
Altissima l’adesione dello sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori della Team riguardano il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro. Oltre il 95% delle lavoratrici e dei lavoratori della Team ha aderito allo sciopero.
Altissima l’adesione anche in Provincia di Teramo di cui raccoglieremo i dati nel corso della giornata! Sempre nella giornata odierna si è svolto un presidio regionale a Pescara sotto la Prefettura a cui hanno partecipato delegazioni di lavoratrici e lavoratori da tutta la Regione Abruzzo.
“Il contratto nazionale di lavoro è scaduto dal 31.12.2024”, scrive in una nota la Cgil. Abbiamo chiesto alle associazioni delle imprese, Utilitalia, Cisambiente/Confindustria Assoambiente e Centrali cooperative delle risposte certe su gravi problematiche che affliggono gli operatori del settore, implementando e rafforzando, ad esempio, le norme e degli strumenti di prevenzione per salute e sicurezza affinché il settore, oggi al primo posto per infortuni spesso mortali nei servizi pubblici locali, non detenga più questo triste primato e migliori sensibilmente le condizioni di lavoro”,
Inoltre, i sindacati chiedono: “il miglioramento e l’adeguamento della classificazione del personale, riconoscendo le nuove professionalità e le innovazioni tecnologiche e organizzative sviluppate in questi anni, modernizzando la classificazione; recuperare le differenze contrattuali tra generazioni e genere, aumentando la tutela per il personale over 55, riducendo il divario salariale relativo all’inquadramento del personale neoassunto, ridefinendo l’equilibrio dei tempi di vita e di lavoro, garantendo la stabilità occupazionale dei lavoratori in appalto, cominciando dall’obbligo di applicazione di questo contratto anche per le cooperative sociali; aumentare le retribuzioni attraverso il recupero del potere d’acquisto dei salari eroso dall’inflazione del triennio 22/24 e da quella prevista per il triennio 25/27, anche riqualificando il sistema indennitario, implementando il sistema di welfare e di sanità integrativa, adeguando la produttività prevista dal contratto”.
Con una media nazionale di adesione superiore all’87%, e con molte realtà in cui la partecipazione è stata totale, le lavoratrici e i lavoratori hanno inviato un segnale forte alle controparti datoriali: il contratto deve essere rinnovato senza più indugi, con risposte concrete ai bisogni reali, con più tutele per salute e sicurezza, salari adeguati al costo della vita e rispetto per chi garantisce ogni giorno un servizio essenziale per i
cittadini e l’ambiente.
C’è stata una straordinaria partecipazione sia allo sciopero che alle centinaia di presidi organizzati in tutta Italia. A Prefetti, Sindaci e rappresentanti dell’ANCI, FP Cgil, Fit Cisl Uil Trasporti e Fiadel territoriali, hanno rappresentato le ragioni dello sciopero, incentrate su tematiche strategiche per il futuro del settore: rafforzare le misure
preventive a tutela della salute e sicurezza, per azzerare le troppe morti sul lavoro e le tante patologie professionali; valorizzare le professionalità per fermare la fuga di competenze verso altri settori e sostenere lo sviluppo industriale del settore; adeguare i salari erosi dall’inflazione al reale costo della vita; tutelare i lavoratori in appalto contrastando ogni forma di dumping contrattuale.
Necessità inconciliabili con strategie datoriali che paiono ispirate soltanto a due inaccettabili obiettivi: allungare all’infinito i tempi della trattativa e comprimere il costo del lavoro per rinnovare al ribasso il
Contratto unico dei servizi ambientali.
Con la grande partecipazione allo sciopero del 17 ottobre, le lavoratrici e i lavoratori dei servizi ambientali hanno confermato e sostenuto la linea decisa dal coordinamento nazionale unitario: organizzare e proseguire la mobilitazione fino al rinnovo del CCNL.
In assenza di una celere ripresa delle trattative, che dia risposte concrete per il rinnovo del CCNL, FpCgil, FitCisl, Uiltrasporti e Fiadel attiveranno ulteriori forme di mobilitazione, per porre le associazioni datoriali di fronte alle proprie responsabilità.
Se alla consapevole determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori corrisponderà la disponibilità concreta delle imprese, le trattative potranno riprendere con rinnovato slancio verso un esito positivo. Se invece le associazioni datoriali continueranno a considerare il lavoro solo come un mero costo da comprimere, ci rivedremo nelle
assemblee, in ogni luogo di lavoro e nelle piazze delle nostre città.
Sapremo rivendicare ancora una volta il diritto a non morire o ammalarsi di lavoro, alla
piena dignità professionale, ad un giusto salario, al libero e democratico esercizio del
diritto di sciopero.