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Teramo

Martinsicuro, il Comune non esercita la prelazione sull’edificio storico: scoppia la polemica

Martinsicuro. Il Comune non esercita, nei termini il diritto di prelazione, e uno degli edifici legati allo storia di Martinsicuro, relativamente alla sua fondazione, diventa privato. Edificio che si trova dinanzi alla Torre di Carlo V, e dunque nella zona archeologica di Castrum Truentinum.

Il Comune non ha esercitato il diritto di prelazione e dunque l’immobile sarà ceduto ai privati.
Questo aspetto ha acceso un confronto sui social con stilettate arrivate anche da chi, in questo momento, sostiene la maggioranza consiliare.

La questione è stata resa pubblica da due consigliere di minoranza, Simona Lattanzi e Giuseppe Capriotti e la cosa ha acceso una inevitabile discussione.
L’edificio fu costruito sul finire degli anni ’60 del secolo scorso (tra il 1967 e il 1968), all’ingresso nord della cittadina e in passato ha ospitato la prima tabaccheria.
Va detto che lo stesso stabile si trova praticamente nella zona archeologica cittadina, in parte da scroprire e dunque molto interessante sotto vari profili.

“L’amministrazione, nella persona del Sindaco, ritiene di nessun interesse la sua sorte e decide di rinunciare al diritto di prelazione per l’acquisto dato che, a ufficializzare il valore di quella zona, esiste un vincolo archeologico”, sottolinea Simona Lattanzi.
Il 12 maggio scorso il Ministero della Cultura ha scritto al Comune di Martinsicuro per chiedere se volesse esercitare il legittimo diritto di prelazione per l’acquisto di quell’immobile, dato che l’8 maggio questo è stato oggetto di compravendita (sospesa) per la cifra 90mila euro”.
Il tema, ricorda la Lattanzi, doveva approdare in consiglio comunale, ma impiega dieci giorni per approdare in commissione e poi in consiglio dove non è mai arrivata.

“Ma in consiglio non arriverà mai se non quando ho fatto la mia domanda per avere delucidazioni: il Sindaco dice che stanno valutando, a tre giorni dalla scadenza”, prosegue la Lattanzi.
Si riunisce la commissione (a un giorno dalla scadenza) un’altra volta, nel tentativo di convincerci che la priorità è acquistare altro, altri terreni.
Decide che basta una delibera di giunta per rinunciare.
Il Consiglio Comunale spogliato della sua funzione, eppure tutta la maggioranza non fiata.
Basterebbe questo per definire l’insensatezza della rinuncia ad un pezzo importante dell’identità di Martinsicuro.
Ma c’è di peggio. Il 6 luglio 2023 la casa è già stata venduta.
Alla metà del prezzo attuale, ossia 50mila euro.

Alla mia richiesta sul perché il Comune non ha intercettato questa transazione per pagare una palazzina storica ad un prezzo che è più basso di un terreno senza valore, il Sindaco risponde che non aveva saputo.
Peccato che anche allora il Ministero abbia inviato una lettera uguale a quella di questi giorni.
Ma che nessuno l’abbia vista”.

 

Giuseppe Capriotti: Martinsicuro perde una grande opportunità.
L’immobile, oggetto di una compravendita tra privati, ricade infatti su un’area che ha il vincolo diretto della Sovraintendenza. Questa casa sorge sulla antica Città romana di Truentum, a 100 metri dall’area oggetto degli scavi che riportarono alla luce il macellum. L’area è indicata, insieme ad altre particelle catastali, nel decreto ministeriale del 7 giugno del 2001 come “di interesse particolarmente importante perché presenta resti che costituiscono illustre testimonianza del principale abitato romano della bassa Valle del Tronto, uno dei porti antichi più importanti dell’ intero Mare Adriatico”.
Avremmo potuto utilizzare la struttura esistente e renderla utile alla realizzazione di un futuro parco archeologico, come foresteria, come punto di accoglienza, come deposito per eventuali scavi futuri.
L’ area inoltre è contigua Statale 16 e posizionata al lato opposto della Torre di Carlo V, una posizione ottimale in previsione di un collegamento ciclopedonale (sottopasso e/o sovrappasso) in grado di mettere in collegamento il complesso del Torrione all’area archeologica e al futuro Ponte ciclopedonale sul Tronto.
L’ Amministrazione ha ritenuto, a fronte di un avanzo di 3milioni, di non volere investire sul nostro patrimonio storico e archeologico.
Con l’ultima variazione di bilancio non sono riusciti a trovare 90mila euro per un terreno e un immobile che presentano resti preziosi del nostro passato. Sarebbe bastata una delibera del Consiglio Comunale, ma si è fatto di tutto per fare scadere i termini”.

Fratelli d’Italia. Tra gli interventi che la vicenda ha generato, c’è anche quello di Massimo Clementoni, coordinatore locale di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza, che non usa tanti giri di parole. “Solo l’assessore Alduino Tommolini”, scrive Clementoni, ” si è battuto per questo pezzo di storia.
Fratelli d’Italia si schiera a favore di tutti gli amministratori che volevano salvaguardare questa importante questione per realizzarci un ufficio turismo dedicato alla città di Truentum (sotto la terra al momento) e alla Torre Carlo V. Martinsicuro perde per l’insensibilità conclamata ben due volte. Da chi ama e vive questa città, non può essere tollerato”.

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