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Chieti

Parco Nazionale della Costa Teatina, è arrivato il momento della sua nascita

Il TAR Abruzzo chiede alla Regione le motivazioni di un ritardo che dura da un quarto di secolo! A marzo la decisione del giudice amministrativo sul ricorso presentato dal WWF Italia

Pescara. Conferenza stampa a Pescara del WWF Italia sul Parco Nazionale della Costa Teatina alla luce dell’ordinanza collegiale del TAR Abruzzo – Sezione di Pescara del 15 dicembre scorso che ha richiesto alla Regione Abruzzo di produrre entro 60 giorni una “dettagliata relazione sui fatti di causa, con cui si controdeduca sulle specifiche censure articolate in ricorso”, fissando per il 16 marzo 2026 una nuova camera di consiglio per giungere alla decisione.

Come si ricorderà il procedimento davanti al TAR Abruzzo è stato attivato nel settembre scorso con ricorso del WWF Italia al fine di superare l’immobilismo del Governo nazionale e della Regione che da 24 anni impedisce l’istituzione di questa area naturale protetta nazionale, prevista dal Parlamento italiano con la Legge 8 marzo 2001, n. 93. La nascita del Parco ha interessato persino la Corte costituzionale che con sentenza n. 422 del 7 ottobre 2002 dichiarò non fondata la questione di legittimità costituzionale della legge istitutiva del Parco sollevata dalla Regione Abruzzo. Dopo ulteriori anni di attesa, nel 2015, un Commissario ad acta nominato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ha completato la proposta di perimetrazione con le misure di salvaguardia. Da allora sono trascorsi altri dieci anni, ma nessuna azione è stata portata a termine dalle istituzioni competenti e il parco è rimasto fermo, andando ad arricchire l’elenco dei “parchi di carta”. Nel frattempo, il territorio della costa teatina, privo di un sistema di tutela efficace, è stato esposto ad interventi edilizi e trasformazioni che ne minacciano l’equilibrio ambientale e paesaggistico, compromettendone anche le grandi potenzialità turistiche.
Di fronte a questo stallo, dopo aver sollecitato innumerevoli volte le amministrazioni centrali anche attraverso una formale diffida, il WWF Italia ha deciso di presentare un ricorso al TAR Abruzzo, patrocinato dall’Avvocato Alessandro Corporente, per chiedere che si risolva un vero e proprio paradosso giuridico e si dia finalmente seguito ad una legge dello Stato italiano.

“Siamo felici che, grazie al nostro ricorso, sia ripartito il procedimento per far arrivare il Parco Nazionale della Costa Teatina alla sua reale istituzione”, ha dichiarato Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia, presente oggi in conferenza stampa insieme al responsabile degli Affari legali e istituzionali del WWF Italia, Dante Caserta. “Quella teatina è una delle coste più suggestive e preziose del Mare Adriatico che conserva ancora scorci naturali intatti, una ricca biodiversità e un’identità paesaggistica rara. Vi sono tutte le ragioni per l’istituzione di un parco nazionale che peraltro, se ben gestito e affidato a persone preparate, sarà anche uno strumento di valorizzazione del territorio. Interessi localistici non possono tenere ferma un’area protetta nazionale votata dal Parlamento, sulla quale si è pronunciata la Corte costituzionale e per la quale è stato nominato anche un commissario di governo. Quello che possiamo auspicare è che Regione e Ministero dell’Ambiente vogliano cogliere questa occasione e, prima della prossima udienza del TAR, si attivino presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per giungere alla nascita del Parco. Rivolgo un appello in tal senso al Ministro Pichetto Fratin e al Presidente Marsilio affinché si assumano la responsabilità di sanare una situazione che si trascina da un quarto di secolo!”.

Nel corso della conferenza stampa sono state anche riportate le dichiarazioni dell’Avvocato Alessandro Corporente: “Come legale del WWF Italia ho promosso un ricorso ex articolo 31 del Codice del processo amministrativo per far accertare l’illegittima inerzia della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, nonché nei confronti della Regione Abruzzo, rispetto alla conclusione del procedimento di istituzione del Parco nazionale della Costa Teatina, previsto dall’articolo 34 della legge n. 394 del 1991 e dalle leggi speciali adottate dal Parlamento. La sequenza degli atti è chiara e non lascia spazio ad ambiguità: nell’agosto del 2015 il Commissario ad acta governativo ha regolarmente depositato presso il Ministero dell’Ambiente la perimetrazione provvisoria del Parco, che interessa dieci comuni, e le misure di salvaguardia previste dalla legge. Nel 2016 lo stesso Ministero ha formalmente riconosciuto che, a seguito della nomina del Commissario, non residuava alcuna competenza discrezionale in capo all’amministrazione statale se non quella di concludere il procedimento. Ciononostante, nel 2019 il Ministero dell’Ambiente ha illegittimamente riavviato il procedimento, tentando di ricercare un’intesa con la Regione Abruzzo non prevista dalla legge e in assenza di qualsiasi atto governativo che disconoscesse il lavoro del Commissario. Da allora sono trascorsi inutilmente altri sei anni, senza che il procedimento sia stato definito. È evidente che il Ministero non ha mai dato corretta applicazione né alla legge quadro sulle aree protette né alle leggi speciali istitutive del Parco Nazionale della Costa Teatina: già nel 2015 avrebbe dovuto nominare, con apposito decreto, il Comitato di gestione provvisoria ai sensi dell’articolo 34, comma 3, della legge n. 394 del 1991, completando l’iter istitutivo del Parco, come peraltro avvenuto recentemente per il Parco Nazionale del Matese. L’ordinanza collegiale adottata dal TAR Abruzzo – Pescara all’esito della camera di consiglio del 12 dicembre 2025, conferma la fondatezza delle ragioni del WWF sul piano processuale. Il Tribunale ha infatti ritenuto necessari approfondimenti istruttori, ordinando alla Regione Abruzzo di depositare una dettagliata relazione sui fatti di causa e di controdedurre puntualmente alle censure articolate nel ricorso, rinviando la trattazione alla prossima camera di consiglio. Si tratta di un passaggio rilevante, perché il TAR ha riconosciuto la persistenza di un procedimento mai concluso e l’esigenza di fare piena luce sulle responsabilità amministrative che hanno determinato un ritardo ormai intollerabile. Gli atti adottati dal Commissario ad acta conservano pieno valore e forza giuridica, essendo stati depositati presso il Ministero per la successiva adozione del D.P.R. istitutivo dell’Ente Parco, come peraltro confermato dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato. Il ricorso ex articolo 31 c.p.a. mira proprio a ottenere una pronuncia che ponga fine a questa inerzia illegittima e imponga alle amministrazioni competenti di dare finalmente attuazione alla volontà del legislatore e alla tutela di un’area di straordinario valore ambientale.”

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