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Teramo

Figlia di due mamme, il Pd contro la raccolta firme della Lega

Il commento del Partito Democratico

“Assistiamo, con sconcerto e indignazione, alla raccolta firme lanciata contro il riconoscimento istituzionale di entrambe le madri di una bambina a Teramo, in esecuzione di una sentenza della Corte Costituzionale. Un’iniziativa che ha il sapore amaro dell’attacco ideologico, mascherato da difesa della “famiglia naturale”, un concetto che non esiste  nemmeno nella Costituzione e che, come ben ricordano le parole della sociologa Chiara Saraceno, è una costruzione storica e culturale, non un principio giuridico assoluto, dunque su cui non si può compromettere il futuro e la serenità di una famiglia e di cui non capiamo precisamente le ragioni”, così il segretario regionale del Pd Daniele Marinelli, con Marielisa Serone e Roberta Tomasi, rispettivamente responsabile Diritti del PD Abruzzo e portavoce della Conferenza delle donne Dem.

“Quel che più colpisce e preoccupa in questa iniziativa è che non c’è una sola parola sul benessere della bambina, che dovrebbe essere la priorità assoluta – rimarcano gli esponenti Dem – . In nome di un’ideologia arretrata si dimentica l’essenziale: è l’interesse del minore a dover guidare le scelte pubbliche, come ha giustamente fatto il Comune di Teramo, che ha dato seguito a un pronunciamento della Corte Costituzionale, non a un atto politico. Chi oggi strumentalizza la vicenda per fare propaganda, attaccando una sentenza della Corte o chiamando in causa in modo inappropriato il Presidente della Repubblica, mostra solo quanto si sia disposti a ignorare la realtà giuridica pur di alimentare la guerra culturale contro le famiglie omogenitoriali. Una battaglia che nulla ha a che fare con la realtà, dove la famiglia esiste a prescindere, né con la tutela dei diritti, tantomeno di quelli dei bambini.

La famiglia composta da due madri è una famiglia a tutti gli effetti. Lo ha stabilito la Corte e ha fatto bene il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto a rispettare e attuare quella decisione, garantendo così alla bambina la continuità affettiva e giuridica con entrambe le sue madri. Non si tratta di ideologia, ma di diritti fondamentali, di tutela dell’identità personale e del principio di uguaglianza. Chi invoca la “famiglia naturale” non tutela nessuno, colma solo il baratro delle sue paure e, immotivatamente, vuole negare dignità e diritti a chi oggi vive realtà familiari diverse da un modello unico, ormai superato dai fatti e dalla società. È tempo di smetterla con la retorica populista, soprattutto quando ad essere coinvolta è una minore che ha diritto a essere riconosciuta e protetta per quella che è, non per ciò che qualcuno vorrebbe che fosse perché così funziona il suo mondo. Nel 2025 è inaccettabile dover ancora ribadire che i diritti dei bambini vengono prima di ogni ideologia. E lo ripeteremo ogni volta che sarà necessario”.

 

 

 

 

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