
A conclusione della riunione del tavolo regionale sull’Automotive, interamente dedicato alla situazione della Stellantis, che si è tenuto a Pescara, in Regione, alla presenza di dirigenti del Gruppo e di rappresentanti di Confindustria e dei sindacati regionali, il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio ha parlato di “crisi globale, che ovviamente preoccupa e purtroppo registra delle ripercussioni anche nell’insediamento produttivo di Atessa, una fabbrica che, fino a poco tempo fa, anche in tempi di Covid, aveva invece mantenuto livelli produttivi elevati”.
A giudizio di Marsilio “bisogna che l’Europa comprenda che costringere le aziende, che non riescono a vendere un certo numero di veicoli elettrici, soprattutto i furgoni, a pagare miliardi di multe è una follia che dobbiamo assolutamente scongiurare. A tal proposito, – ha rivelato – sono in stretto contatto con il governo Meloni e, non a caso, il ministro Urso proprio questa settimana, sarà a Parigi e Berlino, per parlare e incontrare i suoi omologhi, francese e tedesco, per far partire una richiesta forte nei confronti della Commissione e del Parlamento Europeo per modificare queste norme che considero autolesionistiche”.
Il presidente Marsilio ha, inoltre, confermato di aver chiesto a Stellantis di “fornire segnali concreti di volontà di investimento a lungo termine su Atessa e sull’Abruzzo in generale. Abbiamo fatto riferimento anche alla crisi Marelli di Sulmona, – ha aggiunto – invitando Stellantis a riflettere anche sull’opportunità di proteggere questa filiera corta abruzzese invece che investire in prodotti che magari devono partire da altri continenti, il che pone anche questioni di sicurezza considerando anche l’attuale contesto internazionale. In più – ha sottolineato – abbiamo posto l’accento sulla necessità di rafforzare il settore dedicato alla ricerca e allo sviluppo, punto su cui siamo stati rassicurati, così come abbiamo di nuovo stimolato Stellantis, insieme al Polo dell’Automotive, a considerare una sua diretta partecipazione ad un importante investimento nell’ottica dell’economia circolare che consiste nella realizzazione di un impianto di trasformazione, di riutilizzo e di riconversione dei veicoli usati che, a fine vita, possono tornare ad Atessa ed essere utilizzati in una preziosa attività di recupero”.
“Non sfugge a nessuno la situazione complessiva di crisi epocale dell’automotive a livello nazionale quanto europeo, anche rispetto alla rigida transizione verde. Le sorti dello stabilimento Stellantis di Atessa meritano attenzione per un bene che va tutelato. L’incontro odierno, convocato con il presidente Marco Marsilio, procede nel solco già tracciato dai tavoli promossi in questo ultimo anno dalla Regione sul tema sull’automotive. Con il presidente Marsilio abbiamo chiesto a Stellantis il rispetto degli impegni per Atessa annunciati al tavolo Mimit con il ministro Urso. In particolare abbiamo chiesto atti più concreti verso le aziende dell’indotto perché la produzione avvenga in Abruzzo e la prosecuzione verso quelle in sofferenza come la Marelli di Sulmona, senza dimenticare l’impegno a non delocalizzare la produzione e a spostare parte della ricerca e sviluppo sui large van ad Atessa, infine altri investimenti per ulteriori attività”. A dichiararlo l’assessore alle Attività Produttive Tiziana Magnacca al termine dell’incontro con Stellantis tenutosi in piazza Unione a Pescara con il presidente Marsilio.
È stato ricordato l’impegno del presidente Marsilio per la neutralità tecnologica e l’attività della Regione Abruzzo al tavolo delle regioni europee dell’Automotive per la modifica delle regole degli aiuti alle imprese, di fatto fortemente limitato per le regioni in regime di transizione.
“Abbiamo ascoltato i vertici di Stellantis – sottolinea l’assessore – che hanno ribadito la rigidità delle politiche europee in tema di transizione verde con l’auspicio a un’inversione di tendenza che causa meno volumi produttivi, i costi elevati energetici e lo scarso appeal del mercato verso i veicoli elettrici. Ma soprattutto Stellantis ha ribadito la centralità di Atessa definita cuore della produzione nel settore dei veicoli commerciali con i modelli Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroen Jumper, Opel Movano e Toyota Proace”.
In particolare l’assessore Magnacca specifica: “A Stellantis ho chiesto di assumersi la propria dose di responsabilità. Dobbiamo continuare a lavorare, come sta facendo bene il governo nazionale, per modificare le rigide norme europee in tema di transizione verde con l’obiettivo di ridurre le emissioni e promuovere l’innovazione per sostenere la ricerca, gli investimenti e l’insediamento di realtà produttive sostenibili”.
“Dobbiamo evitare – aggiunge l’assessore – che la produzione venga delocalizzata altrove. Pretendiamo che ad Atessa venga aperto un centro di ricerca e di sviluppo su tutto ciò che attiene la progettazione e la produzione dei veicoli commerciali”.
All’incontro hanno partecipato Confindustria Abruzzo, il Polo dell’innovazione automotive, i segretari generali e di categoria dei sindacati del settore metalmeccanico.
In relazione alle molteplici e confuse interpretazioni emerse in seguito alle dichiarazioni rilasciate a Roma da Jean-Philippe Imparato, responsabile per la regione Enlarged Europe di Stellantis, l’azienda ritiene importante sottolineare che il riferimento allo stabilimento di Atessa debba essere considerato come un esempio estremo, riferito allo stabilimento abruzzese solo perché calato nel contesto italiano e perché il passaggio dell’intervento da cui è stato estrapolato riguardava il settore dei veicoli commerciali leggeri. Gli stessi concetti, con riferimento ad altri stabilimenti, sono stati ribaditi pubblicamente dallo stesso Jean-Philippe Imparato il giorno dopo nel corso di una visita presso l’impianto produttivo di Hordain, in Francia.
• Per interpretare correttamente queste dichiarazioni, è necessario partire dall’attuale momento di mercato che, come rilevato dal Presidente e dall’Assessore, è caratterizzato da un significativo calo della produzione, conseguente ad un ancor più significativo calo della domanda.
• L’esempio di Atessa aveva come unico obiettivo quello di trasmettere efficacemente una richiesta di aiuto indirizzata alla politica — in primis europea — circa la necessità e l’urgenza di rivedere la regolamentazione di settore che, senza modifiche tempestive, comporterà gravi impatti sull’intero settore automotive europeo.
• Stellantis, infatti, ribadisce l’urgente necessità di affrontare rapidamente il tema di come rilanciare l’industria automobilistica europea, in particolare della normativa sulle emissioni di CO2, attraverso una revisione olistica.
• Data l’attuale domanda di mercato, gli obiettivi di elettrificazione assegnati alle case automobilistiche in merito alla percentuale di veicoli elettrici da vendere in Europa non sono raggiungibili nei tempi previsti.
• Ciò vale in particolare per i veicoli commerciali leggeri, dove l’elettrificazione rimane ben al di sotto del livello richiesto.
• I possibili scenari previsti, nonché i potenziali impatti derivanti da questa situazione, non sono correlati a uno specifico stabilimento di Stellantis, né ad un Paese in particolare.
• Con le sue dichiarazioni, Jean-Philippe Imparato ha voluto farsi portavoce di una richiesta condivisa da tutte le case automobilistiche europee affinché vi sia un intervento immediato a livello politico, anche in merito alla normativa sulle emissioni di CO2 e alle condizioni abilitanti.
• Questo intervento richiede di affrontare con urgenza una serie di aspetti, come i costi dell’elettricità, le infrastrutture di ricarica o la sostituzione di un parco circolante sempre più vecchio con vetture nuove, più moderne ed efficienti.
• Stellantis intende proseguire i dialoghi con le parti interessate nell’Unione Europea e negli Stati Membri nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
• Crediamo che questo Tavolo rappresenti l’occasione per rivolgere un appello alla politica e alle parti sociali per fare in modo che siano portatori di queste istanze, che vanno indirizzate il prima possibile per rendere sostenibile e rilanciare il settore.
• Come ha recentemente affermato Anne Abboud, responsabile di Stellantis Pro One, la divisione veicoli commerciali, Atessa ricopre un ruolo cruciale nella strategia produttiva degli LCVs.
• Da più di 40 anni, lo stabilimento di Atessa rappresenta il cuore della produzione di veicoli commerciali leggeri di Stellantis. Questo è il principale impianto europeo per capacità e flessibilità, in cui fino ad oggi sono stati prodotti oltre 7 milioni di furgoni, l’85 % dei quali è stato esportato in oltre 70 Paesi. Qui vengono assemblati i modelli chiave della nostra gamma Large Van: Fiat Ducato, Peugeot Boxer, Citroën Jumper, Opel/Vauxhall Movano — veicoli centrali per la strategia globale Pro One di Stellantis.
• Confidiamo che, alla luce di queste considerazioni, appaia a tutti evidente che l’impegno di Stellantis ad Atessa e in Abruzzo, è confermato.
Fiom. Un confronto ottenuto grazie alla pressione costante della FIOM, che da mesi denuncia una crisi industriale profonda che altri faticano ancora a riconoscere.
Nel corso dell’incontro, abbiamo illustrato le nostre preoccupazioni sulla situazione dello stabilimento Stellantis di Atessa e, in particolare, sull’indotto, mettendo in evidenza la carenza di investimenti sullo stabilimento abruzzese rispetto a quello polacco di Gliwice, dove, invece, sono stati già pianificati e realizzati da tempo.
I numeri parlano chiaro: da oltre 6.000 lavoratori impiegati nell’ex stabilimento Sevel, si rischia di chiudere il 2025 con meno di 4.500 addetti, coperti da contratti di solidarietà. Una realtà che non può più essere ignorata, così come le ripercussioni sull’indotto.
Durante la riunione, Stellantis ha confermato le recenti dichiarazioni dell’amministratore Imparato, definendole un caso limite. Tuttavia, l’azienda ha ribadito che, in assenza di un intervento strutturale sulle attuali regole europee e sull’elevato costo dell’energia in Italia, si rischia un punto di non ritorno per la produzione nel nostro Paese.
Abbiamo chiesto alla Regione di attivarsi immediatamente nei confronti del Governo affinché venga aperto un tavolo nazionale sull’automotive presso Palazzo Chigi. È urgente che l’esecutivo prenda in mano la situazione e si assuma la responsabilità di dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori.
Purtroppo, dobbiamo constatare che non è arrivata una vera smentita delle parole di Imparato. Le sue affermazioni sono state derubricate a “esempio estremo”, ma restano un elemento sul tavolo della discussione.
Usciamo da questo incontro con alcune conferme ma anche con molti dubbi. Non possiamo rassicurare chi ogni giorno tiene in piedi l’economia industriale di questa regione. L’unica cosa che oggi le lavoratrici e i lavoratori chiedono è chiarezza e certezze per il loro futuro.
Uil. “Si confermano le nostre preoccupazioni per il futuro complessivo del gruppo Stellantis, oggi il management ha confermato le preoccupazioni rispetto alla tenuta del mercato dell’auto in Europa e alle incertezze dell’Unione Europea nel governo della transizione energetica e industriale. Per Uil Abruzzo è fondamentale salvaguardare l’industria italiana dell’auto e l’intero settore dell’automotive. Continuiamo a chiedere con forza un impegno alla Regione e al Governo per imporre all’Europa di decidere presto e a sostegno del settore dell’auto e dell’automotive. L’Italia e l’Abruzzo non possono permettersi il lusso di rinunciare ad un comparto così importante e strategico nel panorama economico e sociale del Paese e della nostra Regione.
Ribadiamo che, in Abruzzo, sono oltre 28 mila le famiglie che vivono grazie ai posti di lavoro che il settore offre. A Stellantis diciamo che prendiamo atto delle dichiarazioni fatte che confermano la centralità dello stabilimento di Atessa nelle strategie aziendali, chiediamo però di cominciare ad invertire la rotta, riprendendo gli investimenti sia su Stellantis Atessa sia sulla intera filiera dell’indotto, a partire dalla Marelli di Sulmona fino alla Denso di San Salvo. Continua per noi il lavoro di tutela delle aziende abruzzesi del settore, al fine di sostenere il livello occupazionale del comparto dell’automotive regionale”.