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Abruzzo

Sanità, “la Regione parla di totem mentre le liste d’attesa crescono”

Il parere dei consiglieri Cavallari e Mena di Abruzzo Insieme

«Dietro l’annuncio del progetto “Sanità di Prossimità – Digitalizzazione dei Servizi in Multicanalità” la Giunta regionale cerca di nascondere la realtà di un sistema sanitario in profonda crisi».

È il commento dei consiglieri regionali Giovanni Cavallari e Vincenzo Menna alla presentazione dell’iniziativa finanziata con fondi FESR, che prevede la distribuzione di totem multifunzione nelle strutture sanitarie abruzzesi.

«Mentre si inaugurano totem digitali e si parla di innovazione – sottolineano i due esponenti di Abruzzo Insieme in Consiglio regionale – le liste d’attesa crescono in modo vertiginoso, senza che il Dipartimento regionale o i Direttori Generali delle ASL intervengano con misure efficaci.

Gli stessi DG, responsabili diretti del disavanzo sanitario, restano saldamente al loro posto come il Presidente Marsilio e l’Assessore Verì, mentre i cittadini, già costretti a subire un aumento dell’addizionale regionale IRPEF per coprire i debiti generati, continuano a pagare sulla propria pelle l’inefficienza del sistema».

«Le lunghe attese per una visita o un esame – continuano i Consiglieri Cavallari e Menna – spingono sempre più persone a rivolgersi al privato o a uscire dai confini regionali, alimentando una mobilità passiva ormai fuori controllo. È questa la vera emergenza sanitaria dell’Abruzzo, che nessun totem potrà risolvere».

«I totem non erogano prestazioni, non riducono le attese e non assumono medici o infermieri. Rischiano invece di diventare uno specchietto per le allodole, utile solo a coprire l’assenza di una strategia seria per la sanità pubblica. La Regione preferisce inaugurare schermi e interfacce digitali piuttosto che affrontare le carenze strutturali degli ospedali, la mancanza di personale e la disorganizzazione delle agende di prenotazione».

«Non serve propaganda tecnologica, ma una politica sanitaria vera: un piano straordinario per abbattere le liste d’attesa, il controllo rigoroso dei conti e la valutazione delle responsabilità gestionali nelle ASL. La vera sanità di prossimità – concludono Giovanni Cavallari e Vincenzo Menna – non è fatta di totem, ma di servizi, di medici, di ascolto e di presenza sul territorio».

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