
I consiglieri regionali di Abruzzo Insieme, Giovanni Cavallari e Vincenzo Menna prendono posizione su alcune questioni logistiche e operative della sanità teramana.
“Le ultime decisioni assunte dalla ASL di Teramo – l’accorpamento del reparto di Psichiatria con relativo trasferimento a Giulianova e lo spostamento dell’UCCP dalla centralissima sede di Circonvallazione Ragusa a Casalena – rappresentano un attacco diretto alla qualità, all’accessibilità e alla centralità dei servizi sanitari nel capoluogo e nelle aree interne della provincia”, si legge in una nota.
“Privare Teramo del suo reparto di Psichiatria significa isolare ulteriormente una parte fragile e spesso invisibile della popolazione, costretta ora a spostamenti complessi, se non impossibili, per accedere a cure fondamentali. Ancora più incomprensibile è la decisione di chiudere un presidio strategico e facilmente raggiungibile come l’UCCP di Circonvallazione Ragusa, per trasferirlo in una sede periferica come Casalena, difficilmente accessibile soprattutto per anziani, disabili e cittadini privi di mezzi propri.
Che l’UCCP presentasse criticità gestionali era noto da tempo – tanto che fu da me richiesto un intervento della Commissione di Vigilanza in Regione – ma proprio in quella sede il Direttore Generale Di Giosia e il Direttore Sanitario Brucchi riconobbero la necessità di una revisione generale e di una maggiore attenzione, sottolineando però l’importanza dei servizi erogati, sia in termini qualitativi che quantitativi. Oggi, inspiegabilmente, si sceglie la strada dello spostamento, che non risolve le criticità ma le aggrava, allontanando i servizi e rendendoli meno fruibili.
A rendere il quadro ancora più grave è l’assoluta mancanza di condivisione con il Comitato Ristretto dei Sindaci. La presidentessa Cristina Di Pietro appare relegata a un ruolo puramente formale, senza alcuna possibilità di incidere realmente sulle scelte che riguardano il territorio e le sue comunità.
È inaccettabile che decisioni così impattanti vengano assunte senza un confronto pubblico e senza il coinvolgimento degli amministratori locali. La gestione della sanità non può essere appannaggio di pochi dirigenti: serve trasparenza, partecipazione e, soprattutto, rispetto per le istituzioni democratiche e per i cittadini.
Se poi – come si vocifera – queste scelte rispondono alla logica del contenimento della spesa sanitaria, è bene chiarire che a pagarne il prezzo saranno ancora una volta i cittadini, nonostante l’aumento dell’addizionale IRPEF. E se questa è la strategia, allora ci si prepari a ulteriori tagli ai servizi essenziali, con un impatto devastante sul diritto alla salute, in particolare per le fasce più deboli.
Non possiamo non sottolineare che proprio i dirigenti che oggi continuano a guidare la sanità abruzzese sono gli stessi che hanno contribuito a generare l’enorme disavanzo finanziario della nostra regione. Continuare su questa strada, illudendosi di ottenere risparmi attraverso il depotenziamento dei servizi, significa perseverare negli stessi errori, a discapito dei cittadini e della tenuta del sistema sanitario pubblico.
Chiediamo con forza che queste decisioni vengano immediatamente sospese e che si apra un confronto reale, trasparente e costruttivo con i territori.
Teramo non può e non deve continuare a essere marginalizzata in nome di una logica aziendalista priva di visione e di attenzione per le reali esigenze della comunità.