grazie anche a chi è venuto ai tavoli con il dubbio laico o religioso della necessità di questa legge: anche se apparteniamo a due posizioni differenti, la ricchezza scaturisce soprattutto dall’incontro del diverso che lascia spazio a ciò che è altro da lui.
Il 19 giugno 2025 cade a due anni precisi dalla consegna delle 8.119 firme depositate in Consiglio regionale. In questi due anni è giunta una richiesta di suicidio medicalmente assistito alle ASL abruzzesi, richiesta caduta nel vuoto per la mancanza di una disciplina giuridica del diritto che deve essere garantito. All’unanimità, nel dicembre 2024, il Consiglio regionale votò la modifica di bilancio che prevedeva lo stanziamento di una cifra per individuare le figure specifiche per dare risposta al paziente che aveva fatto richiesta al Sistema Sanitario abruzzese. Richiesta caduta nel vuoto perché questa persona è venuta a mancare prima di ricevere risposte. Questo accadimento ci ricorda l’importanza di avere delle regole giuste per rispondere alle necessità dei cittadini, che non hanno categorie, ma che di fronte alla legge sono tutte uguali. E quale uguaglianza può esserci di fronte all’assenza della legge? Senza di questa, c’è solo l’infimo mondo dell’arbitrio e della violenza, del sopruso e dell’anarchia, che in un sistema costituzionale significa abbandono, declassificazione, illegalità.
Non è una corsa a essere migliori, perché approvare una legge non significa necessariamente essere migliori. Non crediamo che la legge debba essere eticamente indirizzata, inserita nel solco del giusto e dello sbagliato.
La legge deve essere inserita nel quadro della Costituzione, così come ci ha ricordato il parere del Collegio di garanzia statutaria abruzzese con la delibera sulla legge di cui si discuterà il 19 giugno. Non c’è niente che possa rendere migliore una condizione in cui la vita non viene più percepita come libertà, ma come detenzione: prigionieri di un corpo che non è corpo se non può liberamente muoversi facendo esperienza. Ognuno fissa l’asticella della dignità dove può e dove vuole. Superate certe soglie, la vita diventa solo mantenimento in vita di un corpo, senza lo spirito che perde mano a mano la propria linfa.
Caro Presidente, cari consiglieri. Noi cittadini abbiamo fatto quello che potevamo. Adesso la parola spetta a Voi. Sceglierete individualmente come votare alla chiamata. E siccome sceglierete individualmente come votare, non dimentichiamoci che dall’altro lato ci sono altri individui che, come la persona deceduta lo scorso anno, sceglieranno di richiedere un aiuto allo Stato per le proprie sofferenze. Vorrebbero farlo nella legalità.
I promotori della legge sul fine vita,
Associazione Luca Coscioni.