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Famiglia nel bosco: corte di Appello si riserva la decisione. Garante: violata privacy dei bambini

La Corte di Appello dell’Aquila si è riservata la decisione in merito al ricorso presentato dai legali della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli contro la sospensione della potestà genitoriale di Nathan e Catherine e l’allontanamento dei loro tre figli minori e la loro collocazione in un centro protetto alla presenza della madre, decisa dal Tribunale per i Minorenni.

Il collegio ha adottato questa decisione al termine della udienza documentale che si è svolta da remoto nel pomeriggio.

 

Non c’è ancora risposta dalla famiglia sulle lezioni domiciliari impartite dalla maestra di Palmoli”.

Lo dichiara all’ANSA il sindaco del piccolo comune abruzzese, Giuseppe Masciulli, aggiungendo “ad oggi non ci sono novità rispetto a una settimana fa”.
Sulla vicenda della ‘famiglia nel bosco’ il primo cittadino prosegue: “Non c’è ancora alcun contatto né con la famiglia né con gli avvocati”.
Sulla questione del progetto da presentare all’ufficio tecnico comunale in merito ad ampliamento e adeguamento del casolare nel bosco, Masciulli spiega che “non è stato ancora depositato nulla in Comune”.
Il geometra Simone Agostino, che aveva dato la sua disponibilità a occuparsi del progetto per rendere l’abitazione più confortevole per i tre bambini, conferma di non aver ottenuto informazioni da Nathan Trevallion. “Natale è alle porte e mi auguro sia un Natale di pace e gioia per questa famiglia che non ha fatto nulla di male, voleva solo vivere in libertà, nel massimo rispetto delle leggi dello Stato che li sta ospitando”, conclude.

È stata violata la privacy di questi bambini.

Sono state pubblicate informazioni estremamente riservate, come quelle sulla scolarizzazione, sulle vaccinazioni o sullo stile di vita, che dovevano transitare all’interno di un fascicolo e non attraverso i media.

Se fino ad ora si è sbagliato, è arrivato il momento di non sbagliare più”. Lo afferma l’avvocato Alessandra De Febis, Garante dell’infanzia e dell’Adolescenza della Regione Abruzzo, a proposito della vicenda della famiglia del bosco, ricordando che c’è la “Carta di Treviso” e che in caso di minori “la riservatezza viene prima del diritto di cronaca e di quello di critica”.

Qui c’è stata una criticità durata oltre un anno: per questo è intervenuto il giudice, però è giusto tornare al ricongiungimento.

Spero che ci sia la possibilità di poter dialogare con la famiglia a proposito dell’istruzione”.

Così all’ANSA l’avvocata Maria Luisa Palladino, tutrice nominata dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dopo l’udienza in Corte d’Appello per il reclamo contro la sospensione della potestà genitoriale di Nathan e Catherine e l’allontanamento dei tre bambini, tra i 6 e gli 8 anni, in una struttura protetta dove comunque possono vedere la madre.
“Oggi c’è stata l’udienza cartolare – ha aggiunto Palladino -, sono state depositate le note di trattazione scritta. Non sappiamo niente di più. Il giudice deciderà entro 60 giorni dal deposito del ricorso”.
Per quanto riguarda i bambini che si trovano tuttora nella casa famiglia, “stiamo predisponendo – ha spiegato – i richiami per i vaccini obbligatori che avevano fatto. Il libretto vaccinale era presente”.
Il nodo, almeno fino a questo momento, resta la questione legata all’istruzione: la tutrice conferma che i minori non sanno leggere e scrivere.

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