
Sant’Omero. A conclusione del primo ciclo di assemblee pubbliche, che hanno registrato una significativa partecipazione da parte dei cittadini, il Comitato Civico a difesa dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica esprime apprezzamento per l’impegno manifestato da alcuni sindaci del territorio – da ultimo quello di Martinsicuro, Massimo Vagnoni – nel vigilare sulla funzionalità dell’ospedale e sulla qualità dei servizi erogati.
Alla luce della complessità del sistema sanitario e nell’ottica di una vigilanza più efficace, il Comitato si permette di suggerire l’utilizzo di strumenti di controllo ormai standardizzati, che dovrebbero rientrare nelle ordinarie attività di monitoraggio da parte delle ASL.
Tra questi si segnala il MAPO (Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati), uno strumento di valutazione sintetica, di rapida applicazione, che consente non solo di migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario, ma anche la qualità dell’assistenza ai pazienti. Il MAPO, infatti, permette di rilevare con immediatezza eventuali squilibri nella distribuzione delle risorse umane e strumentali, anche all’interno di una medesima azienda sanitaria.
Nel caso specifico dei quattro Pronto Soccorso presenti nel territorio provinciale, ad esempio, l’adozione del MAPO consentirebbe di verificare l’esistenza di disparità organizzative, in particolare per quanto riguarda la dotazione dei medici, pur in un contesto di carenza strutturale generale. Lo stesso criterio potrebbe essere esteso ai reparti di degenza, rendendo più omogenea ed equa la distribuzione del personale e l’erogazione dei servizi.
Oltre al MAPO, il Comitato sottolinea l’importanza di attività di vigilanza condivisa e plurale, in linea con quanto già previsto da atti amministrativi della ASL e della Regione, in merito al funzionamento dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale vibratiano, alla luce del noto declassamento da UOC ad UOS.
Siamo in linea con l’attività precedente? Come stiamo messi a numero di parti, nei primi cinque mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2024?
In conclusione, il Comitato ribadisce che la via del controllo civico e istituzionale delle attività sanitarie è quella giusta, coerente con il ruolo attribuito ai sindaci in materia di tutela della salute pubblica. Sebbene non abbiano un potere decisionale vincolante, i sindaci possono tuttavia svolgere un’azione di presidio fondamentale, capace di ridurre il rischio di scelte arbitrarie o dettate da interessi particolari, in contrasto con l’interesse collettivo e il diritto alla salute delle comunità locali.