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Pescara

Alberi per la Palestina piantati a Pescara dal M5S

Pescara. Il progetto “Alberi per il Futuro”, promosso ogni anno dal Movimento 5 Stelle, prosegue a Pescara anche dopo l’ultima edizione di novembre 2024, trasformandosi in un’iniziativa “in movimento” che coinvolge attivamente cittadini e attività commerciali durante tutto l’anno.

“Come promesso in occasione dell’ultimo evento – commenta il capogruppo M5S Paolo Sola – l’impegno per il verde urbano non si è fermato a un singolo appuntamento annuale, ma si estende durante tutto l’anno, grazie alla collaborazione con la comunità locale. In risposta alle frequenti segnalazioni di aiuole vuote e spazi trascurati, infatti, il Movimento 5 Stelle si occupa della piantumazione di nuovi alberi mentre i commercianti coinvolti si impegnano a curarli, garantendone una crescita rigogliosa. Questo modello partecipativo – prosegue Sola – rafforza il legame tra i cittadini e il patrimonio arboreo della città, promuovendo una cultura della sostenibilità e della cura del bene comune”.

Proprio in questi giorni, infatti, il gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle locale si è impegnato in tre nuove piantumazioni in via Mazzarino, attribuendo a questo gesto un significato ancor più particolare, legato al delicato momento storico attuale: “Abbiamo voluto dedicare questo gesto simbolico alla memoria di tutte le vittime di Gaza – spiega Paolo Sola – per non dimenticare le atrocità in corso e per condannare con forza il genocidio perpetrato dal governo israeliano contro il popolo palestinese. In un momento storico segnato da un’ingiustizia disumana, è doveroso ribadire con fermezza la nostra condanna per quello che sta avvenendo a Gaza, e la piantumazione di un albero – simbolo per eccellenza della vita, della crescita, della resistenza – rappresenta un segno concreto e duraturo di memoria. Abbiamo voluto che questi alberi parlassero per noi e per tutti quelli che, in silenzio, sentono il peso di ciò che sta accadendo. È anche un modo per alimentare una coscienza collettiva che invece deve urlare la propria indignazione senza rassegnarsi alla normalizzazione di una tragedia senza precedenti”.

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