
Bisogna alzare la guardia per salvare la ‘Fattoria Abruzzo’ dalla Blue tongue che mette a rischio un patrimonio di 200mila pecore, con il numero di casi accertati che fotografano uno scenario a tinte fosche”.
A denunciarlo è Coldiretti Abruzzo, in relazione ai casi di Blue tongue conclamati che stanno aumentando, per cui “è vitale predisporre un piano di interventi strategico e tempestivo”.
Si tratta di una malattia trasmessa agli animali da un insetto, un moscerino del genere Culicoides, che non colpisce l’uomo e non infetta la carne o il latte.
La Lingua blu porta al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici per le aziende. Il presidente dell’associazione, Pietropaolo Martinelli, sottolinea che “i casi di Blue tongue che si stanno registrando nei territori abruzzesi a vocazione ovina stanno facendo emergere, in tutta la sua drammaticità, la fragilità di un settore che merita tutela e interesse”.
Per il direttore di Coldiretti, “siamo a un bivio drammatico” e se non si interviene immediatamente “si rischia di confermare definitivamente la morte di questo settore”.
Coldiretti sollecita “l’estensione della campagna vaccinale e controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa, dove la malattia sta dilagando. Importante in tale ottica – dice l’associazione – l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti. Occorre velocemente strutturare azioni di primo soccorso e di sostegno per far sì che lo smaltimento delle carcasse non sia un onere così gravoso come lo è oggi”.