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Abruzzo

Lezione inaugurale del corso di alta formazione “scuola di decisioni”

Il Corso di Alta Formazione Scuola di Decisioni per una società in transizione serve a consentire l’ingrandimento dei diritti e doveri, dobbiamo far sì che ciascuno reimpari a fare il suo, che si capisca come la generatività del pensiero sia un cavallo che va nutrito.

 

Il titolare delle funzioni, nella pubblica amministrazione come nel privato, non è uno che ‘stacca’ dal suo impegno finite le sue sei ore in ufficio, e allora mi auguro che la scuola ci aiuti a formare funzionari che si riportino a casa non i fascicoli, ma il pensiero premuroso di trovare soluzioni.

Da qui a giugno i nostri primi 22 corsisti incontreranno e si confronteranno con i testimonial della nostra Scuola: il cavaliere Caltagirone, il cavaliere Paolo Fassa, oggi 80enne, di Treviso, ed è tra i più grandi produttori di materiali; ci saranno Ferrero jr, l’imprenditore Luca Tosto, verrà il cavaliere Maurizio Sella, uno degli ultimi banchieri che non è stato vinto dall’ingrandimento delle gonfiezze bancarie, pronipote di Quintino Sella. E poi un imprenditore albanese, Briken Boja che a 9 anni portava il trattore nella campagna di Tirana, ha convinto lo zio a prestargli mille euro con cui si è conquistato il passaggio in Italia, si muove tra Molise e Puglia, mentre fa il manovale studia la sera da geometra, si diploma, si laurea, e comincia a pensare a come sottoporre a monitoraggio gli ambienti pubblici, inventa una tecnologia con un software che fa monitoraggio, oggi produce 250milioni di fatturato, e a Tirana sta creando una Cittadella per business men in viaggio per affari con la famiglia, mentre l’imprenditore partecipa agli spazi di lavoro della Cittadella, il resto della famiglia gioca e gode, con un investimento di 48milioni di dollari per il campus

Si è aperto oggi con i saluti di Sua Eccellenza Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, portati da Don Davide, il primo corso della Scuola di Alta Formazione che la Fondazione Palazzo De Sanctis ha promosso a Lettomanoppello in partenariato con la LUMSA, e che opera in onore di Augusto Pierantoni, teatino, nipote del parlamentare di Lettomanoppello Giovanni De Sanctis, che seppe meritare al Centro Studi che presiedeva il Premio Nobel per la Pace 1904. Presenti la professoressa Silvia Di Donato, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Palazzo De Sanctis, l’onorevole Luciano D’Alfonso, Deputato e Presidente Emerito della Regione Abruzzo; il professor Alessandro Natalini, Presidente del Corso di Laurea in Politiche, amministrazione e innovazione dell’Università LUMSA; il Presidente Franco Massi, Segretario Generale della Corte dei Conti; il Prefetto Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il professor Francesco Bonini, Magnifico Rettore dell’Università LUMSA.

 

Nel suo messaggio, Monsignor Forte ha sottolineato come “il corso intende formare persone qualificate in grado di produrre idee innovative e di trasformarle in decisioni concrete, si focalizza sui principi e sistemi organizzativi utili a garantire gli input, la legittimazione, derivante dal rispetto delle regole e dalla convergenza del consenso inteso come mantenimento degli equilibri tra le parti coinvolte”.

 

La professoressa Di Donato ha ufficializzato l’avvio del secondo ciclo del corso già da giugno “vista la grande partecipazione di professionisti interessati alla scuola con cui la Fondazione Palazzo De Sanctis ha ritenuto di avviare un percorso capace di coniugare i luoghi della storia con l’impegno del presente. Noi vogliamo tradurre l’essere custodi della memoria in cittadinanza attiva, in pensiero politico, in azione, avendo cura di ciò che la storia ci dice e ci lascia, avendo cura della memoria, ma non incorniciandola bensì facendola parlare, rendendola un luogo vivo”

 

Il professor Natalini ha sottolineato l’unicità della didattica del Corso “che colloquia con il mondo esterno, con le imprese. Con i primi 22 allievi sperimenteremo una nuova didattica con tante persone che lavorano, imprenditori, magistrati, dirigenti pubblici, 8 fine settimana e 5 giornate full immersion”.

 

Con la struttura del Corso di Alta Formazione – ha spiegato l’onorevole D’Alfonso, promotore dell’iniziativa – abbiamo saputo colpire una questione normativa istituzionale ed economica: dove si impara la decisione? Oggi c’è bisogno di recuperare la capacità generativa rispettosa della capienza dell’umano, della capienza di pensiero, sul come la realtà si può migliorare. Con noi c’è il Segretario generale dell’Autorità Portuale Salvatore Minervino, ebbene se oggi si produce ricchezza è perché la logistica è facilitata se l’acqua si rende disponibile, perché in Italia e in Europa ponti e viadotti non sono utilizzabili per trasporti eccezionali perché ci siamo dimenticati di fare la manutenzione. L’Europa ha sottovalutato il tema della capacità delle infrastrutture di consentire gli spostamenti. Dobbiamo conoscere cos’è una procedura cos’è un provvedimento, ma il contenuto della procedura e del provvedimento chi lo assicura nella sua virtù realizzativa? Chi ci mette il pensiero?

Dobbiamo reimparare a progettare la decisione, il pensiero progettuale che ha bisogno di cucire i fatti della realtà. Faccio l’esempio dell’emergenza Covid: si è posto prima il problema di separare, di distanziare, poi di stimolare chi faceva invenzione, ricerca scientifica. Diciassette colossi si misero insieme, si è scoperto il vaccino, e gli uffici commerciali delle società cominciavano già a elaborare le quote di incasso per rivendicare il diritto di brevetto. Qui scattò l’intuizione che si collocava oltre il diritto del precedente, ovvero: ma noi col covid in corso non sospendiamo il diritto commerciale? È ovvio che non si doveva pagare il diritto di brevetto perché eravamo in guerra. Con l’apertura del Corso molti imprenditori mi hanno chiamato per organizzare lo scuotimento, la messa in discussione per consentire ai propri funzionari di aprirsi alla realtà complicata affinchè non somiglino a quelli che si autoproteggono, agli autoproduttori di difesa perché hanno monumentalizzato la paura

 

Ad aprire le sessioni di incontro con i 22 corsisti è stato Franco Massi, Segretario Generale della Corte dei Conti: “L’Italia è la culla mondiale della cultura, abbiamo inventato il Risorgimento, siamo il mondo del dire. Ma chi si occupa del fare nell’eterno e illuminato mondo del dire. E in questo framework devo spiegare le Magistrature a che servono, le magistrature in generale e la Corte dei Conti in particolare, perché impattano fortemente sul nostro mondo del fare? Perché il bilancio dello Stato è di circa 900miliardi; 90 miliardi sono i soldi che la Pubblica Amministrazione italiana mette ogni anno sul mercato per far crescere il paese e sono i contratti pubblici e se tu blocchi e rallenti i contratti pubblici tu blocchi il sistema paese non solo la Pubblica amministrazione, ecco perchè le magistrature hanno un ruolo fondamentale nel funzionamento del paese. Tutte le Istituzioni camminano sulle gambe delle persone, e vale anche per tutte le magistrature, teoricamente tutti i magistrati dovrebbero agire con lo stesso rigore e senso del limite, ma non sempre è così, e il pluralismo delle posizioni può diventare risorsa se sorretta da un terreno comune di confronto e dalla consapevolezza che nessuno è depositario della verità assoluta, è solo dal confronto delle idee che si capisce la decisione migliore.

Se manca il confronto il sistema entra in crisi, si tratta di funzioni in cui l’assenza di equilibrio, di saggezza, di pacatezza e di senso pratico, può produrre effetti devastanti. La differenza tra un buon magistrato e un tecnico autoreferenziale è la capacità di applicare la norma nel modo più giusto in relazione alla fattispecie concreta, senza mai innamorarsi del valore astratto e vuoto che la norma ci dà. Questo vale anche per la giustizia della Corte dei conti, il cui peso fondante non nasce per inseguire i funzionari infedeli, ma per aiutare la Pubblica Amministrazione a funzionare meglio, a spendere bene i soldi dei cittadini. Spesso la Corte dei Conti è considerata come ostile alla PA, capace di mettere alla gogna un amministratore con un semplice invito a dedurre, che non è un atto d’accusa. Nel 50 per cento dei casi gli amministratori risultano innocenti, ma magari tra essi c’era il docente in carriera, il funzionario in attesa di promozione, e chi li ripaga dopo aver atteso 5-6 anni dalla sentenza di assoluzione e aver saltato le progressioni.

Questo significa che il 50 per cento di indagati innocenti sono quelli che poi cominciano a spargere il seme della paura, perché il funzionario più giovane decide che non vuole giocarsi la carriera con una decisione. Uno dei problemi è sicuramente la scrittura delle leggi, spesso errate, e da qui deriva che la paura della firma non è paura della responsabilità, ma dell’isolamento, non sapere a chi rivolgersi quando le norme non sono chiare. La Corte dei conti dovrebbe allora tornare a svolgere funzione di guida, di orientamento della Pubblica amministrazione, non si tratta di co-gestire, si chiama accompagnamento. Con la Scuola di decisioni dobbiamo imparare a fare anche regolando i rapporti con l’amministrazione pubblica”.

Per il Prefetto Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale “Il coraggio della decisione è tagliare, escludere, sacrificare, applicando il principio del contemperamento degli interessi. Ci sono strumenti oggi che ci permettono di decidere in scienza e coscienza, c’è internet, non bisogna fermarsi davanti alla possibilità del fallimento, la paura c’è, è parte del sentimento umano, ma non dobbiamo avere paura della decisione e degli effetti della decisione. E poi dobbiamo avvalerci della capacità di costruire anche un consenso, fare in modo che tutti si sentano considerati nella giusta misura, per il peso che devono avere sulla decisione finale”.

 

Il professor Francesco Bonini, Magnifico Rettore dell’Università LUMSA, ha ricordato come “La Scuola di Decisioni ha avuto una lunga gestazione, e nasce con una lunga meditazione, oggi dunque può partire velocemente con una programmazione smart e sprint. I primi 22 corsisti sono gli sperimentatori”. Al termine della giornata, i sindaci di Lettomanoppello, San Valentino e Roccamorice hanno consegnato doni agli ospiti.

 

Prossima lezione in modalità on line: venerdì 7 novembre, dalle 15 alle 18, su Analisi delle Politiche Pubbliche; sabato 8 novembre, dalle 9 alle 18, su Politica economica ed Etica e Filosofia

 

STRUTTURA DEL CORSO: La struttura del corso riguarda l’Anno Accademico 2025-2026, sarà un corso di formazione da 9 CFU, per 180 ore di lezione, distribuite in 9 mesi, da ottobre 2025 a giugno 2026. Le materie e i temi che verranno affrontati saranno:

· Analisi delle politiche pubbliche, 15 ore, 1 CFU

· Politica Economica, 15 ore, 1 CFU

· Etica e filosofia, 15 ore, 1 CFU

· Le scelte sulle norme e sui piani: le decisioni a cascata e quelle per deroga, 15 ore, 1 CFU

· Le decisioni dell’emergenza, 15 ore, 1 CFU

· Le codecisioni e le decisioni partecipate, 15 ore, 1 CFU

· Le decisioni negoziate e quelle multilivello, 15 ore, 1 CFU

· Le decisioni supportate dall’intelligenza artificiale e il nudging, 15 ore, 1 CFU

· Le decisioni evidence based e il ruolo degli esperti, 15 ore, 1 CFU

LABORATORI:

· Laboratorio di decisione sulla attribuzione di un incarico, 9 ore

· Laboratorio di decisione su un progetto di sviluppo e coesione di una area interna, 9 ore

· Laboratorio di decisioni sul futuro: nuove tecnologie, prodotti e materiali, 9 ore

· Laboratorio di decisioni e problemi etici, 9 ore

· Laboratorio di decisioni sulla sostenibilità ambientale, 9 ore

Project work finale

 

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