
La Uil Abruzzo esprime preoccupazione in merito al Rapporto Censis 2025 che analizza la situazione sociale complessiva dell’Italia evidenziando diverse criticità e tendenze.
“Dai dati del rapporto – commentano il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo, e Massimo Longaretti, componente della segreteria regionale con delega al sociale – in Abruzzo c’è un elemento cruciale che tocca il tessuto sociale: la situazione economica delle famiglie. Purtroppo constatiamo che le famiglie abruzzesi si trovano in uno stato di povertà relativa con persone che vivono in nuclei con un reddito o una spesa per consumi significativamente inferiore alla media nazionale. Un dato recente (relativo al 2024, ma contestualizzato nel dibattito del Rapporto 2025) indicava che circa l’10,1% delle famiglie abruzzesi si trovava in condizione di povertà relativa.
Il nuovo valore si colloca al di sotto della media del Sud Italia, ma segnala comunque che una consistente fetta della popolazione rimane ai margini del benessere, con potenziali ricadute sulla coesione sociale”. “A livello nazionale – aggiungono – il Rapporto Censis 2025, evidenzia una triplice emergenza legata a sanità, demografia e protezione sociale, con ricadute su tutto il territorio. È evidente la fragilità del welfare: il 78,5% degli italiani teme di non poter contare su servizi adeguati in caso di non autosufficienza e il 72,3% ritiene insufficienti gli aiuti dello Stato in caso di eventi climatici estremi; questa sfiducia nel welfare pubblico incide anche sulle percezioni degli abruzzesi. Poi c’è la condizione del personale sanitario con medici e infermieri “sotto assedio”, che si sentono capri espiatori e lavorano in strutture con carenze di personale, che sono il 65,9% a livello nazionale, dato che combacia con quello abruzzese”.
“I trend nazionali – spiegano Lombardo e Longaretti – del rapporto Censis 2025 si manifestano in Abruzzo con significative differenze tra le quattro province. La costa, così come Pescara e Chieti mostrano un maggiore dinamismo rispetto alle aree interne dell’Aquila e Teramo, zone più colpite dal declino demografico e da criticità di carattere economico. Il quadro regionale è di conseguenza complesso e vede l’Abruzzo diviso a “due velocità”. Pescara si posiziona al 40° posto, il migliore della regione, per dinamismo economico, culturale, Pil pro capite e densità abitativa. Segue Chieti al 62° posto, in posizione stabile, con ricchezza e consumi in crescita, con una buona presenza di medici di medicina generale e con gli indici di lavoro e ambiente che si attestano nella media nazionale. L’ Aquila al 69° posto in miglioramento su alcuni fronti come sicurezza sociale, grazie ad aiuti e supporto, e investimenti derivanti dalla post-ricostruzione, male però sulla sicurezza (-3%). Teramo al 71° posto, provincia più in difficoltà per quanto riguarda affari, lavoro, ambiente e servizi, anche se si apprezzano i passi avanti fatti su attività turistica e culturale. Si evince come Pescara resta in testa alla classifica con un dinamismo economico e di consumi. La provincia di Chieti registra un aumento di ricchezza e consumi, indicando una sostanziale tenuta del tessuto produttivo, al contrario delle aree interne dell’Aquila e Teramo che sono maggiormente esposte alla stagnazione. Proprio in queste aree e precisamente nel primo semestre del 2025 si è registrato un calo maggiore di unità attive, -3% all’Aquila e -2,8% a Teramo, dati che ci preoccupano, così come i dati relativi ai comuni, soprattutto quelli piccoli e interni, dove la quota delle famiglie monoreddito o in difficoltà sfiora in alcuni di essi il 38%, dato senza dubbio allarmante a cui bisogna subito mettere riparo”.
“Oltre all’invecchiamento della popolazione, – concludono – l’Abruzzo subisce un’altra piaga, quella dell’emigrazione giovanile e in particolare nelle aree interne, dove i giovani emigrano per studio o per lavoro verso il Centro Nord, portando un doppio svuotamento: demografico e produttivo, che si riverbera in un impoverimento generale. Occorre quindi sostenere e rendere più attrattive le università abruzzesi attraverso borse di studio, strutture e occupabilità. La Uil Abruzzo ribadisce il proprio impegno e la propria disponibilità ad un confronto vero sui temi per superare le tante criticità che attanagliano la nostra terra”.



